Mese: Febbraio 2012

“La riforma elettorale non potrà nascere dall’intesa esclusiva Pdl-Pd”, di Stefano Folli

La riforma elettorale costituisce, come è noto, uno straordinario «evergreen» del dibattito politico. Un tema che non tramonta mai e anzi risorge dalle sue ceneri a cadenze regolari: senza portare quasi mai a decisioni utili, tant’è che abbiamo ancora la legge elettorale Calderoli, il cosiddetto “porcellum”, approvata da una maggioranza di centrodestra più di sei anni fa. Nessuno in questo arco di tempo ha voluto o potuto modificarla: nemmeno il centrosinistra di Prodi che governò fra il 2006 e il 2008 in base proprio al “porcellum” e si guardò dal riformarlo. E oggi? La scena è cambiata, in apparenza. Il governo tecnico di Monti sta rimodellando il sistema politico per il solo fatto di esistere. E i partiti devono adeguarsi alla nuova realtà, come li ha più volte sollecitati il capo dello Stato. Sulla carta la riforma della legge elettorale dovrebbe arrivare al termine di un processo di rinnovamento complessivo delle istituzioni (bicameralismo, numero dei parlamentari, poteri del premier, eccetera). In pratica non è così: è più facile e conveniente, nonostante tutto, cercare (almeno cercare) …

“Su Roma da sabato non nevica più eppure le scuole rimangono chiuse”, di Aldo Cazzullo

Finora la si è buttata sul ridere. L’ultima, di ieri: facciamo sì le Olimpiadi a Roma, ma invernali. Invece occorre dirlo con chiarezza: una metropoli europea, capitale di due Stati, che non riapre le scuole fino al mercoledì dopo che ha smesso di nevicare il sabato mattina, rappresenta un autentico scandalo. Sono tre giorni che a Roma splende il sole. E sono tre giorni che i servizi pubblici funzionano a rilento, chiamare un taxi è complicato (sabato scorso, impossibile), le scuole sono appunto chiuse. Ma l’aspetto forse ancora più grave è che tutto questo — tranne in chi è stato toccato di persona dal disservizio, come gli automobilisti bloccati sul raccordo — non desta sconcerto ma ilarità, non indignazione ma rassegnazione più o meno divertita. Intendiamoci: la proverbiale tolleranza romana, quando non oltrepassa il labile confine del menefreghismo, è un tratto invidiabile. Che Roma non sia preparata alla neve come le città del Nord, è normale. Che il sindaco le abbia sbagliate quasi tutte, è pacifico. Ma attribuirgli ogni colpa non basta. Alemanno ha fatto …

"Su Roma da sabato non nevica più eppure le scuole rimangono chiuse", di Aldo Cazzullo

Finora la si è buttata sul ridere. L’ultima, di ieri: facciamo sì le Olimpiadi a Roma, ma invernali. Invece occorre dirlo con chiarezza: una metropoli europea, capitale di due Stati, che non riapre le scuole fino al mercoledì dopo che ha smesso di nevicare il sabato mattina, rappresenta un autentico scandalo. Sono tre giorni che a Roma splende il sole. E sono tre giorni che i servizi pubblici funzionano a rilento, chiamare un taxi è complicato (sabato scorso, impossibile), le scuole sono appunto chiuse. Ma l’aspetto forse ancora più grave è che tutto questo — tranne in chi è stato toccato di persona dal disservizio, come gli automobilisti bloccati sul raccordo — non desta sconcerto ma ilarità, non indignazione ma rassegnazione più o meno divertita. Intendiamoci: la proverbiale tolleranza romana, quando non oltrepassa il labile confine del menefreghismo, è un tratto invidiabile. Che Roma non sia preparata alla neve come le città del Nord, è normale. Che il sindaco le abbia sbagliate quasi tutte, è pacifico. Ma attribuirgli ogni colpa non basta. Alemanno ha fatto …

“Ecco il ‘Pirellone bis’, costa 570 milioni. Formigoni ha un eliporto e la foresteria”, di Davide Carlucci

