partito democratico, politica italiana

“Primarie preziose contro l’antipolitica”, di Paola Gaiotti de Biase

Il caso delle primarie di Genova è un dato della situazione politico-psicologica del Paese che deve fare oggetto di tutta la nostra attenzione. C’è, ed è forse prevalente rispetto all’esplicito appoggio al Pd, un area forte, motivata, non qualunquista né populista del Paese che si attende dal Pd un apporto al rinnovamento dello stile politico maggiore di quello effettivamente visibile. Il messaggio trasmesso in questi anni da Bersani è incontestabile e apprezzato, anche proprio per quello che riguarda il ruolo delle primarie nell’ascolto delle attese autentiche dei cittadini e della piena legittimazione delle loro scelte: un segnale del dover essere le primarie un segno dell’attenzione al Paese e non uno strumento della classe politica,
di cui rischia di esprimerecomeaccaduto a Genova più le rivalità interne che la forza della governance. Semmai riduce l’efficacia del segnale una stampa troppo disattenta a tante cose positive che il Pd è andato maturando e costruendo per il Paese, fino a considerarlo talora estraneo e inesistente rispetto alla svolta radicale, e positiva, che stiamo vivendocon il governo Monti. Ma le primarie, di fronte a questo messaggio, valgono comunque più delle parole, perché sono un fatto,un evento, una proposta di interventi ai critici, di fatto una riforma strutturale della selezione politica, e sono per gli iscritti un’occasione imperdibile per il rapporto con i cittadini; sono, con i loro numeri, quelli dei partecipanti e quelli della loro distribuzione fra i candidati,undato vero, non un sondaggio, non una supposizione, ma un dato della situazione politica che abbiamo davanti. Scrivo questo oggi anche perché come iscritta al Pd sono implicata nelle primarie che si stanno svolgendo nel Lazio per la nomina del segretario regionale e per cui si voterà il 19 febbraio.
Lascio da parte il problema se davvero per gli incarichi di partito sono lo strumento adeguato. È però certo, dal punto di vista politico, che sono oggi più che adeguate, necessarie, proprio come risposta a tutte la tentazioni dell’antipolitica, come critica delle cricche, come segnale e invito a partecipare all’innovazione desiderata ad ancora incerti e dubbiosi.
Ebbene sono stupita che di fronte a questa occasione sia così difficile al Pd regionale far passare questa notizia sulla stampa, farla commentare a partire da programmi, impegni, storie dei candidati, a informare del cambio di data in ragione dell’ emergenza: si era partiti con perfino un eccesso di pubblicità con
l’affissione di manifesti, che a Roma è ormai un modo impopolare di
informare e si sta finendo con l’assoluta disinformazione di troppi. Questo è anche un invito all’Unità, nel senso del giornale e nel senso della coesione interna.

L’Unità 18.02.12