"Il precario tra Monti e Camusso", di Bruno Ugolini
Giovanni, uno dei tanti precari che conosco, mi ha inviato un’Email per dirmi di non essere molto preso dalla curiosità di sapere se c’è stato un incontro segreto tra la Camusso e Monti. Non è questo che lo preoccupa. Così come non lo preoccupa il pranzo, sempre da Monti, con la Camusso, ma stavolta anche con Bonanni, Angeletti e addirittura il presidente della Repubblica tedesca Wulf. Quello che a lui, invece, sta molto a cuore è il suo futuro. Anche perché la ridda delle ipotesi che legge riguardano soprattutto una cosa: l’articolo 18. Lui quasi non sa nemmeno che cosa sia. Giovanni, infatti, da alcuni anni insegue il lavoro del precario, ovverosia vive contratti spesso di breve durata, magari lunghi tre mesi. E ogni tanto viene licenziato, senza bisogno di alcuna motivazione, di natura economica o tesa alla pura e semplice discriminazione. Il padrone (o, pardon, datore di lavoro sia pure intermittente) gli dice “contratto scaduto” e lui va a casa. E non può andare certo dal giudice per chiedere di essere reintegrato oppure di …