Mese: Febbraio 2012

“Il governo Monti tra destra e sinistra”, di Eugenio Scalfari

Fino a poco tempo fa si diceva che l´Europa avesse molti problemi, uno dei quali era la Grecia ma i più preoccupanti erano la Spagna e soprattutto l´Italia. Oggi però risulta chiaro che il vero problema è l´Europa, anzi l´Europa tedesca perché è la Germania a dare il “la” a tutta l´orchestra delle istituzioni europee. Il presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, il presidente della Commissione Manuel Barroso, i commissari, i direttori generali e i loro vice, i segretari del Parlamento di Strasburgo e i funzionari delle commissioni parlamentari: una vasta e potente burocrazia plurinazionale dove i posti-chiave sono in mano a tedeschi e francesi e ai loro stretti alleati e dove le funzioni politiche sono esercitate da una tecnostruttura che ha gli occhi costantemente rivolti a Berlino. Il voto all´unanimità, che è ancora la regola per le decisioni più importanti dell´Unione, costituisce una delle varie armi a disposizione della Germania. È vero che esso conferisce un diritto di veto a tutti i Paesi dell´Unione, ma quei veti possono essere controllati, ammorbiditi, aggirati quando a …

"Un esito figlio di tre leggi", di Carlo Federico Grosso

Il Tribunale di Milano ha «prosciolto» ieri Berlusconi per intervenuta prescrizione. Questa decisione può essere condivisa o non essere condivisa. Come dimostra la varietà delle reazioni manifestate alla sentenza, c’è chi ritiene che l’ex presidente del Consiglio avrebbe dovuto essere assolto nel merito e chi ritiene che egli avrebbe dovuto essere invece condannato. Discutere questo tema, a questo punto, non appassiona più di tanto. Interessa, piuttosto, chiarire le ragioni che hanno consentito che la prescrizione potesse maturare. La domanda è la seguente. Si è trattato di un decorso del tempo dovuto alle eccessive lungaggini in cui si dibatte sovente la giustizia italiana o di un epilogo giudiziale che non si sarebbe verificato se non fossero intervenute pesanti interferenze legislative sull’ordinato e ragionevole svolgimento dei processi? Sul punto non credo vi possano essere dubbi. La sentenza maturata ieri è la conseguenza diretta degli interventi legislativi attraverso i quali, nell’ultimo decennio, una parte della classe politica ha cercato di intralciare, coprire, proteggere. Intralciare l’ordinato esercizio della giustizia; coprire e proteggere coloro che avrebbero dovuto essere, invece, inflessibilmente …

“Un esito figlio di tre leggi”, di Carlo Federico Grosso

Il Tribunale di Milano ha «prosciolto» ieri Berlusconi per intervenuta prescrizione. Questa decisione può essere condivisa o non essere condivisa. Come dimostra la varietà delle reazioni manifestate alla sentenza, c’è chi ritiene che l’ex presidente del Consiglio avrebbe dovuto essere assolto nel merito e chi ritiene che egli avrebbe dovuto essere invece condannato. Discutere questo tema, a questo punto, non appassiona più di tanto. Interessa, piuttosto, chiarire le ragioni che hanno consentito che la prescrizione potesse maturare. La domanda è la seguente. Si è trattato di un decorso del tempo dovuto alle eccessive lungaggini in cui si dibatte sovente la giustizia italiana o di un epilogo giudiziale che non si sarebbe verificato se non fossero intervenute pesanti interferenze legislative sull’ordinato e ragionevole svolgimento dei processi? Sul punto non credo vi possano essere dubbi. La sentenza maturata ieri è la conseguenza diretta degli interventi legislativi attraverso i quali, nell’ultimo decennio, una parte della classe politica ha cercato di intralciare, coprire, proteggere. Intralciare l’ordinato esercizio della giustizia; coprire e proteggere coloro che avrebbero dovuto essere, invece, inflessibilmente …

