Campogalliano (Mo) – Iniziativa: Quali idee per la società del domani?
Presso Oratorio S. Rocco in Piazza Castello On Manuela Ghizzoni Thomas Casadei consigliere regionale PD Stefania Zanni
Presso Oratorio S. Rocco in Piazza Castello On Manuela Ghizzoni Thomas Casadei consigliere regionale PD Stefania Zanni
Identici testi sono stati depositati al Senato e alla Camera dai parlamentari modenesi Pd. L’impegno era stato preso subito dopo la pubblicazione della sentenza della Corte dell’Aja: in mattinata, i parlamentari modenesi del Pd Barbolini, Bastico, Garavini, Ghizzoni, Miglioli e Santagata hanno presentato una interrogazione con la quale sollecitano il governo, e il ministro Terzi in particolare, ad avviare i negoziati bilaterali con la Germania necessari a definire la questione degli indennizzi dei familiari delle vittime delle stragi naziste. E’ stata presentata, questa mattina, in contemporanea alla Camera e al Senato, l’ interrogazione indirizzata al presidente del Consiglio e al ministro degli esteri messa a punto dai parlamentari modenesi sul tema dei risarcimenti ai familiari delle vittime delle stragi naziste dopo la sentenza della Corte internazionale di giustizia dell’Aja. I senatori Barbolini e Bastico e i deputati Garavini, Ghizzoni, Miglioli e Santagata interrogano il governo, e in particolare il ministro Terzi, per sapere “quale iniziativa intenda intraprendere per avviare, al più presto, il negoziato tra il nostro paese e la Germania, così come richiesto dalla …
Il governo Monti ha svolto più che egregiamente i compiti a casa. Ha ridato credibilità e centralità all’Italia. Ha fatto del nostro Paese un interlocutore autorevole dell’Europa (e degli Stati Uniti, come ha confermato sul Corriere l’ambasciatore Usa a Roma). Ha avviato una politica economica dolorosa ma efficace, rimesso sui binari i conti impazziti, allontanato il fantasma del fallimento. Ma basta? Forse, a costo di apparire incontentabili, non basta. Perché gli incoraggianti risultati sui conti sembrano un po’ più opachi, se dalle formule matematiche si passa alla vita vera degli italiani, alle emozioni e ai simboli che ne cementano la coesione. È vero, un governo tecnico non ha come obiettivo il consenso. Ma la prospettiva di un destino comune è pur sempre la missione di un governo che, oltre all’autorevolezza e alla competenza, deve saper trasmettere agli italiani fiducia, forza, energia in uno dei momenti più difficili della loro storia. Se il naufragio di una nave colpisce l’immaginazione pubblica e ferisce come un’umiliazione l’intera compagine nazionale per la sconsideratezza di comandanti fatui e tremebondi, un …
Il governo Monti ha svolto più che egregiamente i compiti a casa. Ha ridato credibilità e centralità all’Italia. Ha fatto del nostro Paese un interlocutore autorevole dell’Europa (e degli Stati Uniti, come ha confermato sul Corriere l’ambasciatore Usa a Roma). Ha avviato una politica economica dolorosa ma efficace, rimesso sui binari i conti impazziti, allontanato il fantasma del fallimento. Ma basta? Forse, a costo di apparire incontentabili, non basta. Perché gli incoraggianti risultati sui conti sembrano un po’ più opachi, se dalle formule matematiche si passa alla vita vera degli italiani, alle emozioni e ai simboli che ne cementano la coesione. È vero, un governo tecnico non ha come obiettivo il consenso. Ma la prospettiva di un destino comune è pur sempre la missione di un governo che, oltre all’autorevolezza e alla competenza, deve saper trasmettere agli italiani fiducia, forza, energia in uno dei momenti più difficili della loro storia. Se il naufragio di una nave colpisce l’immaginazione pubblica e ferisce come un’umiliazione l’intera compagine nazionale per la sconsideratezza di comandanti fatui e tremebondi, un …
Da quando si è aperto il confronto sulle riforme del mercato del lavoro la questione dell`art. 18, anche a seguito di alcune improvvide dichiarazioni governative, ha assunto, inopinatamente, una centralità che non merita fino a far dipendere dal suo destino, il giudizio sull`efficacia o meno di queste riforme. Nulla di più erroneo se si considera che, contrariamente alla vulgata imperante, anche la sua eventuale abolizione non contribuirebbe affatto a ridurre la precarietà, dato che questa è largamente diffusa nelle imprese in cui l`art. 18 non si applica, o a indurre le aziende ad accrescere l`occupazione visto che anche recenti indagini nel mondo imprenditoriale segnalano come assumere o meno dipenda da ben altre ragioni, essenzialmente legate all`andamento del mercato. Quanto poi alla relativa minore capacità dell`Italia di attrarre investimenti esteri è difficile pensare che essa dipenda da un eccesso di protezione del lavoro e non piuttosto da un`inadeguata modernizzazione del sistema-Paese nel suo complesso. Non è un caso che anche il segretario generale dell`Ocse, Angel Gurria, in occasione del suo recente soggiorno romano si sia sentito …
Da quando si è aperto il confronto sulle riforme del mercato del lavoro la questione dell`art. 18, anche a seguito di alcune improvvide dichiarazioni governative, ha assunto, inopinatamente, una centralità che non merita fino a far dipendere dal suo destino, il giudizio sull`efficacia o meno di queste riforme. Nulla di più erroneo se si considera che, contrariamente alla vulgata imperante, anche la sua eventuale abolizione non contribuirebbe affatto a ridurre la precarietà, dato che questa è largamente diffusa nelle imprese in cui l`art. 18 non si applica, o a indurre le aziende ad accrescere l`occupazione visto che anche recenti indagini nel mondo imprenditoriale segnalano come assumere o meno dipenda da ben altre ragioni, essenzialmente legate all`andamento del mercato. Quanto poi alla relativa minore capacità dell`Italia di attrarre investimenti esteri è difficile pensare che essa dipenda da un eccesso di protezione del lavoro e non piuttosto da un`inadeguata modernizzazione del sistema-Paese nel suo complesso. Non è un caso che anche il segretario generale dell`Ocse, Angel Gurria, in occasione del suo recente soggiorno romano si sia sentito …
«Un pazzo costa allo Stato 4 marchi al giorno, uno storpio 5,50, un criminale 3,50…». Iniziava così un problema del manuale di matematica nella Germania nazista del 1940: lo scolaro doveva calcolare, senza quei pesi, quanto si poteva risparmiare. Alla larga dai paragoni provocatori, ma che razza di Paese è quello che taglia i fondi ai disabili? Ed è lecito che sfrutti fino in fondo, come denuncia il Censis, le famiglie che si fanno carico giorno dopo giorno, spesso eroicamente, dell’assistenza? Pochi numeri, presi da un’inchiesta del «Sole 24 Ore», dicono tutto. Rispetto al Pil, l’Italia spende molto più della media dell’Europa a 15 per le pensioni (16,1% contro 11,7%), come gli altri nel totale del welfare (26,5% contro 26%) ma nettamente meno per la non autosufficienza: 1,6% contro 2,1%. Un quarto di meno. Non bastasse, negli ultimi anni, nella scia della scoperta di casi come quello emerso la settimana scorsa al rione Santa Lucia di Napoli (dove secondo il «Mattino» 9 su 10 degli invalidi controllati erano falsi) l’accetta si è abbattuta sui costi …