Giorno: 7 Febbraio 2012

“Su Roma da sabato non nevica più eppure le scuole rimangono chiuse”, di Aldo Cazzullo

Finora la si è buttata sul ridere. L’ultima, di ieri: facciamo sì le Olimpiadi a Roma, ma invernali. Invece occorre dirlo con chiarezza: una metropoli europea, capitale di due Stati, che non riapre le scuole fino al mercoledì dopo che ha smesso di nevicare il sabato mattina, rappresenta un autentico scandalo. Sono tre giorni che a Roma splende il sole. E sono tre giorni che i servizi pubblici funzionano a rilento, chiamare un taxi è complicato (sabato scorso, impossibile), le scuole sono appunto chiuse. Ma l’aspetto forse ancora più grave è che tutto questo — tranne in chi è stato toccato di persona dal disservizio, come gli automobilisti bloccati sul raccordo — non desta sconcerto ma ilarità, non indignazione ma rassegnazione più o meno divertita. Intendiamoci: la proverbiale tolleranza romana, quando non oltrepassa il labile confine del menefreghismo, è un tratto invidiabile. Che Roma non sia preparata alla neve come le città del Nord, è normale. Che il sindaco le abbia sbagliate quasi tutte, è pacifico. Ma attribuirgli ogni colpa non basta. Alemanno ha fatto …

“Ecco il ‘Pirellone bis’, costa 570 milioni. Formigoni ha un eliporto e la foresteria”, di Davide Carlucci

Il governatore ha a disposizione due piani: per arredare l’ufficio e l’appartamento sono stati spesi 127mila euro. Un tavolo da 11mila euro e un sofà da oltre 4mila. La più costosa operazione edilizia per la casta è a Milano: 571,4 milioni di euro per realizzare il grattacielo del Pirellone bis, sede della giunta regionale, e un complesso di edifici – in via Pola, Rosellini e Taramelli – per tutte le società o agenzie di emanazione dell’ente locale. Il Pirellone bis è alto 161 metri. I suoi 39 piani si raggiungono con un ascensore ultratecnologico che viaggia alla velocità di sette metri al secondo. È costato 383 milioni di euro. Una cifra molto diversa da quella stabilita nella gara d’appalto – 234 milioni di euro più 90 per i costi di superficie pagati al Comune – e ancor più distante da quella propagandata (175 milioni di euro) dallo staff del presidente Roberto Formigoni. “È la sindrome del Faraone – accusa Stefano Zamponi, dell’Italia dei valori – tipica degli amministratori che, superato il secondo mandato, vogliono lasciare …

"Ecco il 'Pirellone bis', costa 570 milioni. Formigoni ha un eliporto e la foresteria", di Davide Carlucci

Il governatore ha a disposizione due piani: per arredare l’ufficio e l’appartamento sono stati spesi 127mila euro. Un tavolo da 11mila euro e un sofà da oltre 4mila. La più costosa operazione edilizia per la casta è a Milano: 571,4 milioni di euro per realizzare il grattacielo del Pirellone bis, sede della giunta regionale, e un complesso di edifici – in via Pola, Rosellini e Taramelli – per tutte le società o agenzie di emanazione dell’ente locale. Il Pirellone bis è alto 161 metri. I suoi 39 piani si raggiungono con un ascensore ultratecnologico che viaggia alla velocità di sette metri al secondo. È costato 383 milioni di euro. Una cifra molto diversa da quella stabilita nella gara d’appalto – 234 milioni di euro più 90 per i costi di superficie pagati al Comune – e ancor più distante da quella propagandata (175 milioni di euro) dallo staff del presidente Roberto Formigoni. “È la sindrome del Faraone – accusa Stefano Zamponi, dell’Italia dei valori – tipica degli amministratori che, superato il secondo mandato, vogliono lasciare …

“Moretti, l’intoccabile”, di Giovanni Cocconi

Tra i misteri dell’inverno italiano c’è anche quello Mauro Moretti. Nel senso che ogni anno, puntuali come il freddo e la caduta della neve, arrivano anche le polemiche sulla paralisi di treni regionali e Intercity, ma nessuno che osi chiedere la testa del numero uno delle Ferrovie. Sull’Ingegnere (che i sindacati interni chiamano l’Imperatore) centrodestra e centrosinistra sembrano aver stretto un patto non scritto. I passeggeri sono furiosi, i giornalisti raccontano odissee infernali, le regioni minacciano di fare causa, ma non succede mai niente. Moretti è un vero intoccabile. Perché? Un piccolo mistero, appunto. Anche perché il manager delle Ferrovie viene descritto come un personaggio ruvido, poco simpatico, sicuro di sé ai confini dell’arroganza (il 21 dicembre 2009 consigliò ai passeggeri dei treni bloccati per ore sui binari di portarsi coperte e panini da casa). Un’immagine che le ultime campagne di comunicazione dell’azienda non hanno fatto nulla per smentire. Gli spot con la famiglia di colore testimonial della classe economica dei nuovi Frecciarossa non ha reso meno impopolare Ferrovie dello stato, così come la scelta …