“Le amnesie di Sergio”, di Rinaldo Gianola

Negli ultimi giorni Marchionne si è riposizionato al centro del dibattito politico ed economico. Ha appoggiato Bombassei come prossimo presidente di Confindustria, anche se la Fiat è fuori dall`associazione. Ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera dove cambia la strategia del Lingotto e ipotizza la chiusura di altre due fabbriche italiane. In più la Fiat ha deciso di lasciare a casa i tre operai reintegrati dal giudice a Melfi, un fatto davvero grave e arrogante, e alla Magneti Marelli è partito l`ordine di smantellare le bacheche che espongono l`Unità (purtroppo non è un gesto di stupidità di un direttore di stabilimento perché poco prima dei casi di Bologna e Crevalcore, c`è stato quello pugliese). L`intervista al Corriere della Sera, firmata da Massimo Mucchetti, rappresenta per le argomentazioni, per le novità di strategia e anche per le dimensioni del testo un vero programma di governo della Fiat nei prossimi anni. È un`intervista che suscita, almeno in noi, moltissime preoccupazioni e che conferma tutte le perplessità, i timori che abbiamo più volte denunciato sulle reali …

"Le amnesie di Sergio", di Rinaldo Gianola

Negli ultimi giorni Marchionne si è riposizionato al centro del dibattito politico ed economico. Ha appoggiato Bombassei come prossimo presidente di Confindustria, anche se la Fiat è fuori dall`associazione. Ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera dove cambia la strategia del Lingotto e ipotizza la chiusura di altre due fabbriche italiane. In più la Fiat ha deciso di lasciare a casa i tre operai reintegrati dal giudice a Melfi, un fatto davvero grave e arrogante, e alla Magneti Marelli è partito l`ordine di smantellare le bacheche che espongono l`Unità (purtroppo non è un gesto di stupidità di un direttore di stabilimento perché poco prima dei casi di Bologna e Crevalcore, c`è stato quello pugliese). L`intervista al Corriere della Sera, firmata da Massimo Mucchetti, rappresenta per le argomentazioni, per le novità di strategia e anche per le dimensioni del testo un vero programma di governo della Fiat nei prossimi anni. È un`intervista che suscita, almeno in noi, moltissime preoccupazioni e che conferma tutte le perplessità, i timori che abbiamo più volte denunciato sulle reali …

"Noi e l’Italia dopo Monti", di Alfredo Reichlin

Questa discussione sul “dopo Monti” è veramente surreale. Cosa c’è di incerto nel nostro sostegno a questo governo? Lo abbiamo voluto noi, anche se dopo il crollo della destra il Pd (in forte crescita) poteva chiedere le elezioni e vincerle. E si sa benissimo perché abbiamo agito così: per fronteggiare la drammatica emergenza che assillava l’Italia. Un’emergenza che spingeva il Paese verso una situazione di tipo greco. Cosa che stiamo evitando anche per merito del governo Monti, e infatti Bersani gli rinnova ogni giorno il nostro appoggio. E allora? Su che cosa ci dobbiamo dividere? Sul “dopo Monti”? Vorrei dire su questo poche cose. Possibilmente chiare. Che cos’è il “dopo Monti” per un partito come il Partito democratico, degno del suo nome e consapevole delle sue responsabilità? È la solita bega tra capi, capetti e correnti e sottocorrenti? Mi dispiace, dopotutto né Bersani, né Veltroni, né Letta, né altri sono così importanti. Il “dopo Monti” consiste nell’impedire che la politica italiana torni ai vecchi giochi politici e personali, e invece nella necessità di mettere il …

“Noi e l’Italia dopo Monti”, di Alfredo Reichlin

Questa discussione sul “dopo Monti” è veramente surreale. Cosa c’è di incerto nel nostro sostegno a questo governo? Lo abbiamo voluto noi, anche se dopo il crollo della destra il Pd (in forte crescita) poteva chiedere le elezioni e vincerle. E si sa benissimo perché abbiamo agito così: per fronteggiare la drammatica emergenza che assillava l’Italia. Un’emergenza che spingeva il Paese verso una situazione di tipo greco. Cosa che stiamo evitando anche per merito del governo Monti, e infatti Bersani gli rinnova ogni giorno il nostro appoggio. E allora? Su che cosa ci dobbiamo dividere? Sul “dopo Monti”? Vorrei dire su questo poche cose. Possibilmente chiare. Che cos’è il “dopo Monti” per un partito come il Partito democratico, degno del suo nome e consapevole delle sue responsabilità? È la solita bega tra capi, capetti e correnti e sottocorrenti? Mi dispiace, dopotutto né Bersani, né Veltroni, né Letta, né altri sono così importanti. Il “dopo Monti” consiste nell’impedire che la politica italiana torni ai vecchi giochi politici e personali, e invece nella necessità di mettere il …