Bersani : “Sono molto preoccupato è una fase delicatissima, io sono disposto giorno e notte a parlare con i giovani e con chiunque ma serve una netta presa di distanza dalla violenza”. Oggi un gruppo di No Tav ha occupato l’ingresso della sede del Partito Democratico. L’obiettivo era quello di protestare contro la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità in Val di Susa e per chiedere la liberazione dei manifestanti arrestati. Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Partito ha aperto con loro un confronto.Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani ha proposto di far salire nella sede una rappresentanza dei manifestanti per ascoltare le loro ragioni. La proposta è stata respinta.
I No Tav hanno chiesto di pubblicare un loro volantino sul sito web del partito e il PD ha dato la propria disponibilità a patto che al primo punto del comunicato venisse aggiunto che “i No Tav si impegnano a condurre la loro protesta senza alcun ricorso alla violenza”.
“Sono molto preoccupato è una fase delicatissima, io sono disposto giorno e notte a parlare con i giovani e con chiunque ma serve una netta presa di distanza dalla violenza” ha detto Pier Luigi Bersani.
Dopo quasi due ore i no-Tav hanno lasciato la sede del PD.
Per Emanuele Fiano , responsabile Sicurezza del PD, “il Partito democratico è aperto al confronto ma ribadisce che in democrazia le decisioni che vengono assunte, rispettando tutte le procedure istituzionali, devono essere attuate. Questo è quello che abbiamo detto oggi ai ragazzi No Tav che sono venuti nella nostra sede nazionale. Non ci sono stati atti di violenza e noi abbiamo offerto prima la possibilità di un incontro e poi la possibilità di pubblicare un loro comunicato sul sito del PD, a condizione che fosse esplicitata la condanna a qualsiasi forma di violenza. Così non è stato e pertanto abbiamo ritenuto inaccettabile il documento. Continueremo a rimanere fermi nella nostra idea che ogni dissenso è legittimo, salvo quello violento, e che le istituzioni non devono cedere a nessuna forma di ricatto che impedisca l’attuazione di decisioni prese democraticamente”.
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