“Il nemico occidentale”, di Gilles Kepel
Le violenze che da cinque giorni scuotono l´Afghanistan dopo che nella base militare americana di Bagram alcune copie del Corano sono state bruciate per errore, possono sembrare assolutamente paradossali da uno sguardo occidentale. Dopo tutto, i Paesi della Nato che hanno inviato donne e uomini a morire in Afghanistan, attraversando per questo gravi crisi politiche interne e sopportando un notevole costo economico, hanno cercato di ricostruire un Paese devastato dalla dittatura dei Taliban.Nella visione occidentale è paradossale che l´incenerimento incidentale di opere seppur sacre possa tradursi in manifestazioni violente e nell´omicidio di quelli che sono stati mandati in quel Paese per ristabilire la pace. L´episodio può ora provocare un incendio ancora più vasto in tutta l´area, come accadde già per altre vicende legate a libri: basti ricordare la scia di sangue seguita oltre venti anni fa alla pubblicazione dei Versetti satanici di Salman Rushdie. L´attuale contesto regionale è infatti estremamente teso. S´intuiscono i preparativi di un più vasto conflitto, successivo alle rivoluzioni arabe e di cui la prima tappa potrebbe svolgersi intorno al Golfo Persico …