“Doppio cognome, un timido passo avanti”, di Mariella Gramaglia
Nel nome della madre. O meglio nel suo cognome. Da domani il bambino di una coppia regolarmente sposata potrà chiamarsi Bianchi come la sua mamma e Sire come il suo papà? E sarà consentito ai genitori scegliere in che ordine disporre i due cognomi? Un recente libro di educazione civica per le bambine, Nina e i diritti delle donne di Cecilia D’Elia, comincia proprio così, con lo stupore della piccola Nina, che sta imparando a leggere, di fronte ai biglietti del traghetto per la vacanza estiva della famiglia, che fanno della sua mamma, la signora Bianchi, un’estranea dal cognome diverso. La ragazzina passerà in rassegna con la madre la storia recente delle donne italiane, ma alla fine tornerà perplessa alla domanda iniziale: «Perché nel mio cognome non c’è anche il tuo?». È l’ultima voce, in ordine di tempo, di una battaglia che dura almeno dalla fine degli anni Ottanta, quando entrarono in Parlamento diverse donne che avevano vissuto l’esperienza del movimento femminista e cominciarono a depositare proposte di legge sul tema. Suscitando molti appassionati dibattiti …