attualità, politica italiana

“Lo strano miracolo delle tessere Pdl”, di Gianni Del Vecchio

Fra i tesserati 2012 del Pdl puoi trovare un po’ di tutto, anche persone che sono del centrodestra a loro insaputa, come direbbe Scajola. Nelle liste trovi militanti del Pd e di Rifondazione comunista, esponenti politici di altri partiti, ignari iscritti di un’associazione di cacciatori, 139 residenti fantasma in un sottoscala barese, un imprenditore finito nelle inchieste della magistratura per i legami d’affari con i Casalesi e, immancabilmente, un bel po’ di defunti. Questa è stagione di congressi provinciali e delle grandi città per il Pdl e, inevitabilmente, tempo di battaglie politiche fra le varie correnti.
E, come i riti della Prima Repubblica insegnano, il primo effetto è la corsa all’accaparramento di pacchetti di voti da parte dei signori delle tessere. Accaparramento che purtroppo non esclude il ricorso a metodi quanto meno poco ortodossi, se non a volte sul filo della legalità. Non è un caso che si stiano moltiplicando le denunce da parte di parlamentari ed ex esponenti di governo pidiellini, gli esposti alla magistratura e le inchieste delle procure. Veleni, accuse reciproche e indagini che finiscono per balcanizzare ancor di più un partito già in profonda crisi di identità e di consensi, che il segretario Angelino Alfano sta tentando in tutti i modi di rivitalizzare.
Proprio la rapida e ripida discesa nei sondaggi che il partito di Berlusconi sta sperimentando, è il primo segnale che nell’operazione tesseramento per il 2012 qualcosa non sia andato per il verso giusto. Il Pdl infatti ha raccolto un milione e duecentomila tessere, un grande successo che mal si coniuga con i numeri deprimenti rilevati dagli istituti demoscopici.
Secondo la media dei sondaggi elettorali stilata da termometropolitico.it, il primo partito di centrodestra oggi arriverebbe a malapena al 23 per cento, a 15 punti di distanza dal 38 per cento raccolto alle ultime politiche del 2008. E poi fa pensare la distribuzione territoriale delle tessere, molto sbilanciata verso Lazio e Campania (quasi cinquecentomila iscritti), stando a quanto filtra da via dell’Umiltà. Tanti dubbi, che stanno però diventando realtà, visto che cominciano a venir fuori piccoli e grandi anomalie su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. La denuncia più clamorosa è quella che arriva da Modena. Nella città emiliana, ci sarebbero ben seicento tessere arrivate all’ultimo momento che puzzano di malavita. A rivelarlo non è un malizioso comunista ma Isabella Bertolini, parlamentare pidiellina e coordinatrice modenese, tra le fondatrici di Forza Italia e fedelissima di Berlusconi. La Bertolini ha addirittura inviato una lettera ad Alfano (dal quale ancora non ha avuto nessuna risposta) in cui sottolinea la stranezza del boom del tesseramento nella sua città (quasi seimila iscritti rispetto al migliaio di un anno fa) ma soprattutto vuol vederci chiaro su quelle 600 adesioni che arrivano dal casertano e dalla Calabria, zone ad alta intensità criminale.
Una preoccupazione più che fondata: Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena sotto scorta per le sue inchieste su ’ndrangheta e camorra in Emilia, s’è preso la briga di andare a spulciare i nuovi tesserati modenesi e ha pescato il nome di un imprenditore indagato dalla procura antimafia di Bologna per legami d’affari con il clan dei Casalesi. Se in Emilia il problema sono le infiltrazioni, a Vicenza invece c’è un’indagine della procura cittadina su diverse iscrizioni a insaputa del destinatario.
I magistrati stanno passando al setaccio circa ottomila richieste di adesione sospette perché ne ipotizzano la falsità di una parte: un “taroccatore” avrebbe trascritto sui moduli del Pdl i dati anagrafici di centinaia di persone copiandoli dagli elenchi dell’Associazione cacciatori veneti. Sta di fatto che fra i tesserati pidiellini sono finiti militanti di Rifondazione comunista, l’ex parlamentare del Pd Massimo Calearo e il sindaco di Codognè, il leghista di ferro Roberto Bet. Assieme a diverse persone defunte. Anche in questo caso, come a Modena, c’è chi nel Pdl ha alzato la voce per segnalare lo scandalo: l’ex ministro dei beni culturali Giancarlo Galan si è detto «molto indignato » e «per niente meravigliato».
Un meccanismo più o meno simile è saltato fuori a Bari, dove una militante del Pd ha presentato un esposto in procura perché si è trovata suo malgrado nel Pdl. Un caso non isolato, visto che va legato a quello dei 139 baresi tesserati e residenti allo stesso indirizzo, un sottoscala di un palazzo.
Peccato che lì ci sia la sede di una società privata che si è affrettata a smentire qualsiasi collegamento al gruppone di residenti-fantasma e al partito di Berlusconi. Una brutta vicenda, che non è andata giù all’ex sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. L’ex An ha chiesto che venga presto trovato il responsabile e cacciato immediatamente. Insomma, mentre a Roma il povero Alfano cerca di caratterizzare il Pdl come «il partito degli onesti», sul territorio (da Nord a Sud, passando per il Centro) a prevalere è il solito partito dei furbetti.

