A spoglio quasi ultimato il candidato Sel in vantaggio con il 42 per cento. Sconfitta Vincenzi sindaco uscente e la parlamentare Pinotti. Si è votato fino alle 21 ieri a Genova dove il centrosinistra sceglie il suo candidato sindaco per le elezioni amministrative di maggio. I primi dati danno in vantaggio a sorpresa Doria su Vincenzi e Pinotti. Doveva essere un testa a testa fra loro due, le donne del Pd che si sfidavano per la poltrona di Palazzo Tursi e invece è stata la corsa dell’outsider. Ha vinto lui, il professore di Storia dell’Economia, Marco Doria, 55 anni, cresciuto nella Fgci, poi nel Pci , oggi candidato indipendente alle primarie sostenuto da Sel e da Don Gallo, il prete della Genova disperata che non si arrende. Un terremoto per il partito democratico genovese e non solo. Dopo Cagliari, Milano, Napoli anche Genova. Il segretario cittadino, Victor Rasetto pensa già a domani: «Da questo momento Marco Doria è il candidato di tutto il centrosinistra e del Pd e quindi a lui i complimenti di cuore. Adesso dobbiamo far vincere le elezioni alla coalizione di centrosinistra». Ma non nasconde il dato politico, «È evidente che i cittadini hanno mandato un segnale chiaro di cambiamento, ma o si capisce che le primarie hanno regole e conseguenze, e quindi si accetta il fatto che possano esserci anche sorprese, o se si continuano a pensarle come una partita già decisa allora sì che è un terremoto». Aggiunge che è pronto ad assumersi le sue responsabilità, come dirigente, che ne parlerà direttamente con Pier Luigi Bersani, ma ci tiene a dire che a Genova «ci sono state autocandidature», due, e quindi alla fine sono stati i cittadini a dire che forse qualcosa va cambiato. 25mila votanti contro i 35.433 della scorsa volta, Marco Doria al primo posto con il 41,8%% dei consensi, seguito da Marta Vincenzi con il 28,8; Roberta Pinotti con il 26,8; Angela Burlando ferma all’1.7 e Andrea Sassano allo 0,9%.
Calo dell’affluenza, vuoi per il freddo due seggi all’aperto sono stati spostati al chiuso vuoi perché nel capoluogo ligure già alle elezioni regionali un certo calo di tono si era già registrato. Ma se scende il numero dei votanti e il Pd si presenta spaccato, con due nomi, allora le possibilità che un candidato come il professore, faccia il pieno di voti si fanno davvero concrete. «Basta con le vecchie politiche. Costruire il futuro, condividere una storia», lo slogan scelto dal discendente dell’Ammiraglio, per una campagna elettorale sui tratti dall’arancione, formazione nella Fgci, poi nel Pci.
A urne chiuse, alle nove di sera, su una Genova, stretta dal freddo, è sceso il gelo nei quartier generali delle due candidate e nella sede del Pd mentre la temperatura cresceva di minuto in minuto nella sede del Comitato elettorale di Marco Doria, in salita Santa Caterina. «È stata la scelta giusta, comunque vadano le cose», dicevano dal suo quartier generale, scaramenticamente, quando gli exit poll raccontavano la sorpresa delle urne ma ancora si aspettavano i dati ufficiali. La giornata intensa delle competitor democratiche, convinte che la gara fosse sostanzialmente tra loro, è finita davanti a quei dati che via via arrivano e che non hanno lasciato neanche la speranza di un testa a testa. Uno stacco deciso, chiaro.
IN SERATA
Già verso sera, prima ancora che i seggi chiudessero, Marco Doria ha avuto la sensazione che davvero si potesse doppiare il risultato clamoroso di Cagliari dove Massimo Zedda si è prima aggiudicato le primarie e poi la poltrona di primo cittadino. E pensare che proprio l’altro giorno aveva espresso preoccupazione per lo svolgimento delle primarie perché aveva ricevuto segnalazioni di un tentativo di “infiltrarsi” da parte degli elettori di centrodestra. Ma alla fine il voto filato via tranquillo nei 73 seggi allestiti sotto la regia del «Prefetto Rosso», Michele Bartolozzi, guida infallibile dai tempi del Pci ad oggi della macchina elettorale della sinistra genovese.
E se a Genova c’è stato un calo di votanti ad Alghero, in Sardegna, è stato un boom di partecipazione con file ai seggi: oltre 5550 persone, tantissime se paragonate alle 5.300 di Cagliari alle ultime primarie. Il dato parziale delle 22 dava al primo posto Stefano Lubrano; seguito da Enrico Daga(entrambi del pd), Rosa Accardo (sostenuta da Sel).
A Oristano, invece, sono slittate al 4 marzo perché fino all’ultimo si è tentato (inutilmente) l’accordo con l’Udc, che notoriamente non le vuole, mentre a Selargius le operazioni di voto si sono chiuse alle otto di sera. 1650 i votanti e dopo un testa a testa ha vinto Rita Corda con un vantaggio di 37 voti su Francesco Lilliu, entrambi del Pd.
L’Unità 13.02.12
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