Giorno: 7 Febbraio 2012

“Strategia dell’irrisione”, di Francesco Cundari

Da oltre un mese assistiamo da parte del governo a una successione sempre più incalzante di battute argute e sentenziosi aforismi che girano tutti attorno allo stesso tema: il «posto fisso». Di simili dichiarazioni solo ierine sono arrivate ben due. La prima del ministro Fornero, che se l’è presa tra l’altro con l’«illusione» del «posto a vita». La seconda del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, a proposito dei giovani che vorrebbero il posto fisso «vicino a mamma e papà». È giusto prendere atto di tutte le rettifiche che in queste settimane sono seguite a molte di tali dichiarazioni, a cominciare dal ministro Cancellieri, che oggi precisa il senso delle sue parole proprio sull’Unità. Del resto lo stesso Mario Monti, dopo la sua infelice battuta sulla «monotonia» del posto fisso, ha sentito la necessità di spiegarsi meglio. Il problema sollevato da simili dichiarazioni non è però una questione di stile o di sensibilità, ma di sostanza. Il punto è che cosa dobbiamo aspettarci, per esempio, da uncapo del governo che usa l’espressione «apartheid» per descrivere la condizione …

«Edili molto flessibili Ma con la crisi è inutile», di Laura Matteucci

L’edilizia è la dimostrazione vivente che l’erosione dei diritti non porta ad alcuno sviluppo. Semmai è il contrario. È il settore più flessibile che c’è, eppure sta attraversando la crisi peggiore del dopoguerra». Di fatto l’art. 18 per voi non esiste. «Figuriamoci. La dimensione media d’impresa è di nemmeno due addetti, e in più è previsto il licenziamento per fine cantiere. Eppure da anni non si vede uno straccio di investimento. Dal 2008 ad oggi sono andati persi 300mila posti di lavoro, le imprese hanno chiuso a migliaia, il valore degli appalti pubblici si è ridotto del 40%, e di un quarto nel mercato privato. In tutto questo, è esplosa l’irregolarità, e riesploso il caporalato: stimiamo oltre 400mila lavoratori in nero. Con il governo Berlusconi le regole sono state considerate un impaccio allo sviluppo: i risultati sono questi, e nonostante il cambio di governo non se ne vede l’uscita ». Parla il segretario della Fillea- Cgil, Walter Schiavella: l’edilizia, in ginocchio nella sua intera filiera, scende in piazza a Roma sabato 3 marzo, con una …

“Dal 2013 basta governissimi sceglieremo un nuovo premier e nascerà una coalizione diversa”, intervista a Pier Luigi Bersani di Goffredo De Marchis

Sulla vicenda in sé il Pd non sa nulla e non c´entra nulla. Il Pd nasce senza patrimoni e senza debiti altrui. Con bilanci certificati. Ci interessa una legge che pacifichi il Paese e venga riconosciuta da molti non da pochi. Due soggetti non possono lasciare fuori gli altri. Il Pd non è disponibile. Staccare la spina? Semmai attaccarla meglio. Non vorrei che lasciando passare uno strappo dopo l´altro ci trovassimo in una situazione complicata, da cortocircuito. Gravi le ultime nomine Rai. Ed è pienamente legittimo un intervento del governo per cambiare la governance di un´azienda di proprietà totalmente pubblica. Pier Luigi Bersani non vuole staccare la spina al governo Monti. «Semmai attaccarla meglio. Non vorrei che lasciando passare uno strappo dopo l´altro ci trovassimo in una situazione complicata e ci fosse un cortocircuito». Lo preoccupa la nascita di un «nuovo sport. Quello per cui dietro la copertura di un formale sostegno all´esecutivo ci sia la convergenza tra chi insulta Monti come la Lega o Scilipoti e il Pdl. Questa è una presa in giro». …

"Dal 2013 basta governissimi sceglieremo un nuovo premier e nascerà una coalizione diversa", intervista a Pier Luigi Bersani di Goffredo De Marchis

