Giorno: 22 Febbraio 2012

“Esodati e ricongiunzioni folli. Il diritto negato alla pensione”, di Massimo Franchi

Un furto legalizzato, una sorta di diritto ipotetico, di lotteria, in cui le persone versano contributi senza sapere cosa succedera dei loro soldi e quando andranno in pensione . Un furto a cui la Cgil risponde preparandosi a sostenere chiunque voglia fare causa (class action non sono possibili) e mobilitandosi unitariamente con Cisl e Uil in una battaglia comune (partita con la lettera a Fornero dei tre segretari confederali il 19 gennaio in cui si parla di ≪situazioni drammatiche che la ministra sembra non aver compreso del tutto≫) per ≪ridare certezze ed equita al sistema pensionistico italiano≫. Dentro al ≪tritacarne≫, al ≪frullatore ≫ della riforma delle pensioni sono rimasti intrappolati centinaia di migliaia di persone. Si parlava di 65mila ma sono molti di piu, un numero preciso non esiste e non puo esserci perche l’Inps non puo avere dati su persone che non hanno ancora fatto domanda di pensione , spiega Vera Lamonica, segretario confederale Cgil, cercando di evitare l’uso di quella parola bruttissima che e esodati e che non rende l’idea della tragedia di …

"Emma al bar", di Massimo Gramellini

Mi ritrovo sempre più spesso a tessere controvoglia l’elogio dell’ipocrisia dei vecchi democristiani, che parlavano ore senza dire nulla. Lo facevano apposta: per non offendere nessuno. Quando accusa i sindacati di proteggere i ladri e gli assenteisti cronici, Emma Marcegaglia si esibisce in un classico lamento da bar. I sindacati difendono i mascalzoni e penalizzano i volenterosi. Gli imprenditori portano i soldi in Svizzera invece di investirli in azienda. I manager non vengono pagati per quanto producono ma per quanto tagliano. I ragazzi piangono miseria però si rifiutano di fare i mestieri umili, e via sermoneggiando. Ora, i luoghi comuni da bar sono tali proprio perché contengono un fondo di verità. Ma hanno questo di terribile: pronunciati fuori dal loro contesto naturale (l’aperitivo con oliva) si tramutano in una generalizzazione che avvelena la convivenza e fa scattare la rappresaglia. Lo si è visto anche ieri: Marcegaglia non aveva ancora finito di sputare fiele sul sindacato protettore di ladri con cui in teoria sta trattando la riforma del mercato del lavoro che già Di Pietro le …

“Emma al bar”, di Massimo Gramellini

Mi ritrovo sempre più spesso a tessere controvoglia l’elogio dell’ipocrisia dei vecchi democristiani, che parlavano ore senza dire nulla. Lo facevano apposta: per non offendere nessuno. Quando accusa i sindacati di proteggere i ladri e gli assenteisti cronici, Emma Marcegaglia si esibisce in un classico lamento da bar. I sindacati difendono i mascalzoni e penalizzano i volenterosi. Gli imprenditori portano i soldi in Svizzera invece di investirli in azienda. I manager non vengono pagati per quanto producono ma per quanto tagliano. I ragazzi piangono miseria però si rifiutano di fare i mestieri umili, e via sermoneggiando. Ora, i luoghi comuni da bar sono tali proprio perché contengono un fondo di verità. Ma hanno questo di terribile: pronunciati fuori dal loro contesto naturale (l’aperitivo con oliva) si tramutano in una generalizzazione che avvelena la convivenza e fa scattare la rappresaglia. Lo si è visto anche ieri: Marcegaglia non aveva ancora finito di sputare fiele sul sindacato protettore di ladri con cui in teoria sta trattando la riforma del mercato del lavoro che già Di Pietro le …

“La tentazione del muro”, di Barbara Spinelli

Con molta, troppa facilità ci stiamo abituando a dire che la bancarotta greca non sarebbe poi la catastrofe paventata da anni. Il male, incurabile, basterebbe allontanarlo, asportando Atene dall´Eurozona come si fa con un´appendicectomia. Quel che conta è evitare il contagio, e non a caso il Fondo salva Stati si chiama d´un tratto Firewall, muro parafuoco che serve a proteggere i sistemi informatici dalle intrusioni: che salverà chi è ancora dentro (l´Italia, per esempio) da chi, nell´ignominia, sta cadendo fuori. Come la linea Maginot che i francesi eressero per proteggersi dagli assalti tedeschi negli anni ‘20-´30, Firewall evoca gli universi chiusi della clinica e della guerra: il miraggio d´un muro inviolabile rassicura, anche se sappiamo bene come finì il fortilizio francese. Cadde d´un colpo. Lo storico Marc Bloch parlò di strana disfatta perché il tracollo era avvenuto negli animi, prima che lungo la Maginot: «nelle retroguardie della società civile e politica», prima che al fronte. In realtà nessuno ci crede, al chimerico Firewall che abita le fantasie e fiacca la ragione. Altrimenti l´Unione non avrebbe …

