Mese: Febbraio 2012

"Milleproroghe’, sui requisiti per la pensione c’è il consenso dei senatori. Ma i soldi?", da La Tecnica della Scuola

Alla Camera l’emendamento che allunga al 31 agosto i contributi utili per lasciare col vecchio sistema è stato rigettato per mancanza di fondi. Nel frattempo sono lievitate le pressioni sindacali. E anche le adesioni politiche. Martedì il decreto arriva in Aula. Riprenderà lunedì 13 febbraio l’esame delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato per decidere il destino degli emendamenti al decreto ‘milleproroghe’. L’arrivo del decreto in Aula è fissato per martedì prossimo e, al momento, anche al Senato viene dato per scontato il ricorso al voto di fiducia da parte del governo. Dovrà poi tornare alla Camera per la terza lettura. Il termine per l’approvazione dell’intero “pacchetto” modificato è il 27 febbraio. Molte le norme ancora in bilico, su cui anche nel week end i senatori stanno procedendo ad approfondimenti e verifiche. Tra queste figura quella sui 23mila precari abilitati nell’ultimo triennio (ampiamente illustrata in altri articoli pubblicati su questa testata). Ma anche l’auspicato slittamento al 31 agosto prossimo della data utile per far accumulare al personale delle scuola (sono interessate alcune migliaia di …

“La falsa leggenda dei ragazzi bamboccioni”, di Ilvo Diamanti

Non è chiaro cosa sia successo ai giovani. Divenuti, all´improvviso, impopolari. Bersaglio di battute acide e ironiche. Da quando, nel 2007, Tommaso Padoa-Schioppa, allora ministro dell´Economia e delle Finanze nel governo Prodi, invitò le famiglie a mandarli fuori di casa.I “bamboccioni”. Incapaci di crescere, di assumersi responsabilità, di conquistarsi l´autonomia. I giovani. Fino a ieri simbolo del futuro, del progresso, del domani che è già qui. Motore dell´economia: consumo e consumatori. Sono passati di moda, molto in fretta. Sulla scia di Padoa-Schioppa, nelle ultime settimane, altri “professori” e altri “tecnici di governo” li hanno presi di punta. Un vice-ministro ha definito “sfigati” gli studenti – o sedicenti tali – che, a 28 anni, non si sono ancora laureati. Mentre il Presidente del Consiglio ha affermato che i giovani devono scordarsi il lavoro fisso a vita. Perché, fra l´altro, è “monotono”. E la ministra Cancellieri ha recriminato sui giovani che pretendono “il posto fisso nella stessa città, vicino a mamma e papà”. Così i giovani hanno smesso di rappresentare il “futuro” e sono divenuti simbolo della …

"La falsa leggenda dei ragazzi bamboccioni", di Ilvo Diamanti

Non è chiaro cosa sia successo ai giovani. Divenuti, all´improvviso, impopolari. Bersaglio di battute acide e ironiche. Da quando, nel 2007, Tommaso Padoa-Schioppa, allora ministro dell´Economia e delle Finanze nel governo Prodi, invitò le famiglie a mandarli fuori di casa.I “bamboccioni”. Incapaci di crescere, di assumersi responsabilità, di conquistarsi l´autonomia. I giovani. Fino a ieri simbolo del futuro, del progresso, del domani che è già qui. Motore dell´economia: consumo e consumatori. Sono passati di moda, molto in fretta. Sulla scia di Padoa-Schioppa, nelle ultime settimane, altri “professori” e altri “tecnici di governo” li hanno presi di punta. Un vice-ministro ha definito “sfigati” gli studenti – o sedicenti tali – che, a 28 anni, non si sono ancora laureati. Mentre il Presidente del Consiglio ha affermato che i giovani devono scordarsi il lavoro fisso a vita. Perché, fra l´altro, è “monotono”. E la ministra Cancellieri ha recriminato sui giovani che pretendono “il posto fisso nella stessa città, vicino a mamma e papà”. Così i giovani hanno smesso di rappresentare il “futuro” e sono divenuti simbolo della …

"Lavoro, allarme diritti. Cancellare l’articolo 18 non giova a nessuno", di Carlo Buttaroni*

