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“Contributi più alti sui contratti atipici”, di Luisa Grion e Roberto Mania

La riforma del lavoro sarà varata entro marzo, ma lo schema degli interventi è già delineato. L´ultimo tassello del progetto, che ieri il ministro ha illustrato nelle sue linee guida ai colleghi europei, sarà rappresentato dall´intervento sull´articolo 18. È previsto anche un rafforzamento del sussidio di disoccupazione e contributi più alti per i contratti atipici.

La riforma del lavoro sarà varata entro marzo, ma lo schema degli interventi è già delineato. L´ultimo tassello del progetto, che ieri il ministro ha illustrato nelle sue linee guida prima in Parlamento e poi a Bruxelles ai colleghi europei del Lavoro, sarà rappresentato dall´intervento sull´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

AMMORTIZZATORI
Lunedì, nell´incontro con sindacati e Confindustria, il ministro Fornero toglierà definitivamente il velo alla sua proposta sugli ammortizzatori sociali. L´impianto, però, è chiaro. Ci saranno solo due istituti per il sostegno al reddito, uguali per tutti, senza distinzione per età, area di lavoro, dimensioni dell´azienda, tipo di contratto, settore di attività: la cassa integrazione ordinaria e l´indennità di disoccupazione. Nell´impostazione del governo non c´è più posto per la cassa integrazione straordinaria, per la cassa integrazione in deroga, né, infine, per l´indennità di mobilità. L´idea di fondo – sul modello di quanto avviene nei paesi del nord Europa – è che gli ammortizzatori sociali debbano servire o a integrare il reddito dei lavoratori di un´azienda che attraversa una crisi dalla quale sarà comunque in grado di uscire, oppure come sostegno al reddito di una persona che ha perso il lavoro ed è coinvolta in un percorso di ricollocazione. E chi dovesse rifiutare una nuova occupazione, adatta alle proprie caratteristiche professionali, perderà il sussidio. Per finanziare la riforma, che comunque non entrerà in vigore prima di un anno e mezzo per colpa della nuova recessione, si allargherà la platea dei contribuenti alle piccole imprese artigiane e commerciali che oggi versano pochissimo. Non ci saranno nuove risorse pubbliche. «Stiamo studiando con il lanternino ogni possibile ristrutturazione della contribuzione per vedere di dare un´assicurazione a tutti con la loro redistribuzione», ha detto la Fornero.

CONTRATTI
Il ministro ha già detto quello che vuole fare sul fronte dei contratti. «Nel mercato del lavoro italiano – ha spiegato ieri a Bruxelles – esistono troppe tipologie contrattuali che negli anni hanno generato una diffusa precarietà». Per ridurre le distanze il governo intende agire con una doppia leva: disincentivare l´abuso dei contratti a termine (oggi oltre il 71 per cento delle assunzioni avviene con contratti di questo tipo) attraverso un aggravio contributivo a carico del datore di lavoro (che servirà anche a pagare la cassa integrazione per i lavoratori atipici) e incentivare la trasformazione dei contratti a tempo in contratti a tempo indeterminato con sgravi contributivi pari a quanto versato in più. Di fatto una restituzione, un meccanismo bonus-malus a costo zero per le imprese che stabilizzano i contratti a tempo. Saranno ridefiniti i confini del contratto a chiamata e dei contratti a progetto. E arriveranno più controlli non solo per scovare il lavoro nero, ma anche per verificare se dietro un contratto flessibile si nasconde un normale rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno.

ARTICOLO 18
E´ il capitolo più delicato. La Cgil, che ieri ha riunito tutti i segretari generali delle categorie insieme al leader confederale Susanna Camusso, non è disposta ad accettare alcun ritocco all´articolo 18. Solo su un punto è pronta a trattare: la riduzione dei tempi delle cause giudiziarie per i licenziamenti senza giusta causa, quelli per i quali l´articolo 18 prevede il reintegro. Ma il governo sembra intenzionato a fare qualcosa di più. Tanto che Cisl e Uil sono disposte a cambiare le regole per i licenziamenti individuali per motivi economici.

DONNE e SUD
Su disoccupazione femminile e meridionale, due picchi del problema lavoro, è già intervenuto il decreto «Salva Italia», ora per potenziarne gli interventi servono nuove risorse.Il decreto dà la possibilità alle imprese che decidono di impegnare lavoratrici e under 35 a tempo indeterminato di dedurre 10.600 euro per ogni assunzione. Sconto che sale a 15.200 euro nelle regioni del Sud. Il ministro Fornero assicura che donne e Sud sono «tra le nostre preoccupazioni» ma il governo non si impegna in nuovi sgravi Irpef. «Se all´interno di un provvedimento più vasto di riordino del sistema fiscale ci saranno risorse non potrò che esserne contenta» ha commentato.

APPRENDISTATO
Il governo punta a valorizzarlo come contratto prevalente nella fase di ingresso al lavoro, impostazione sulla quale sono d´accordo anche sindacati e imprese. Sono previsti una durata massima di tre anni, formazione certificata e agevolazione contributiva. Il Testo unico varato dal precedente governo con il consenso delle parti prevede che, «per alta formazione» l´apprendistato possa essere esteso anche a giovani fra i 18 e i 29 anni.

La Repubblica 18.02.12