Dopo sei ore di Consiglio dei ministri mentre fuori nevica, il ministro Guardasigilli Paola Severino riconquista la sua scrivania nel salone Bargellini al ministero. Il Governo battuto alla Camera sull’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati. E’ stato un messaggio al governo o alla magistratura? Lei, poi, non era in Aula, al banco del Governo, proprio mentre si discuteva di una norma così delicata.
«Purtroppo non ho ancora ricevuto in dono l’ubiquità. Sto seguendo due decreti legge in conversione, uno in materia civile sul sovra-indebitamento, l’altro sulle carceri. Entrambi sono in scadenza e da giorni faccio la spola tra Camera e Senato. Non ho letto, in quel voto, volontà specifiche di mandare messaggi ad alcuno. Posso assicurare, anche, che….il rischio diuneventuale voto favorevole all’emendamentononè stato affatto sottovalutato nonostante si sia manifestato concretamente nella giornata di mercoledì, poco prima del voto alla Camera. Coni miei uffici ci siamo messi immediatamente in contatto con quelli del ministro Moavero per tentare una soluzione alternativa. Giovedì mattina ero in aula al Senato per il voto in materia civile. Mi sono sentita più volte al telefono con Moavero. Il Governo, nel dare parere negativo all’emendamento, anche per parziale estraneità della materia, aveva proposto di impegnarsi ad affrontare il temadella responsabilità dei magistrati nel quadro di una disciplina organica e di sistema e non attraverso norme spot».
Ma non è bastato. E il Governo è stato battuto. Come rimedierete? Del resto il problema esiste: nel 2010 lo Stato ha risarcito 46milioni per ingiusta detenzione.
«Nessuno infatti vuole eludere il problema. Per il resto prendo atto della volontà parlamentare che è sovrana. E confido che al Senato, in un clima più meditato e in un’assemblea con meno assenze di quelle di giovedì alla Camera, sia possibile proporre gli emendamenti utili per rendere la norma più equilibrata e più correttamente applicabile».
Corruzione,l’Italia è maglia nera in Europa. Questa piaga è all’ordine del
giorno del Governo?
«Certamente sì. È già all’esame della Camera un disegno di legge presentato dal precedente Governo, su cui stiamo lavorando sia per la parte relativa alla prevenzione, che per quella della repressione, due aspetti strettamente collegati. La prevenzione è essenziale per eliminare le zone grigie dove si annidano i comportamenti prodromici al fenomeno corruttivo. Procedimenti semplici e trasparenti e tempi certi di risposta della Pubblica Amministrazione sono i presupposti essenziali Soltanto responsabilizzando i pubblici funzionari e rendendo possibile un controllo da parte dei cittadini si riuscirà a circoscrivere gli spazi di eccessiva discrezionalità. Si tratta di adattare alla Pubblica Amministrazione i modelli organizzativi di prevenzione del “rischio reato” oggi previsti per le imprese».
E sulla repressione?
«È l’altro tassello essenziale di un approccio integrato di contrasto alla corruzione. Anche su questo è in corso un’ analisi degli strumenti più adeguati per reprimere in modo efficace i fenomeni. Si tratta di individuare soluzioni che tengano conto del sistema attuale di disciplina, eventualmente integrandolo anche alla luce delle indicazioniinternazionali. Ad esempio introducendo il reato di corruzione in ambito privato. Al contempo, occorre fornire una risposta sanzionatoria adeguata al livello dei beni giuridici tutelati e sufficientemente dissuasiva».
Troppo brevi i tempi della prescrizione dei reati contro la pubblica amministrazione. Se ne parla molto. Pensate di intervenire?
«Un approccio ragionato al tema della prescrizione deve, a mio avviso, non tenere conto solo degli effetti ma muovere dalle cause. Non credo che la soluzione possa essere solo quella di un aumento dei termini di prescrizione. Senza intrvenire sulla durata, spesso irragionevole, dei processi e senza, ove necessario, una revisione
equilibrata della risposta sanzionatoria, si rischierebbe di perdere di vista l’obiettivo di fondo che è quello di dare una risposta celere ed efficace alla domanda di giustizia. E’ questo l’indirizzo seguito dal governo».
Il Ministro Patroni Griffi ha individuato la figura dell’impiegato-controllore (che denuncia reati), il whistleblowing, tutelato e premiato. Che ne pensa?
«Sono figure mutuate da altri ordinamenti, condivisibili forse sul piano amministrativo,madi difficile trasposizione sul piano penale. Sotto questo secondo profilo bisogna, infatti, saper distinguere tra le ipotesi in cui tali figure diventano strumento di delazioneda quelle in cui possono costituire un elemento di prova utilizzabile per l’accusa».
Il disegno di leggea nti-corruzione in discussione alla Camera è il mezzo migliore per riscrivere le regoledella lotta ai reati alla Pubblica Amministrazione?
«Sia per il rispetto della volontà parlamentare, che per ragioni di tempo, è opportuno che eventuali emendamenti del Governo siano incardinati nell’ambito delle procedure parlamentari in corso».
Il vicepresidente di Confindustria Antonello Montante ha lanciato dalle pagine de L’Unità la proposta di un rating per le imprese che dimostrano di combattere la mafia. Cosa ne pensa?
«Bisogna valorizzare l’impegno di coloro che combattono questa difficile battaglia. Sono esperienze da non disperdere e che fanno sentire meno sole le imprese che coraggiosamente si oppongono alla violenza del fenomeno mafioso».
Risolvere ildramma delle carceri è stato il suo primo pensiero e il suo primo decreto. Confida inuna veloce approvazione da parte del Parlamento?
«La situazione delle carceri e dei detenuti imponeva l’immediata attenzione del Governo. Una pena che, nella sua ineliminabile componente afflittiva, non lasci, ove consentito, nessuno spazio alla rieducazione è unasconfitta per lo Stato e un tradimento della nostra Carta costituzionale. Per questo ho predisposto un disegno di legge, già approvato dal Consiglio dei Ministri, in materia di depenalizzazione, sospensione con messa alla prova e pene detentive non carcerarie unitamente ad un decreto per ridurre il sovraffollamento nelle carceri che, dalle notizie che mi giungono – a Catania,
ad esempio, in un mese non ci sono stati arresti da porte-girevoli -, sta dando risultati positivi. Anche per questo confido in una rapida approvazione e non solo non temo, ma ho sempreauspicato su un tema tanto delicato un aperto e costruttivo confronto».
Tribunali per le imprese, novità importante. L’Anm evidenzia criticità. Come intendete muovervi?
«L’idea è realizzare poli di specializzazione in materie di particolare complessità per favorire decisioni più rapide e di migliore qualità. L’obiettivo è costituireun ambiente favorevole e attrattivo per gli investitori, sia italiani che stranieri. Il cattivo funzionamento della giustizia è, infatti, ritenuto un fattore di grande criticità per il nostro paese. I Tribunali nasceranno dalle esistenti sezioni specializzate per la proprietà industriale. Si tratta di un primo intervento, coerente con quello più ampio di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, suscettibile di successivi ampliamenti e miglioramenti.
Sono in corso gli incontri con le rappresentanze della magistratura, dell’avvocatura e con i presidenti dei 12 tribunali e delle sezioni specializzate per verificare le esigenze organizzative e le eventuali correzioni, penso a sezioni in Calabria e in Sardegna, per
garantire una partenza efficace».
Come sarà tornare a fare l’avvocato dopo questa intensa esperienza di Governo?
«Tornerò alla professione di avvocato e all’insegnamento universitario con la stessa passione e con questa importante e qualificante esperienza alle spalle».
L’Unità 04.02.12