Chiamato da Gelmini alla guida dell’istituto, si è dimesso per il compenso basso (115mila euro): si cerca una cattedra. Il motto della Sapienza recita “il futuro e passato di qui”, ma, in questo caso, si tratta del futuro del professor Domenico Giardini, a cui si deve trovare una cattedra presso il dipartimento di Scienze della terra prima che, il prossimo 1˚ marzo, le sue dimissioni da presidente dell’Ingv divengano irrevocabili. Il gran pasticcio all’italiana inizia quando l’ex ministro Maria Stella Gelmini nomina il sismologo, professore al Politecnico di Zurigo, presidente dell’ organo scientifico della Protezione civile, scegliendolo in una cinquina indicata dal comitato di valutazione presieduto dal professor Salamini. Giardini si insedia ma trova che l’indennita di 115.000 euro, poco inferiore a quella che percepiva il suo predecessore e lontano maestro Enzo Boschi, sia bassa. Fallisce un primo tentativo di rimediare: una richiesta alla Funzione pubblica di autorizzare la Protezione civile a pagare l’integrazione. Il “niet” e inevitabile, e stata appena varata la norma sul tetto alle indennita dei manager pubblici. Il professore rassegna le dimissioni, accolte dal ministro Profumo (a sua volta dimissionario dal Cnr), il 31 gennaio. Ma non si arresta la ricerca di una soluzione alternativa per “dribblare” il tetto di spesa: il ministro telefona al rettore della Sapienza Luigi Frati, il rettore si rivolge al dipartimento di Scienze della terra. Il consiglio di dipartimento – giovedi scorso – ha votato “si” alla richiesta proveniente da tanto autorevole filiera, di una chiamata per “chiara fama”. Pero l’operazione, denunciata da il “foglietto della ricerca”, giornale on line del sindacato di base, appare a molti, universitari e ricercatori, come≪un completo sovvertimento delle regole≫ o, direbbe l’ex ministro Calderoli, ≪una porcata≫. C’e la beffa: il prof dovrebbe essere pagato con il fondo che fu istituito con la riforma Gelmini per i concorsi. Ma l’elefantiasi burocratica della riforma ha paralizzato la vita degli atenei, i concorsi non si fanno. Allora il ministro Profumo ha inviato una circolare ai rettori: usate quei soldi per le chiamate di “chiara fama”. Il risultato e che le malmesse casse universitarie dovrebbero rimpinguare il reddito del nuovo presidente dell’Ingv. Macome fara Giardini ad espletare i compiti di didattica e ricerca? Il professore ha conservato (part time) la cattedra a Zurigo, dove vive con la famiglia, e visiting professor a Singapore. In piu e alla testa dell’Ingv che si occupa operativamente di terremoti, frane, eruzioni vulcaniche, alluvioni. Roba da richiedere un impegno a tempo pieno. Ingv, d’altra parte, proprio per la delicatezza dei compiti, beneficia di finanziamenti di ricerca molto importanti: 100 milioni annui contro i 2 milioni e 800mila che arrivano a dipartimenti universitari e Cnr. Anche all’Ingv (mille ricercatori di cui 400 precari) la pazienza e messa a dura prova, in una lettera al Cda si chiede ≪trasparenza e etica≫. Sollecitudine. Perche tanta sollecitudine nel cercare di raddoppiare il reddito del professore che, sommando4 incarichi, guadagnerebbe quanto Barak Obama (400mila dollari)? Il ministro non potrebbe scegliere uno degli altri quattro della cinquina: Benedetto De Vivo (geochimica), Carlo Doglioni (geodinamica), Stefano Gresta (fisica dei vulcani), Roberto Sabadini (geofisica)? Domenico Giardini e sicuramente molto gradito ai vertici della Protezione civile. Quando la procura de l’Aquila apri il procedimento sulla Commissione grandi rischi, accusata di avere trasmesso alla popolazione un messaggio tranquillizzante, Giardini si schiero con Guido Bertolaso: ≪Il pericolo e quello di produrre una serie infinita di falsi allarmi≫, disse in un convegno organizzato dall’allora capo della Protezione civile. Fra gli imputati per mancato allarme a l’Aquila c’e l’attuale direttore del servizio sismico di Protezione civile Mauro Dolce. Il prof di Zurigo e anche un fautore dell’assicurazione obbligatoria per i rischi sismici, che fu cavallo di battaglia del gruppo della Protezione civile Spa. Ingv, inoltre, e un ganglio delicato, situato com’e su una difficile linea di confine fra oggettivita scientifica e operativita della Protezione civile, la sua indipendenza scientifica e a garanzia della sicurezza dei cittadini. Ma e difficile aspettarsi indipendenza da una nomina tanto condizionata da favoritismi accademico- politici.
L’Unità 18.02.12