Da molti anni si discute dell’opportunità di abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la norma che consente a un giudice di stabilire il reintegro per il lavoratore licenziato senza giusta causa. Negli ultimi mesi il dibattito è tornato al centro dell’agenda politica e già nella famosa lettera dello scorso agosto, le istituzioni europee, pur non facendo un riferimento diretto allo Statuto, sollecitavano un deciso intervento che rendesse meno rigido il mercato del lavoro in Italia. Il governo Monti sembra oggi orientato a raccogliere concretamente l’invito attraverso l’introduzione di un doppio regime giuridico: mantenimento dell’articolo 18 per tutti coloro che già godono della sua protezione e abolizione per i nuovi assunti. Uno scambio che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe favorire la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. È veramente così? Com’è noto la disciplina riguarda soltanto le imprese con più di 15 dipendenti. Pochi sanno, però, che la soglia non si riferisce all’intero organico di un’azienda, ma soltanto a quello delle unità produttive che operano in un singolo Comune. Vale a dire che se un’impresa …

“Lavoro, allarme diritti. Cancellare l’articolo 18 non giova a nessuno”, di Carlo Buttaroni*

Da molti anni si discute dell’opportunità di abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la norma che consente a un giudice di stabilire il reintegro per il lavoratore licenziato senza giusta causa. Negli ultimi mesi il dibattito è tornato al centro dell’agenda politica e già nella famosa lettera dello scorso agosto, le istituzioni europee, pur non facendo un riferimento diretto allo Statuto, sollecitavano un deciso intervento che rendesse meno rigido il mercato del lavoro in Italia. Il governo Monti sembra oggi orientato a raccogliere concretamente l’invito attraverso l’introduzione di un doppio regime giuridico: mantenimento dell’articolo 18 per tutti coloro che già godono della sua protezione e abolizione per i nuovi assunti. Uno scambio che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe favorire la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. È veramente così? Com’è noto la disciplina riguarda soltanto le imprese con più di 15 dipendenti. Pochi sanno, però, che la soglia non si riferisce all’intero organico di un’azienda, ma soltanto a quello delle unità produttive che operano in un singolo Comune. Vale a dire che se un’impresa …

“Caro Sottosegretario Rossi Doria, lettera di una maestra”, da Scuola Oggi

Caro Sottosegretario Rossi Doria, il suo intervento a La7 mi è piaciuto. Una volta tanto si sente parlare un politico di cose di cui sa e che ha vissuto. Niente retorica e luoghi comuni e neppure demagogia e propaganda elettorale. Certo nel Suo intervento non ha fatto proclami ad effetto, ma con un tono pacato ha dato un’idea di quello che la scuola è, e dovrebbe essere. Un luogo dove i docenti, impegnati e in affanno per le riforme, non sempre volute e necessarie, stentano a ricevere i dovuti riconoscimenti per il lavoro faticoso e importante che svolgono quotidianamente con i giovani. Un luogo dove gli studenti, che crescono e condividono con i loro coetanei le contraddizioni del loro tempo, vengono o esaltati o compatiti o demonizzati, e non sempre a ragione. Oggi sul nuovo Dicastero dell’Istruzione, come avrà già avuto modo di comprendere, gravano non poche aspettative che provengono, come sempre, dai più che continuano a lavorare con passione per la scuola e nella scuola. La politica del precedente governo, che aveva riservato alla …

"Caro Sottosegretario Rossi Doria, lettera di una maestra", da Scuola Oggi

Caro Sottosegretario Rossi Doria, il suo intervento a La7 mi è piaciuto. Una volta tanto si sente parlare un politico di cose di cui sa e che ha vissuto. Niente retorica e luoghi comuni e neppure demagogia e propaganda elettorale. Certo nel Suo intervento non ha fatto proclami ad effetto, ma con un tono pacato ha dato un’idea di quello che la scuola è, e dovrebbe essere. Un luogo dove i docenti, impegnati e in affanno per le riforme, non sempre volute e necessarie, stentano a ricevere i dovuti riconoscimenti per il lavoro faticoso e importante che svolgono quotidianamente con i giovani. Un luogo dove gli studenti, che crescono e condividono con i loro coetanei le contraddizioni del loro tempo, vengono o esaltati o compatiti o demonizzati, e non sempre a ragione. Oggi sul nuovo Dicastero dell’Istruzione, come avrà già avuto modo di comprendere, gravano non poche aspettative che provengono, come sempre, dai più che continuano a lavorare con passione per la scuola e nella scuola. La politica del precedente governo, che aveva riservato alla …