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Lavoro. Bersani: Ottimista sull'accordo

Il Segretario si mostra fiducioso sulla riforma del lavoro ma ricorda che l’articolo 18 non è il problema principale
pubblicato. “Mi pare che in queste ultime 48 ore” ci sia “da parte di tutti quelli che sono seduti al tavolo, a cominciare dal governo” una maggior “consapevolezza che il Paese è nei guai e che si debba cercare un progetto comune”. E’ quanto ha affermato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a margine di un incontro del Pd bolognese sul lavoro, mostrandosi fiducioso su una possibile intesa per la riforma del lavoro.

In tema di lavoro, l’articolo 18 non è il problema principale, “c’è da aggiustarne la gestione” ma non è opportuno mettere al centro un tema che è a margine” della discussione sul lavoro.

“Non è questo il problema – ha osservato riferendosi all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori – c’è da aggiustarne la gestione, credo che sia un tema che si può affrontare ma non mettiamo al centro un tema che è a margine del tema del lavoro perché, altrimenti, non si può più discutere dei problemi veri”.

Per affrontare un cambiamento nel sistema degli ammortizzatori sociali “ci vuole un progress e ci vuole anche un quadro di risorse certo sennò non ci crede nessuno: le cose non si fanno con i fichi secchi altrimenti non ci crede neanche l’Europa”.

“E’ evidente che ci vuole un progress – ha replicato a chi gli chiedeva un commento sull’ipotesi di una proroga al 2017 della riforma degli ammortizzatori sociali – quando si passa da un sistema ad un altro. Bisogna organizzare un’evoluzione del sistema degli ammortizzatori in modo che non siano indeboliti ma siano migliorati e questo richiede un arco di tempo”.

Riflettendo sul tema del lavoro, il segretario del Pd ha poi sottolineato come la questione della precarietà ha indebolito il sistema del lavoro stesso. “Qui – ha puntualizzato – bisogna mettere assolutamente un rimedio. Vogliamo fare come la Germania, visto che dobbiamo fare gli esami? Allora io mi chiedo se risulti a qualcuno che in Germania ci sono 46 tipi di contratto. E non si dica che in Germania non ci sono tutele per i lavoratori contro le discriminazioni”.

Sul tema del lavoro, non ci sono divisioni all’interno del Pd, “il punto è che ne discutiamo solo noi e per questo sembra sempre che noi abbiamo dei problemi”.

“Il Pd ha le sue proposte precise in Parlamento. Nel Pd c’è libertà di parola – ha argomentato – ed è l’unico partito che ha presentato proposte precise sul lavoro quindi quando arriveranno le norme del Governo sapremo come confrontarle perché noi abbiamo le nostre proposte che non toccano l’articolo 18, ma toccano la precarietà, gli ammortizzatori sociali, gli incentivi per l’occupazione femminile e come dare un po’ di lavoro”.

“Di questo ci siamo ampiamente occupati negli organismi dirigenti, nelle nostre assemblee. Il punto è che ne discutiamo solo noi e per questo sembra sempre che noi abbiamo dei problemi”.

Capitolo Liberalizzazioni
Sul tema delle liberalizzazioni “io vorrei che il governo si mettesse con chi vuole rafforzarle”.
“Ci sono tantissime frenate – ha osservato – ma ci sono anche tantissime accelerate e quindi non si può mettere tutto nel mucchio. Credo che anche il governo, se c’è una proposta che rafforza la sua stessa norma debba guardarla con un occhio interessato”.

Secondo il segretario del Pd “in queste ore in Commissione vengono contrastati emendamenti a rafforzare e non a indebolire le liberalizzazioni. Questo sta succedendo in Commissione: c’è chi vuole indebolire, c’è chi vuole rafforzare. Io – ha ribadito – amerei che il Governo si mettesse con chi vuole rafforzare”.

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