Mese: Febbraio 2012

"Partiti, una buona legge non è rinviabile", di Pino Pisicchio

La brutta storia del boy scout che prende sottobraccio la fiduciosa nonnina (Margherita) per poi spingerla sotto l’auto in corsa e rubarle la borsetta con tredici milioni di euro, rischia di soffocare con l’eclatanza della sua drammatizzazione – e l’avvelenato stupore delle parti lese, oggetto dei retropensieri più torvi da parte della pubblica opinione – gli aspetti per così dire “di struttura” della vicenda. Oltre il giudizio morale, ovviamente di condanna, per il latrocinio che, peraltro, arriva proprio nel momento di più bassa reputazione della politica e dei suoi attori, a nulla valendo i recenti sforzi di autodecurtazione delle indennità parlamentari, cancellati in un amen, nell’immaginario sociale, dall’amministratore della Margherita, resta il tema del “cosa fare”. Con l’aggiunta temporale: “subito”. E torna sotto i riflettori l’antico mantra della regolazione giuridica del partito politico, recitato, addirittura, fin dai tempi della Costituente. Alleluia! Sono tre legislature che torniamo a ripresentare proposte di legge di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, per porre paletti seri e meno volatili delle scarne foglie di fico che l’attuale normativa sui rimborsi elettorali …

“Decreto semplificazioni: il Tesoro impone la riformulazione dell’articolato sull’autonomi. Per il prossimo anno non possono essere previsti nuovi oneri”, di Alessandra Ricciardi

Erano stati in molti a contarci. A sperare che attraverso la riforma dell’organico funzionale si potessero trasformare a tempo indeterminato molti più posti di quelli che saranno lasciati liberi con i pensionamenti già il prossimo anno. A farlo credere le prime versioni del decreto legge di semplificazione e sviluppo. Che venerdì scorso è ritornato per l’approvazione finale al consiglio dei ministri, modificato rispetto al primo via libera, tra l’altro, nella parte riguardante la scuola e l’università. Tra le norme riscritte, c’è infatti l’articolo 50 del decreto, intitolato inizialmente all’ «Autonomia responsabile» e ora all’ «Attuazione dell’autonomia». Un cambio di titolo a cui corrisponde anche un cambio sostanziale di quei contenuti che lasciavano intravedere la stabilizzazione di 70 mila unità. Non è così. Il testo finale del decreto legge, che è atteso tra oggi e domani in Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione, attenua la portata delle disposizioni sull’organico funzionale. E soprattutto ridà peso al decreto legge 112/2008, la prima manovra correttiva del governo Berlusconi IV, con cui l’allora ministro dell’economia, Giulio Tremonti, avviò la riforma della …

"Decreto semplificazioni: il Tesoro impone la riformulazione dell'articolato sull'autonomi. Per il prossimo anno non possono essere previsti nuovi oneri", di Alessandra Ricciardi

Erano stati in molti a contarci. A sperare che attraverso la riforma dell’organico funzionale si potessero trasformare a tempo indeterminato molti più posti di quelli che saranno lasciati liberi con i pensionamenti già il prossimo anno. A farlo credere le prime versioni del decreto legge di semplificazione e sviluppo. Che venerdì scorso è ritornato per l’approvazione finale al consiglio dei ministri, modificato rispetto al primo via libera, tra l’altro, nella parte riguardante la scuola e l’università. Tra le norme riscritte, c’è infatti l’articolo 50 del decreto, intitolato inizialmente all’ «Autonomia responsabile» e ora all’ «Attuazione dell’autonomia». Un cambio di titolo a cui corrisponde anche un cambio sostanziale di quei contenuti che lasciavano intravedere la stabilizzazione di 70 mila unità. Non è così. Il testo finale del decreto legge, che è atteso tra oggi e domani in Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione, attenua la portata delle disposizioni sull’organico funzionale. E soprattutto ridà peso al decreto legge 112/2008, la prima manovra correttiva del governo Berlusconi IV, con cui l’allora ministro dell’economia, Giulio Tremonti, avviò la riforma della …

"Ecco le scuole dove si boccia di più. E i più severi sono i prof del Sud", da repubblica.it