da Europa Quotidiano 14.02.12

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Tessere false, arruolati anche avversari i congressi azzurri finiscono in procura”, di GIULIANO FOSCHINI E LELLO PARISE

Si sono ritrovati iscritti militanti di Pd e Lega. Dopo le denunce, i carabinieri hanno bussato alla sede nazionale
Alcuni casi segnalati dall´interno dello stesso partito. Mantovano: “Quei pochi truffatori vanno individuati e cacciati”. Congressi con il trucco. Quelli del Pdl. Piovono esposti nelle procure per sedicenti iscritti nelle liste del partito. A fronte di un milione di cittadini che avrebbero aderito al Pdl per eleggere rappresentanti alle assemblee comunali, provinciali e nazionali, c´è chi all´interno dello stesso Pdl denuncia «anomalie» orchestrate da «pochi truffatori». L´accusa è dell´ex sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano: «Non c´è da meravigliarsi che qualcuno ci provi, accade in tutti i partiti. Non deve però accadere che non si accerti come stanno le cose. Io sono onorato di far parte del Pdl, chiedo quindi linea dura contro questi truffatori: vanno espulsi».
Il materiale non manca. Da Bari a Savona, da Cosenza a Casapesenna, da Modena a Vicenza fioccano le denunce. C´è l´iscritta del Pd che si trova fedelissima di Berlusconi, la dj leghista con la foto sulla tessera firmata da Alfano. Nei giorni scorsi i carabinieri di Vicenza hanno sequestrato tessere e documenti nella sede di via dell´Umiltà per accertare, per esempio, come mai tutti i cacciatori veneti fossero miracolosamente diventati iscritti al Pdl. A Bari, invece, 139 aderenti risultano residenti in un sottoscala. In mezzo a queste discussione, l´ex ministro Raffaele Fitto appare comunque entusiasta: «Il Pdl sta celebrando in tutta Italia una fortunata stagione congressuale. Ci confermiamo un grande partito capace di discutere e scegliere».

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Verifiche su novemila nomi ci sono tutti i cacciatori
Il primo sequestro i magistrati veneti lo hanno effettuato nella sede di via dell´Umiltà a Roma. Ora i carabinieri di Vicenza, coordinati dal pm Sergio Berlato, stanno spulciando le carte: l´ipotesi è di falso continuato in scrittura privata. Il caso dei finti iscritti nel Pdl in Veneto ha davvero dell´incredibile: a Vicenza le tessere sospette all´attenzione degli investigatori sono 8mila, a Treviso più di un migliaio. Ci sono militanti di Rifondazione e della Lega, morti, l´onorevole Massimo Calearo eletto nel Pd. Il caso più bizzarro è quello dei cacciatori: praticamente tutti gli iscritti all´Associazione cacciatori veneti si sono trovati con una tessera del Pdl in tasca. Nel mirino – come ha denunciato tra gli altri l´ex ministro Galan – è finito l´europarlamentare Sergio Berlato.

