Mese: Febbraio 2012

"Su costi bancari, farmacie e telefoni Prodi ha fatto meglio dei professori", di Roberto Mania

I piani dell’allora ministro Bersani e del premier Monti a confronto. L’attuale segretario del Pd ha aperto il cantiere delle liberalizzazioni nel ’98, poi sono arrivate le sue famose “lenzuolate” nel 2006/2007. Un piano organico e abbastanza aggressivo che ha prodotto vantaggi visibili in termini di posti di lavoro e risparmi per gli italiani. Monti era partito con pari convinzione, ma le lobby si oppongono con vigore alla sua azione. Il governo Prodi, con Bersani ministro, batte Monti. Almeno sulle liberalizzazioni. Il comunista di Bettola, formatosi alla scuola dell’amministrazione locale, con le sue “lenzuolate” ha fatto di più e meglio per aprire il mercato italiano, per ridurre i prezzi per i consumatori e migliorare i servizi, del professore bocconiano che da Commissario europeo alla Concorrenza colpì con una multa stratosferica il monopolista Bill Gates. Diciamo che se fosse un match di pugilato, il segretario del Pd vincerebbe ai punti. I CONTI CORRENTI Bersani, tra il 2006 e il 2007, ha abolito i costi fissi per le ricariche telefoniche (2 miliardi di risparmi l’anno per i …

“Su costi bancari, farmacie e telefoni Prodi ha fatto meglio dei professori”, di Roberto Mania

I piani dell’allora ministro Bersani e del premier Monti a confronto. L’attuale segretario del Pd ha aperto il cantiere delle liberalizzazioni nel ’98, poi sono arrivate le sue famose “lenzuolate” nel 2006/2007. Un piano organico e abbastanza aggressivo che ha prodotto vantaggi visibili in termini di posti di lavoro e risparmi per gli italiani. Monti era partito con pari convinzione, ma le lobby si oppongono con vigore alla sua azione. Il governo Prodi, con Bersani ministro, batte Monti. Almeno sulle liberalizzazioni. Il comunista di Bettola, formatosi alla scuola dell’amministrazione locale, con le sue “lenzuolate” ha fatto di più e meglio per aprire il mercato italiano, per ridurre i prezzi per i consumatori e migliorare i servizi, del professore bocconiano che da Commissario europeo alla Concorrenza colpì con una multa stratosferica il monopolista Bill Gates. Diciamo che se fosse un match di pugilato, il segretario del Pd vincerebbe ai punti. I CONTI CORRENTI Bersani, tra il 2006 e il 2007, ha abolito i costi fissi per le ricariche telefoniche (2 miliardi di risparmi l’anno per i …

“Bersani a Napolitano: siamo preoccupati, il Pdl non è leale”, di Emilia Patta

«Il Pdl sta venendo meno al suo dovere di responsabilità». La preoccupazione del leader del Pd Pier Luigi Bersani dopo il voto di giovedì alla Camera, con Pdl e Lega che a scrutinio segreto hanno fatto passare la responsabilità civile diretta per i magistrati che sbagliano, è palpabile. Ne ha parlato giovedì sera durante il “vertice” di maggioranza alla presenza del premier Mario Monti e del segretario azzurro Angelino Alfano. E ieri lo ha ripetuto al Quirinale a Giorgio Napolitano. «Non può esserci un partito che, pur non condividendo al 100 per 100 l’azione di governo, responsabilmente mantiene gli impegni mentre altri votano a seconda delle convenienze giocando a mani libere». L’incontro con il capo dello Stato, che aveva già incontrato nei giorni scorsi Silvio Berlusconi e Gianni Letta per una colazione “privata”, è stato sollecitato proprio da Bersani. Il segretario democratico ha elencato una serie di episodi che al Pd non sono affatto andati giù e che alimentano la preoccupazione che il Pdl non stia giocando lealmente. La Rai e il voto a maggioranza …