"La tentazione del muro", di Barbara Spinelli

Con molta, troppa facilità ci stiamo abituando a dire che la bancarotta greca non sarebbe poi la catastrofe paventata da anni. Il male, incurabile, basterebbe allontanarlo, asportando Atene dall´Eurozona come si fa con un´appendicectomia. Quel che conta è evitare il contagio, e non a caso il Fondo salva Stati si chiama d´un tratto Firewall, muro parafuoco che serve a proteggere i sistemi informatici dalle intrusioni: che salverà chi è ancora dentro (l´Italia, per esempio) da chi, nell´ignominia, sta cadendo fuori. Come la linea Maginot che i francesi eressero per proteggersi dagli assalti tedeschi negli anni ‘20-´30, Firewall evoca gli universi chiusi della clinica e della guerra: il miraggio d´un muro inviolabile rassicura, anche se sappiamo bene come finì il fortilizio francese. Cadde d´un colpo. Lo storico Marc Bloch parlò di strana disfatta perché il tracollo era avvenuto negli animi, prima che lungo la Maginot: «nelle retroguardie della società civile e politica», prima che al fronte. In realtà nessuno ci crede, al chimerico Firewall che abita le fantasie e fiacca la ragione. Altrimenti l´Unione non avrebbe …

"Ecco perché pagherà anche il salotto buono", di Lucia Annunziata

Non si sa se la cosa più grave è che abbia citato la «distruzione creativa» di Schumpeter, o il termine «salotto buono». Avremmo amato capire, ma le cronache non ci hanno illuminato, se chi lo ascoltava è rimasto più sorpreso dalla negazione di ogni sua «deferenza» al potere economico, o dalla riaffermazione del divieto «di sedere simultaneamente nei Cda di banche e assicurazioni». Mario Monti, due giorni fa parlando alla Borsa di Milano, davanti al Gotha finanziario del Paese, 400 invitati, ha fornito un’altra tessera al profilo del suo governo: e stavolta nel mirino non ha messo il sindacato ma i «poteri forti». Stranamente, le sue parole sono passate quasi inosservate nell’arena politica, specie nell’area di centrosinistra che pure si sta aspramente dividendo sull’appoggio o meno al suo governo. Vediamole, queste parole, nella versione ufficiale del sito di Palazzo Chigi. «Una cronaca veloce ci attribuisce deferenza verso il salotto buono ma togliere la possibilità di sedere simultaneamente nei cda di banche e assicurazioni, non è stata una cosa molto gradita. Pensiamo, poi, che in passato …

“Ecco perché pagherà anche il salotto buono”, di Lucia Annunziata

Non si sa se la cosa più grave è che abbia citato la «distruzione creativa» di Schumpeter, o il termine «salotto buono». Avremmo amato capire, ma le cronache non ci hanno illuminato, se chi lo ascoltava è rimasto più sorpreso dalla negazione di ogni sua «deferenza» al potere economico, o dalla riaffermazione del divieto «di sedere simultaneamente nei Cda di banche e assicurazioni». Mario Monti, due giorni fa parlando alla Borsa di Milano, davanti al Gotha finanziario del Paese, 400 invitati, ha fornito un’altra tessera al profilo del suo governo: e stavolta nel mirino non ha messo il sindacato ma i «poteri forti». Stranamente, le sue parole sono passate quasi inosservate nell’arena politica, specie nell’area di centrosinistra che pure si sta aspramente dividendo sull’appoggio o meno al suo governo. Vediamole, queste parole, nella versione ufficiale del sito di Palazzo Chigi. «Una cronaca veloce ci attribuisce deferenza verso il salotto buono ma togliere la possibilità di sedere simultaneamente nei cda di banche e assicurazioni, non è stata una cosa molto gradita. Pensiamo, poi, che in passato …