Giorno: 4 Marzo 2012

“Un Paese che fa la guerra alle donne”, di Lorenzo Mondo

Sei ancora quello della pietra e della fionda/ uomo del mio tempo…». Il poeta scriveva sotto l’impressione di una guerra devastante e da poco conclusa. Ma la sua apostrofe sconsolata si può estendere ai nostri tempi, anche dove la guerra è assente o si manifesta in forme intestine e subdole. Parlo della «guerra» alle donne che è in atto nel nostro Paese. Mentre incombe l’8 marzo, ci si preoccupa di «quote rosa», di una equilibrata rappresentanza femminile nelle professioni, nelle istituzioni e nell’arengo politico; si prova magari compiacimento per qualche risultato di alto valore simbolico (le tre donne ministro nel governo Monti). Ma in Italia le donne continuano a morire in sequenze agghiaccianti. Rashida Manjoo, che per conto delle Nazioni Unite si occupa di violenza contro il «sesso debole», parla di femminicidio. Brutto il neologismo, ma più brutta la situazione che denuncia. Nel 2010 le donne assassinate sono state 127, solo nei primi mesi del 2011 salgono a 97. Semplificando la macabra contabilità, si rileva che ogni tre giorni in Italia viene uccisa una donna. …

"Un Paese che fa la guerra alle donne", di Lorenzo Mondo

Sei ancora quello della pietra e della fionda/ uomo del mio tempo…». Il poeta scriveva sotto l’impressione di una guerra devastante e da poco conclusa. Ma la sua apostrofe sconsolata si può estendere ai nostri tempi, anche dove la guerra è assente o si manifesta in forme intestine e subdole. Parlo della «guerra» alle donne che è in atto nel nostro Paese. Mentre incombe l’8 marzo, ci si preoccupa di «quote rosa», di una equilibrata rappresentanza femminile nelle professioni, nelle istituzioni e nell’arengo politico; si prova magari compiacimento per qualche risultato di alto valore simbolico (le tre donne ministro nel governo Monti). Ma in Italia le donne continuano a morire in sequenze agghiaccianti. Rashida Manjoo, che per conto delle Nazioni Unite si occupa di violenza contro il «sesso debole», parla di femminicidio. Brutto il neologismo, ma più brutta la situazione che denuncia. Nel 2010 le donne assassinate sono state 127, solo nei primi mesi del 2011 salgono a 97. Semplificando la macabra contabilità, si rileva che ogni tre giorni in Italia viene uccisa una donna. …

“Da Montale al Cavaliere il paese senza quid”, di Francesco Merlo

Con un guizzo linguistico malandrino che voleva solo ridimensionare il proprio delfino Alfano – «gli manca il quid» – Berlusconi ha implicitamente ammesso di aver perduto anche il suo di quid, che è stato plusvalore in economia e carisma in politica, benché molto spesso sia stato, quid unicum in Occidente, lontanissimo dal quid iuris dello Stato di Diritto. E così il quid, monosillabo ad alta densità, che a Berlusconi arriva forse dal latino goliardico dei papelli e del proforma, nella politica italiana ha preso il posto dello spread. spread finalmente ridimensionato dal quel miniquid (il sobrio è sempre piccolo) di Monti che tuttavia non è ancora «il quid definitivo» cui agognava Montale e che vistosamente manca al diligente Bersani, come è mancato, sempre a sinistra, a Veltroni e a Rutelli e pure a D´Alema, che nella sulla lunga carriera o ha avuto troppo quid o ne ha avuto troppo poco. Perché il quid può essere mancato anche per eccesso: troppo quando appare senza essere evocato e troppo poco quando sparisce senza essere distrutto. Infatti il …

"Da Montale al Cavaliere il paese senza quid", di Francesco Merlo

Con un guizzo linguistico malandrino che voleva solo ridimensionare il proprio delfino Alfano – «gli manca il quid» – Berlusconi ha implicitamente ammesso di aver perduto anche il suo di quid, che è stato plusvalore in economia e carisma in politica, benché molto spesso sia stato, quid unicum in Occidente, lontanissimo dal quid iuris dello Stato di Diritto. E così il quid, monosillabo ad alta densità, che a Berlusconi arriva forse dal latino goliardico dei papelli e del proforma, nella politica italiana ha preso il posto dello spread. spread finalmente ridimensionato dal quel miniquid (il sobrio è sempre piccolo) di Monti che tuttavia non è ancora «il quid definitivo» cui agognava Montale e che vistosamente manca al diligente Bersani, come è mancato, sempre a sinistra, a Veltroni e a Rutelli e pure a D´Alema, che nella sulla lunga carriera o ha avuto troppo quid o ne ha avuto troppo poco. Perché il quid può essere mancato anche per eccesso: troppo quando appare senza essere evocato e troppo poco quando sparisce senza essere distrutto. Infatti il …

“Dall´inglese al cirillico ecco l´università poliglotta”, di Corrado Zunino

Siamo in fondo alle classifiche universitarie mondiali anche qui, ma cresceremo. «Dobbiamo sprovincializzarci», dice il ministro dell´Istruzione Francesco Profumo, «aprire i nostri atenei agli studenti e ai professori stranieri». In mano trattiene il dato degli studenti foreigner che frequentano le 66 università pubbliche italiane e le 18 private riconosciute. Sono 63 mila studenti stranieri in tutto, su un milione e 750 mila iscritti. Il 3,6 per cento. «Troppo pochi, l´Italia ha bisogno di contaminazione». La media degli stranieri nelle università dei paesi industrializzati è del 10%, nel Regno Unito gli immigrati per studio sono uno ogni cinque. Il ministro Profumo ha da poco lasciato la guida di un Politecnico di Torino che negli ultimi sei anni – sfidando interrogazioni parlamentari – ha chiuso corsi in italiano per riaprirli in inglese, ha tolto tasse a chi li frequentava e attratto, grazie all´uso crescente della lingua inglese, una poderosa comunità da Pechino. Oggi sono 797 i cinesi aspiranti ingegneri. Due settimane fa il Politecnico di Milano, che ha realizzato un progetto integrato con l´Università Jiao Tong di …

"Dall´inglese al cirillico ecco l´università poliglotta", di Corrado Zunino

Siamo in fondo alle classifiche universitarie mondiali anche qui, ma cresceremo. «Dobbiamo sprovincializzarci», dice il ministro dell´Istruzione Francesco Profumo, «aprire i nostri atenei agli studenti e ai professori stranieri». In mano trattiene il dato degli studenti foreigner che frequentano le 66 università pubbliche italiane e le 18 private riconosciute. Sono 63 mila studenti stranieri in tutto, su un milione e 750 mila iscritti. Il 3,6 per cento. «Troppo pochi, l´Italia ha bisogno di contaminazione». La media degli stranieri nelle università dei paesi industrializzati è del 10%, nel Regno Unito gli immigrati per studio sono uno ogni cinque. Il ministro Profumo ha da poco lasciato la guida di un Politecnico di Torino che negli ultimi sei anni – sfidando interrogazioni parlamentari – ha chiuso corsi in italiano per riaprirli in inglese, ha tolto tasse a chi li frequentava e attratto, grazie all´uso crescente della lingua inglese, una poderosa comunità da Pechino. Oggi sono 797 i cinesi aspiranti ingegneri. Due settimane fa il Politecnico di Milano, che ha realizzato un progetto integrato con l´Università Jiao Tong di …