Una elaborazione per la grandi città di Skuola.net sui dati appena messi a disposizione dal Ministero. Il record in un istituo tecnico di Napoli: solo uno su quattro ce l’ha fatta. E il capoluogo campano guida la classifica seguito da Cagliari. Roma in coda. Il maggior numero di bocciature nei professionali Record nazionale di bocciature all’istituto tecnico per il turismo Caracciolo di Napoli. Nessun bocciato invece al liceo classico di via Ponti a Roma. Stando all’inchiesta condotta dai ragazzi di Skuola. net, i prof delle superiori più severi abitano a Napoli, mentre i più clementi si trovano a Roma. O, se preferite, nel capoluogo partenopeo c’è la maggiore concentrazione di studenti “somari”, mentre nella Capitale si concentra “la meglio gioventù” delle superiori italiane. Dipende dai punti di vista. Una informazione che può tornare utile a chi è alle prese con la scelta della scuola dove iscriversi l’anno prossimo. LO STUDIO COMPLETO 1 Lo studio sugli studenti bocciati di tutti gli istituti superiori di nove grandi città italiane (Torino, Milano, Firenze, Venezia, Genova, Roma, Napoli, Palermo …

“Ecco le scuole dove si boccia di più. E i più severi sono i prof del Sud”, da repubblica.it

Una elaborazione per la grandi città di Skuola.net sui dati appena messi a disposizione dal Ministero. Il record in un istituo tecnico di Napoli: solo uno su quattro ce l’ha fatta. E il capoluogo campano guida la classifica seguito da Cagliari. Roma in coda. Il maggior numero di bocciature nei professionali Record nazionale di bocciature all’istituto tecnico per il turismo Caracciolo di Napoli. Nessun bocciato invece al liceo classico di via Ponti a Roma. Stando all’inchiesta condotta dai ragazzi di Skuola. net, i prof delle superiori più severi abitano a Napoli, mentre i più clementi si trovano a Roma. O, se preferite, nel capoluogo partenopeo c’è la maggiore concentrazione di studenti “somari”, mentre nella Capitale si concentra “la meglio gioventù” delle superiori italiane. Dipende dai punti di vista. Una informazione che può tornare utile a chi è alle prese con la scelta della scuola dove iscriversi l’anno prossimo. LO STUDIO COMPLETO 1 Lo studio sugli studenti bocciati di tutti gli istituti superiori di nove grandi città italiane (Torino, Milano, Firenze, Venezia, Genova, Roma, Napoli, Palermo …

“Precari, quelli della scuola sono atipici fra gli atipici”, di A.G.

Secondo la Cgia di Mestre un lavoratore senza contratto a tempo indeterminato percepisce in media 836 euro al mese, solo nel 15% dei casi ha una laurea, spesso è un dipendente pubblico e opera nel Mezzogiorno. Tranne il dato sulla Pa, gli altri non si ritrovano nei 300mila supplenti della scuola. Eppure costituiscono il 10% dei 3.315.580 precari italiani. Si dice che la scuola sia un mondo a sé. Che le regole che governano la formazione dei cittadini italiani e di circa un milione tra docenti e addetti vari sono molto diverse rispetto a quelle da altri settori, per definizione più legati alla produttività e meno alla burocrazia dettata a livello centrale (come invece avviene nella scuola). Probabilmente un fondo di verità in questo discorso esiste. Ancor di più dopo aver preso conoscenza del profilo medio del precario in Italia. Secondo un`analisi realizzata dalla Cgia di Mestre un lavoratore privo di contratto a tempo indeterminato (dipendente a termine o part time involontario, collaboratore o intestatario di partita Iva) percepisce mediamente 836 euro al mese, solo …

"Precari, quelli della scuola sono atipici fra gli atipici", di A.G.

Secondo la Cgia di Mestre un lavoratore senza contratto a tempo indeterminato percepisce in media 836 euro al mese, solo nel 15% dei casi ha una laurea, spesso è un dipendente pubblico e opera nel Mezzogiorno. Tranne il dato sulla Pa, gli altri non si ritrovano nei 300mila supplenti della scuola. Eppure costituiscono il 10% dei 3.315.580 precari italiani. Si dice che la scuola sia un mondo a sé. Che le regole che governano la formazione dei cittadini italiani e di circa un milione tra docenti e addetti vari sono molto diverse rispetto a quelle da altri settori, per definizione più legati alla produttività e meno alla burocrazia dettata a livello centrale (come invece avviene nella scuola). Probabilmente un fondo di verità in questo discorso esiste. Ancor di più dopo aver preso conoscenza del profilo medio del precario in Italia. Secondo un`analisi realizzata dalla Cgia di Mestre un lavoratore privo di contratto a tempo indeterminato (dipendente a termine o part time involontario, collaboratore o intestatario di partita Iva) percepisce mediamente 836 euro al mese, solo …