Il governatore ha a disposizione due piani: per arredare l’ufficio e l’appartamento sono stati spesi 127mila euro. Un tavolo da 11mila euro e un sofà da oltre 4mila. La più costosa operazione edilizia per la casta è a Milano: 571,4 milioni di euro per realizzare il grattacielo del Pirellone bis, sede della giunta regionale, e un complesso di edifici – in via Pola, Rosellini e Taramelli – per tutte le società o agenzie di emanazione dell’ente locale. Il Pirellone bis è alto 161 metri. I suoi 39 piani si raggiungono con un ascensore ultratecnologico che viaggia alla velocità di sette metri al secondo. È costato 383 milioni di euro. Una cifra molto diversa da quella stabilita nella gara d’appalto – 234 milioni di euro più 90 per i costi di superficie pagati al Comune – e ancor più distante da quella propagandata (175 milioni di euro) dallo staff del presidente Roberto Formigoni. “È la sindrome del Faraone – accusa Stefano Zamponi, dell’Italia dei valori – tipica degli amministratori che, superato il secondo mandato, vogliono lasciare …

"Ecco il 'Pirellone bis', costa 570 milioni. Formigoni ha un eliporto e la foresteria", di Davide Carlucci

Il governatore ha a disposizione due piani: per arredare l’ufficio e l’appartamento sono stati spesi 127mila euro. Un tavolo da 11mila euro e un sofà da oltre 4mila. La più costosa operazione edilizia per la casta è a Milano: 571,4 milioni di euro per realizzare il grattacielo del Pirellone bis, sede della giunta regionale, e un complesso di edifici – in via Pola, Rosellini e Taramelli – per tutte le società o agenzie di emanazione dell’ente locale. Il Pirellone bis è alto 161 metri. I suoi 39 piani si raggiungono con un ascensore ultratecnologico che viaggia alla velocità di sette metri al secondo. È costato 383 milioni di euro. Una cifra molto diversa da quella stabilita nella gara d’appalto – 234 milioni di euro più 90 per i costi di superficie pagati al Comune – e ancor più distante da quella propagandata (175 milioni di euro) dallo staff del presidente Roberto Formigoni. “È la sindrome del Faraone – accusa Stefano Zamponi, dell’Italia dei valori – tipica degli amministratori che, superato il secondo mandato, vogliono lasciare …

“Moretti, l’intoccabile”, di Giovanni Cocconi

Tra i misteri dell’inverno italiano c’è anche quello Mauro Moretti. Nel senso che ogni anno, puntuali come il freddo e la caduta della neve, arrivano anche le polemiche sulla paralisi di treni regionali e Intercity, ma nessuno che osi chiedere la testa del numero uno delle Ferrovie. Sull’Ingegnere (che i sindacati interni chiamano l’Imperatore) centrodestra e centrosinistra sembrano aver stretto un patto non scritto. I passeggeri sono furiosi, i giornalisti raccontano odissee infernali, le regioni minacciano di fare causa, ma non succede mai niente. Moretti è un vero intoccabile. Perché? Un piccolo mistero, appunto. Anche perché il manager delle Ferrovie viene descritto come un personaggio ruvido, poco simpatico, sicuro di sé ai confini dell’arroganza (il 21 dicembre 2009 consigliò ai passeggeri dei treni bloccati per ore sui binari di portarsi coperte e panini da casa). Un’immagine che le ultime campagne di comunicazione dell’azienda non hanno fatto nulla per smentire. Gli spot con la famiglia di colore testimonial della classe economica dei nuovi Frecciarossa non ha reso meno impopolare Ferrovie dello stato, così come la scelta …

"Moretti, l'intoccabile", di Giovanni Cocconi

Tra i misteri dell’inverno italiano c’è anche quello Mauro Moretti. Nel senso che ogni anno, puntuali come il freddo e la caduta della neve, arrivano anche le polemiche sulla paralisi di treni regionali e Intercity, ma nessuno che osi chiedere la testa del numero uno delle Ferrovie. Sull’Ingegnere (che i sindacati interni chiamano l’Imperatore) centrodestra e centrosinistra sembrano aver stretto un patto non scritto. I passeggeri sono furiosi, i giornalisti raccontano odissee infernali, le regioni minacciano di fare causa, ma non succede mai niente. Moretti è un vero intoccabile. Perché? Un piccolo mistero, appunto. Anche perché il manager delle Ferrovie viene descritto come un personaggio ruvido, poco simpatico, sicuro di sé ai confini dell’arroganza (il 21 dicembre 2009 consigliò ai passeggeri dei treni bloccati per ore sui binari di portarsi coperte e panini da casa). Un’immagine che le ultime campagne di comunicazione dell’azienda non hanno fatto nulla per smentire. Gli spot con la famiglia di colore testimonial della classe economica dei nuovi Frecciarossa non ha reso meno impopolare Ferrovie dello stato, così come la scelta …