Giorno: 9 Febbraio 2012

“La possibilità di cambiamento adesso è reale”, di Bill Emmott

Il tempo, si dice, è un gran dottore, ma il modo in cui l’immagine dell’Italia all’estero si è trasformata nei tre mesi passati tra le dimissioni del presidente Silvio Berlusconi il 12 novembre e l’odierna visita del presidente Mario Monti alla Casa Bianca è stato a dir poco miracoloso. Mi dispiace di essere sacrilego, ma, come molti miracoli, questo è un po’ un’illusione. Tuttavia, le illusioni sono importanti, e così, per questo miracolo, valgono tre parole: centralità, verità e possibilità. Il miracolo è un’illusione perché un Paese non può cambiare così tanto in tre mesi. Questo punto di vista non nasce, vi assicuro, perché io sia il tipo di scrittore straniero che preferisce pensare che la Costa Concordia rappresenti l’Italia meglio del presidente Monti: sarebbe assurdo. Piuttosto, si pone perché nessuno, e nessuna nuova legge o misura di bilancio, può cambiare una situazione così velocemente. La maggior parte delle riforme economiche e istituzionali che sono necessarie non sono state ancora convertite in legge, figuriamoci attuate. E chiaramente resta una quantità enorme di resistenza ai cambiamenti …

"La possibilità di cambiamento adesso è reale", di Bill Emmott

Il tempo, si dice, è un gran dottore, ma il modo in cui l’immagine dell’Italia all’estero si è trasformata nei tre mesi passati tra le dimissioni del presidente Silvio Berlusconi il 12 novembre e l’odierna visita del presidente Mario Monti alla Casa Bianca è stato a dir poco miracoloso. Mi dispiace di essere sacrilego, ma, come molti miracoli, questo è un po’ un’illusione. Tuttavia, le illusioni sono importanti, e così, per questo miracolo, valgono tre parole: centralità, verità e possibilità. Il miracolo è un’illusione perché un Paese non può cambiare così tanto in tre mesi. Questo punto di vista non nasce, vi assicuro, perché io sia il tipo di scrittore straniero che preferisce pensare che la Costa Concordia rappresenti l’Italia meglio del presidente Monti: sarebbe assurdo. Piuttosto, si pone perché nessuno, e nessuna nuova legge o misura di bilancio, può cambiare una situazione così velocemente. La maggior parte delle riforme economiche e istituzionali che sono necessarie non sono state ancora convertite in legge, figuriamoci attuate. E chiaramente resta una quantità enorme di resistenza ai cambiamenti …

“Il declino dei partiti e il potere economico”, di Nadia Urbinati

La combinazione di capitalismo e democrazia costituisce un compromesso tra proprietà dei mezzi privati di produzione e suffragio universale, per cui chi possiede i primi accetta istituzioni politiche nelle quali le decisioni sono l´aggregato di voti che hanno uguale peso. Il keynesianesimo ha dato i fondamenti ideologici e politici di questo compromesso, e lo ha fatto rispondendo alla crisi del 1929 che lasciò sul tappeto una disoccupazione tremenda. Il compromesso con l´esistente dottrina economica consistette nell´assegnare al pubblico un ruolo centrale poiché invece di assistere i poveri come aveva fatto nei decenni precedenti, li impiegava o promuoveva politiche sociali che creavano impiego. Questo comportò l´incremento della domanda e la ripresa dell´occupazione. Come ebbe a dire Léon Blum, una migliore distribuzione può rivitalizzare l´occupazione e nello stesso tempo soddisfare la giustizia sociale. L´esito del compromesso tra democrazia e capitalismo fu che i poveri diventarono davvero i rappresentanti dell´interesse generale della società –la loro emancipazione bloccò le politiche restauratrici della classe che possedeva il potere economico. L´allargamento dei consumi privati aveva messo in moto il più importante …

"Il declino dei partiti e il potere economico", di Nadia Urbinati

La combinazione di capitalismo e democrazia costituisce un compromesso tra proprietà dei mezzi privati di produzione e suffragio universale, per cui chi possiede i primi accetta istituzioni politiche nelle quali le decisioni sono l´aggregato di voti che hanno uguale peso. Il keynesianesimo ha dato i fondamenti ideologici e politici di questo compromesso, e lo ha fatto rispondendo alla crisi del 1929 che lasciò sul tappeto una disoccupazione tremenda. Il compromesso con l´esistente dottrina economica consistette nell´assegnare al pubblico un ruolo centrale poiché invece di assistere i poveri come aveva fatto nei decenni precedenti, li impiegava o promuoveva politiche sociali che creavano impiego. Questo comportò l´incremento della domanda e la ripresa dell´occupazione. Come ebbe a dire Léon Blum, una migliore distribuzione può rivitalizzare l´occupazione e nello stesso tempo soddisfare la giustizia sociale. L´esito del compromesso tra democrazia e capitalismo fu che i poveri diventarono davvero i rappresentanti dell´interesse generale della società –la loro emancipazione bloccò le politiche restauratrici della classe che possedeva il potere economico. L´allargamento dei consumi privati aveva messo in moto il più importante …