"Bersani a Napolitano: siamo preoccupati, il Pdl non è leale", di Emilia Patta

«Il Pdl sta venendo meno al suo dovere di responsabilità». La preoccupazione del leader del Pd Pier Luigi Bersani dopo il voto di giovedì alla Camera, con Pdl e Lega che a scrutinio segreto hanno fatto passare la responsabilità civile diretta per i magistrati che sbagliano, è palpabile. Ne ha parlato giovedì sera durante il “vertice” di maggioranza alla presenza del premier Mario Monti e del segretario azzurro Angelino Alfano. E ieri lo ha ripetuto al Quirinale a Giorgio Napolitano. «Non può esserci un partito che, pur non condividendo al 100 per 100 l’azione di governo, responsabilmente mantiene gli impegni mentre altri votano a seconda delle convenienze giocando a mani libere». L’incontro con il capo dello Stato, che aveva già incontrato nei giorni scorsi Silvio Berlusconi e Gianni Letta per una colazione “privata”, è stato sollecitato proprio da Bersani. Il segretario democratico ha elencato una serie di episodi che al Pd non sono affatto andati giù e che alimentano la preoccupazione che il Pdl non stia giocando lealmente. La Rai e il voto a maggioranza …

«Sui giudici pronta la correzione al Senato Ma il problema esiste», intervista a Paola Severino di Claudia Fusani

Dopo sei ore di Consiglio dei ministri mentre fuori nevica, il ministro Guardasigilli Paola Severino riconquista la sua scrivania nel salone Bargellini al ministero. Il Governo battuto alla Camera sull’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati. E’ stato un messaggio al governo o alla magistratura? Lei, poi, non era in Aula, al banco del Governo, proprio mentre si discuteva di una norma così delicata. «Purtroppo non ho ancora ricevuto in dono l’ubiquità. Sto seguendo due decreti legge in conversione, uno in materia civile sul sovra-indebitamento, l’altro sulle carceri. Entrambi sono in scadenza e da giorni faccio la spola tra Camera e Senato. Non ho letto, in quel voto, volontà specifiche di mandare messaggi ad alcuno. Posso assicurare, anche, che….il rischio diuneventuale voto favorevole all’emendamentononè stato affatto sottovalutato nonostante si sia manifestato concretamente nella giornata di mercoledì, poco prima del voto alla Camera. Coni miei uffici ci siamo messi immediatamente in contatto con quelli del ministro Moavero per tentare una soluzione alternativa. Giovedì mattina ero in aula al Senato per il voto in materia civile. Mi sono …

«Monti stia attento, sosteniamo il governo ma non a qualsiasi costo», intervista a Rosy Bindi di Maria Zegarelli

Se al Senato non cambia l’articolo sulla responsabilità civile dei giudici non si va avanti né sulla Comunitaria né su altro». La presidente del Pd Rosy Bindi sta cercando di tornare a Sinalunga sotto fiocchi di neve. Clima gelido, non soltanto dal punto di vista meteo.E neanche la lettura dei giornali e delle agenzie di stampa aiuta a scaldare la temperatura. Presidente, giovedì dalla Camera è partito un segnale piuttosto chiaro al governo. Pdl e Lega possono ricompattarsi, almeno su alcuni temi, e mandare a casa i tecnici. «Ce ne sono stati almeno due di segnali in questo senso nei giorni scorsi e vanno letti insieme: la vicenda del cda Rai e la giustizia. Sono due temi, giustizia e informazione, pietra dello scandalo di questa legislatura e sui quali la vecchia maggioranza è ancora compatta, con qualche aiutino trasversale che non mi è piaciuto affatto». Si riferisce a quelle decine di voti arrivati dal centrosinistra e dal Terzo Polo? «Esattamente. Ma il segnale politico è arrivato da un partito, il Pdl. Per questo suggerirei al …

“Articolo 18, lo strappo di Monti”, di Bianca Di Giovanni

Monti sposa la linea dura sull’articolo 18. «Alcuni lavoratori sono chiusi in una cittadella, altri non hanno difese», dichiara. Così le posizioni al tavolo sul lavoro virano verso destra. Berlusconi soddisfatto. «L’articolo 18 è un tema centrale della discussione. È ora di passare dai miti, dai simboli, alla realtà». Con questo passaggio dell’intervista rilasciata a Repubblica Tv, Mario Monti scopre le carte del suo governo sul tavolo del lavoro: e sono carte pesantissime. Non solo per la norma sui licenziamenti senza giusta causa, che in questo modo viene imposta come prioritaria nella trattativa (al contrario di quanto si era detto finora), con un’ipotetica scadenza a fine marzo. Ma anche per una lunga serie di osservazioni sulla politica sociale, che lasciano amaro in bocca. Come quella sul «buonismo» dei governi passati. Sarebbe questo il motivo per cui l’Italia è ridotta male. «Per decenni i governi italiani hanno avuto troppo cuore, hanno diffuso troppo buonismo sociale – dichiara il premier – soprattutto prima che arrivasse l’Europa un po’ austera a renderci più attenti». E non si ferma …