Sulla vicenda in sé il Pd non sa nulla e non c´entra nulla. Il Pd nasce senza patrimoni e senza debiti altrui. Con bilanci certificati. Ci interessa una legge che pacifichi il Paese e venga riconosciuta da molti non da pochi. Due soggetti non possono lasciare fuori gli altri. Il Pd non è disponibile. Staccare la spina? Semmai attaccarla meglio. Non vorrei che lasciando passare uno strappo dopo l´altro ci trovassimo in una situazione complicata, da cortocircuito. Gravi le ultime nomine Rai. Ed è pienamente legittimo un intervento del governo per cambiare la governance di un´azienda di proprietà totalmente pubblica. Pier Luigi Bersani non vuole staccare la spina al governo Monti. «Semmai attaccarla meglio. Non vorrei che lasciando passare uno strappo dopo l´altro ci trovassimo in una situazione complicata e ci fosse un cortocircuito». Lo preoccupa la nascita di un «nuovo sport. Quello per cui dietro la copertura di un formale sostegno all´esecutivo ci sia la convergenza tra chi insulta Monti come la Lega o Scilipoti e il Pdl. Questa è una presa in giro». …

“Partiti, una buona legge non è rinviabile”, di Pino Pisicchio

La brutta storia del boy scout che prende sottobraccio la fiduciosa nonnina (Margherita) per poi spingerla sotto l’auto in corsa e rubarle la borsetta con tredici milioni di euro, rischia di soffocare con l’eclatanza della sua drammatizzazione – e l’avvelenato stupore delle parti lese, oggetto dei retropensieri più torvi da parte della pubblica opinione – gli aspetti per così dire “di struttura” della vicenda. Oltre il giudizio morale, ovviamente di condanna, per il latrocinio che, peraltro, arriva proprio nel momento di più bassa reputazione della politica e dei suoi attori, a nulla valendo i recenti sforzi di autodecurtazione delle indennità parlamentari, cancellati in un amen, nell’immaginario sociale, dall’amministratore della Margherita, resta il tema del “cosa fare”. Con l’aggiunta temporale: “subito”. E torna sotto i riflettori l’antico mantra della regolazione giuridica del partito politico, recitato, addirittura, fin dai tempi della Costituente. Alleluia! Sono tre legislature che torniamo a ripresentare proposte di legge di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, per porre paletti seri e meno volatili delle scarne foglie di fico che l’attuale normativa sui rimborsi elettorali …

"Partiti, una buona legge non è rinviabile", di Pino Pisicchio

La brutta storia del boy scout che prende sottobraccio la fiduciosa nonnina (Margherita) per poi spingerla sotto l’auto in corsa e rubarle la borsetta con tredici milioni di euro, rischia di soffocare con l’eclatanza della sua drammatizzazione – e l’avvelenato stupore delle parti lese, oggetto dei retropensieri più torvi da parte della pubblica opinione – gli aspetti per così dire “di struttura” della vicenda. Oltre il giudizio morale, ovviamente di condanna, per il latrocinio che, peraltro, arriva proprio nel momento di più bassa reputazione della politica e dei suoi attori, a nulla valendo i recenti sforzi di autodecurtazione delle indennità parlamentari, cancellati in un amen, nell’immaginario sociale, dall’amministratore della Margherita, resta il tema del “cosa fare”. Con l’aggiunta temporale: “subito”. E torna sotto i riflettori l’antico mantra della regolazione giuridica del partito politico, recitato, addirittura, fin dai tempi della Costituente. Alleluia! Sono tre legislature che torniamo a ripresentare proposte di legge di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, per porre paletti seri e meno volatili delle scarne foglie di fico che l’attuale normativa sui rimborsi elettorali …

“Decreto semplificazioni: il Tesoro impone la riformulazione dell’articolato sull’autonomi. Per il prossimo anno non possono essere previsti nuovi oneri”, di Alessandra Ricciardi

Erano stati in molti a contarci. A sperare che attraverso la riforma dell’organico funzionale si potessero trasformare a tempo indeterminato molti più posti di quelli che saranno lasciati liberi con i pensionamenti già il prossimo anno. A farlo credere le prime versioni del decreto legge di semplificazione e sviluppo. Che venerdì scorso è ritornato per l’approvazione finale al consiglio dei ministri, modificato rispetto al primo via libera, tra l’altro, nella parte riguardante la scuola e l’università. Tra le norme riscritte, c’è infatti l’articolo 50 del decreto, intitolato inizialmente all’ «Autonomia responsabile» e ora all’ «Attuazione dell’autonomia». Un cambio di titolo a cui corrisponde anche un cambio sostanziale di quei contenuti che lasciavano intravedere la stabilizzazione di 70 mila unità. Non è così. Il testo finale del decreto legge, che è atteso tra oggi e domani in Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione, attenua la portata delle disposizioni sull’organico funzionale. E soprattutto ridà peso al decreto legge 112/2008, la prima manovra correttiva del governo Berlusconi IV, con cui l’allora ministro dell’economia, Giulio Tremonti, avviò la riforma della …