“Lavoro, Fornero: I soldi non ci sono”, di Luigina Venturelli

Da giorni si susseguono incontri informali preliminari tra le parti sociali ed il governo, in vista del tavolo istituzionale sul mercato del lavoro che dovrebbe essere convocato per la prossima settimana. E tra gli argomenti da discutere ci sono ancora temi caldi come l’articolo 18, in grado di trasformare il confronto in scontro aperto. Eppure l’esecutivo si mostra ottimista: la riforma in questione vedrà la luce entro il mese di marzo. L’ha affermato il premier Mario Monti in un’intervista concessa al Wall Street Journal: «Ci stiamo avvicinando alla conclusione ». E l’ha ribadito il ministro Elsa Fornero, definendo «un bel sentiero largo» la strada per giungere ad un accordo con le parti sociali. L’OTTIMISMO DEL GOVERNO Per il momento viene considerata lontana la possibilità di arrivare comunque a un pacchetto di provvedimenti senza il consenso delle parti sociali. «Noi lavoriamo per l’accordo » ha assicurato la responsabile del Welfare, ricordando che la porta «è aperta» per «tutti quelli che vogliono vedermi per parlare di riforma del mercato del lavoro con l’agenda che abbiamo stabilito». La …

"Lavoro, Fornero: I soldi non ci sono", di Luigina Venturelli

Da giorni si susseguono incontri informali preliminari tra le parti sociali ed il governo, in vista del tavolo istituzionale sul mercato del lavoro che dovrebbe essere convocato per la prossima settimana. E tra gli argomenti da discutere ci sono ancora temi caldi come l’articolo 18, in grado di trasformare il confronto in scontro aperto. Eppure l’esecutivo si mostra ottimista: la riforma in questione vedrà la luce entro il mese di marzo. L’ha affermato il premier Mario Monti in un’intervista concessa al Wall Street Journal: «Ci stiamo avvicinando alla conclusione ». E l’ha ribadito il ministro Elsa Fornero, definendo «un bel sentiero largo» la strada per giungere ad un accordo con le parti sociali. L’OTTIMISMO DEL GOVERNO Per il momento viene considerata lontana la possibilità di arrivare comunque a un pacchetto di provvedimenti senza il consenso delle parti sociali. «Noi lavoriamo per l’accordo » ha assicurato la responsabile del Welfare, ricordando che la porta «è aperta» per «tutti quelli che vogliono vedermi per parlare di riforma del mercato del lavoro con l’agenda che abbiamo stabilito». La …

"Tagli ai soldi per l´editoria e calo delle vendite "il manifesto" in liquidazione", di Alessandra Longo

“Nessuna soluzione nonostante gli impegni di Monti e le richieste di Napolitano”. Il direttore Rangeri “Non si tratta solo di una prova di affetto ma anche di una prova politica”. Il ministero per lo Sviluppo Economico «ha avviato la procedura di liquidazione coatta amministrativa della cooperativa editrice «il manifesto». Il linguaggio è questo: crudo, burocratico. Non lo usa il “carnefice” ma le stesse vittime, cioè il collettivo del «manifesto» in una nota. Il giornale di Luigi Pintor, Rossana Rossanda, Valentino Parlato, Lucio Magri, Luciana Castellina e tanti altri conosce il suo «momento più difficile» nei suoi già tormentati 40 anni di vita. E´ in liquidazione, il decreto è stato firmato ieri. Difficile ammetterlo, anche se la crisi viene da lontano, difficile persino scriverlo, al punto che il primo a dare la notizia è il nuovo portale www. globalist. it, contenitore progressista di siti e firme indipendenti diretto da Gianni Cipriani. Primo pomeriggio: i colleghi della stampa cominciano a chiamare, ad informarsi, «il manifesto» è costretto ad elaborare pubblicamente il lutto. Non sono arrivati i fondi …