"Moretti, l'intoccabile", di Giovanni Cocconi

Tra i misteri dell’inverno italiano c’è anche quello Mauro Moretti. Nel senso che ogni anno, puntuali come il freddo e la caduta della neve, arrivano anche le polemiche sulla paralisi di treni regionali e Intercity, ma nessuno che osi chiedere la testa del numero uno delle Ferrovie. Sull’Ingegnere (che i sindacati interni chiamano l’Imperatore) centrodestra e centrosinistra sembrano aver stretto un patto non scritto. I passeggeri sono furiosi, i giornalisti raccontano odissee infernali, le regioni minacciano di fare causa, ma non succede mai niente. Moretti è un vero intoccabile. Perché? Un piccolo mistero, appunto. Anche perché il manager delle Ferrovie viene descritto come un personaggio ruvido, poco simpatico, sicuro di sé ai confini dell’arroganza (il 21 dicembre 2009 consigliò ai passeggeri dei treni bloccati per ore sui binari di portarsi coperte e panini da casa). Un’immagine che le ultime campagne di comunicazione dell’azienda non hanno fatto nulla per smentire. Gli spot con la famiglia di colore testimonial della classe economica dei nuovi Frecciarossa non ha reso meno impopolare Ferrovie dello stato, così come la scelta …

Pratomaggiore, Ghizzoni “Preoccupano certi rigurgiti di fascismo”. La deputata del Pd Ghizzoni sabato mattina parteciperà alla commemorazione dell’eccidio

Sabato mattina a Pratomaggiore di Vignola si ricordano gli 8 giovani partigiani che, 67 anni fa, furono impiccati per rappresaglia dai tedeschi e dagli uomini della Brigata nera. L’on. Ghizzoni “Preoccupano oggi certi rigurgiti di fascismo che vediamo attecchire in alcuni gruppi giovanili”. «Preoccupano i rigurgiti di un’ideologia che si ispira apertamente al fascismo, preoccupa che giovani nati a decenni di distanza dal buio periodo dei rastrellamenti e degli eccidi oggi inneggino a idee e valori che, per loro stessa natura, negano quei principi di libertà, democrazia e giustizia su cui si basa la nostra società, nata dalla lotta della Resistenza. E’ quanto affermerò, sabato mattina, partecipando come relatore alle celebrazioni del 67esimo anniversario dell’Eccidio di Pratomaggiore, a Vignola, dove 8 giovani partigiani furono impiccati per rappresaglia per la morte di un soldato tedesco. I loro corpi non poterono essere rimossi per due giorni, simbolo della tracotanza della tirannide. Quella ideologia che tanti lutti e dolore ha seminato nella nostra storia recente, quella negazione dei più elementari valori di rispetto e solidarietà umana non devono …

"Strategia dell'irrisione", di Francesco Cundari

Da oltre un mese assistiamo da parte del governo a una successione sempre più incalzante di battute argute e sentenziosi aforismi che girano tutti attorno allo stesso tema: il «posto fisso». Di simili dichiarazioni solo ierine sono arrivate ben due. La prima del ministro Fornero, che se l’è presa tra l’altro con l’«illusione» del «posto a vita». La seconda del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, a proposito dei giovani che vorrebbero il posto fisso «vicino a mamma e papà». È giusto prendere atto di tutte le rettifiche che in queste settimane sono seguite a molte di tali dichiarazioni, a cominciare dal ministro Cancellieri, che oggi precisa il senso delle sue parole proprio sull’Unità. Del resto lo stesso Mario Monti, dopo la sua infelice battuta sulla «monotonia» del posto fisso, ha sentito la necessità di spiegarsi meglio. Il problema sollevato da simili dichiarazioni non è però una questione di stile o di sensibilità, ma di sostanza. Il punto è che cosa dobbiamo aspettarci, per esempio, da uncapo del governo che usa l’espressione «apartheid» per descrivere la condizione …