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L´anomalia dei 139 di Bari residenti in un sottoscala
E´ una militante del Pd, ma si ritrova iscritta al Pdl barese. Si chiama Concetta Ladalardo, ha 38 anni: «Non volevo crederci, poi ho scoperto che nome, cognome e data di nascita sono quelli della sottoscritta e la cosa mi ha dato molto fastidio. Presenterò un esposto alla magistratura, voglio giustizia». Il caso salta fuori dopo la denuncia di due consiglieri comunali “azzurri”, Filippo Melchiorre e Massimo Posca, che al congresso cittadino segnalano le «adesioni anomale» di 139 cittadini. Risultano tutti, compresa la Ladalardo, residenti in via Colaianni, 10: è l´indirizzo di un sottoscala. Il senatore Luigi D´Ambrosio Lettieri, segretario del partito, per metà impacciato e per metà seccato, assicura: «Stiamo verificando».

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A Modena è polemica sull´iscrizione dei casertani
Il caso Emilia Romagna nasce a Modena dove il 25 febbraio si candideranno tre aspiranti coordinatori provinciali. La coordinatrice uscente, l´onorevole Isabella Bertolini, usa parole molto forti accusando gli avversari della sua candidata di aver prodotto una serie di tesseramenti assi dubbi. «Ci sono città che hanno duplicato i numeri degli iscritti. E la cosa bizzarra – dice – è che i nuovi tesseramenti arrivano quasi tutti da una area geografica ben circoscritta: nel Pdl di Modena gli aderenti di Caserta e provincia sono 240, quelli originari dell´intera Calabria 93 su circa 5.800 iscritti: sono numeri che si commentano da soli». Il procuratore Vito Zincani, in attesa di un passo ufficiale, ha fatto già sapere che leggerà attentamente tutte le carte.

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Due big agli arresti per collusioni mafiose
La campagna di tesseramento del Pdl in Calabria si incrocia con due inchieste molto importanti di ‘ndrangheta. Due dei “signori” delle tessere del partito calabrese sono stati arrestati dall´antimafia, per altri reati, poco dopo aver chiuso la campagna di tesseramento: il consigliere regionale Franco Morelli (13.671 preferenze alle ultime elezioni) è finito in manette su ordine del pm Ilda Boccasini. Mentre il 21 dicembre la Dda di Reggio Calabrina ha arrestato il consigliere comunale Giuseppe Plutino. Per entrambi l´accusa è di contiguità alle cosche. Così mentre il coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Scopellitti, brindava alle 50mila tessere sul tavolo di Alfano, su quelli della procura arrivavano esposti che spingevano a tenere gli occhi aperti sull´incredibile boom.

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Quote pagate con Post-pay 91 iscritti subito cancellati
Tesserati di altri partiti, persone agli arresti domiciliari, anche nomadi. Sono alcuni degli iscritti al Pdl in provincia di Savona. Nelle liste, tra gli altri, c´erano anche il consigliere comunale del Partito democratico, Reginaldo Vignola e suo figlio Alessio che hanno presentato una denuncia in procura. Il partito ha prontamente provveduto a cancellare circa 91 iscrizioni, ritenute “inattendibili”, tutte arrivate al fotofinish da uno stesso indirizzo mail e con la quota(10 euro a testa) pagata tramite una PostPay. A compiere l´operazione un perito informatico che giura di aver eseguito soltanto «una prestazione professionale» ma nulla vuole dire su chi gli ha fornito gli elenchi. È possibile, però, che a farlo parlare ci pensi direttamente la magistratura.

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Pullman con 120mila schede ma è in arrivo il commissario
Nel momento della maggior crisi di consenso per il Pdl, in Campania questo è stato un anno straordinario. Tanto che il presidente della Provincia Luigi Cesaro, indagato in inchieste di camorra dalla procura di Napoli, è stato costretto ad affittare un pullmino per portare tutte le tessere a Roma: 120mila gli iscritti in Campania, con un vero e proprio boom in provincia di Napoli dove i fan del Pdl sono 45mila, quasi tutti proprio vicini a Cesaro. La situazione a Napoli città non è diversa. È scontro aperto tra il deputato Amedeo Laboccetta e l´assessore regionale Marcello Taglialatela, una guerra che potrebbe spingere il commissario regionale Francesco Nitto Palma a nominare un altro commissario: quello cittadino.

La Repubblica 14.02.12