Giorno: 3 Febbraio 2012

Facebook, Ghizzoni “C’è differenza tra la piazza virtuale e il bar”

“E’ molto grave che chi riveste ruoli istituzionali non sappia comportarsi di conseguenza”. I casi di Lugli e Russo dimostrano che su Facebook si ha l’illusione di poter “lanciare il sasso, nascondere la mano… e pensare di rimanere impuniti”: non può e non deve essere così. Il commento in proposito della parlamentare Pd Manuela Ghizzoni: «Le parole sono pietre e Facebook è un luogo di condivisione, non il bar del paese. E’ grave che chi ha compiti istituzionali non sappia vederne la differenza. Nei giorni scorsi il consigliere comunale del Pdl di Mirandola Marian Lugli che scrive “Muori Monti”, ieri il consigliere comunale del Pdl di Carpi Antonio Russo che bolla Oscar Luigi Scalfaro, ex presidente della Repubblica e uno dei padri costituenti, come un “assassino”. Mi chiedo se queste persone in un incontro pubblico o in un faccia a faccia con altri si sarebbero permessi un linguaggio così greve. Non voglio certo stigmatizzare i social network, però è un dato di fatto che la piazza virtuale sembra offrire l’opportunità di “lanciare il sasso, nascondere …

"Orfini: La Rai va a picco", di Natalia Lombardo

Ieri il Cda della Rai si è riunito per la prima volta senza il consigliere Rizzo Nervo, ed è stata rinviata la grana del piano Fiction sforbiciato di 30 milioni. L’onda lunga dello strappo sulle nomine ha prodotto un paradosso: Angelo Maria Petroni, il consigliere che rappresenta il Tesoro ma che è ancora convinto di rispondere a Tremonti, non solo non dà conto di questo, ma in una lettera al presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, accusa il presidente Garimberti di «delegittimare l’azienda» nel contestare la spaccatura del consiglio e l’ingovernabilità della Rai. Altro fronte polemico dal Veneto, dove il Governatore leghista, Luca Zaia, ha detto di non pagare il canone perché non ha la tv, ma anche perché «non vale il prezzo». Pier Luigi Bersani ha a cuore la sorte della tv pubblica, e il Pd «non parteciperà» al rinnovo del Cda con le regole della legge Gasparri, avverte Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Pd. Il Pd considera la situazione in Rai un’emergenza democratica. Quali iniziative sono state messe in campo? «Premetto che …

“Orfini: La Rai va a picco”, di Natalia Lombardo

Ieri il Cda della Rai si è riunito per la prima volta senza il consigliere Rizzo Nervo, ed è stata rinviata la grana del piano Fiction sforbiciato di 30 milioni. L’onda lunga dello strappo sulle nomine ha prodotto un paradosso: Angelo Maria Petroni, il consigliere che rappresenta il Tesoro ma che è ancora convinto di rispondere a Tremonti, non solo non dà conto di questo, ma in una lettera al presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, accusa il presidente Garimberti di «delegittimare l’azienda» nel contestare la spaccatura del consiglio e l’ingovernabilità della Rai. Altro fronte polemico dal Veneto, dove il Governatore leghista, Luca Zaia, ha detto di non pagare il canone perché non ha la tv, ma anche perché «non vale il prezzo». Pier Luigi Bersani ha a cuore la sorte della tv pubblica, e il Pd «non parteciperà» al rinnovo del Cda con le regole della legge Gasparri, avverte Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Pd. Il Pd considera la situazione in Rai un’emergenza democratica. Quali iniziative sono state messe in campo? «Premetto che …

Il Pd sfida il governo «Intesa con i sindacati oppure votiamo no», di Andrea Carugati

Il Pd non ci sta. L’uno-due Monti Fornero sui temi del lavoro ha parecchio irritato i democratici. E se la battuta del premier sul posto fisso viene derubricata appunto ad una battuta da Pierluigi Bersani, l’uscita del ministro del Welfare sulla riforma del lavoro («Andremo avanti anche senza accordo con i sindacati») scatena una sollevazione. «Per quanto mi riguarda il lavoro stabile può diventare noioso, ma per chi ce l’ha. Per chi non ce l’ha è desiderabile», dice il segretario. «Non inchiodiamo Monti a una battuta», aggiunge. «Non sarà questo a far venire meno la nostra fiducia nel premier». Non tutti hanno voglia di sdrammatizzare: «Una battuta infelice», taglia corto Nicola Zingaretti. «Monti ha detto una sciocchezza», va giù duro Nicola Latorre. Ma è soprattutto il sinistro annuncio sull’articolo 18 del ministro Fornero ad irritare i democratici. E il seminario su lavoro e precarietà organizzato ieri pomeriggio alla sede Pd del Nazareno da Cesare Damiano e Pierpaolo Baretta diventa uno sfogatoio dei tanti malumori che covano contro il governo dei professori. Il più esplicito è …

"Monti e i tre segretari, nervi saldi e vertice", di Francesco Lo Sardo

«I partiti che sostengono la maggioranza dovrebbero tutti rendersi conto, e sottolineo tutti, che non siamo più al tempo del governo Berlusconi. E che se non ci si muove con saggezza, nelle azioni e nelle reazioni, la maggioranza si farà slabbrare dalla Lega da una parte e di Di Pietro dall’altra e anche il governo ne risentirà. Quello che è avvenuto a Montecitorio nel voto segreto, ma anche dopo il voto segreto, è stato un brutto scossone…». Il sottosegretario del governo Monti che si confida è amareggiato. Respinge l’accusa di un governo pressappochista e «distratto», che avrebbe sottovalutato che la mina dell’emendamento del maronianissimo Pini (Lega) sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, infilato nella legge comunitaria, era stato riammesso nel corso della notte e che occorreva disinnescarlo. «Lo sapevamo e sapevamo anche che era possibile un voto segreto, per via dei precedenti. Abbiamo fatto tutto il possibile: c’era un ordine del giorno della maggioranza, incluso il Pdl, che fissava i paletti condivisi di un provvedimento ad hoc del governo e il ministro Moavero ha confermato …

“Monti e i tre segretari, nervi saldi e vertice”, di Francesco Lo Sardo

«I partiti che sostengono la maggioranza dovrebbero tutti rendersi conto, e sottolineo tutti, che non siamo più al tempo del governo Berlusconi. E che se non ci si muove con saggezza, nelle azioni e nelle reazioni, la maggioranza si farà slabbrare dalla Lega da una parte e di Di Pietro dall’altra e anche il governo ne risentirà. Quello che è avvenuto a Montecitorio nel voto segreto, ma anche dopo il voto segreto, è stato un brutto scossone…». Il sottosegretario del governo Monti che si confida è amareggiato. Respinge l’accusa di un governo pressappochista e «distratto», che avrebbe sottovalutato che la mina dell’emendamento del maronianissimo Pini (Lega) sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, infilato nella legge comunitaria, era stato riammesso nel corso della notte e che occorreva disinnescarlo. «Lo sapevamo e sapevamo anche che era possibile un voto segreto, per via dei precedenti. Abbiamo fatto tutto il possibile: c’era un ordine del giorno della maggioranza, incluso il Pdl, che fissava i paletti condivisi di un provvedimento ad hoc del governo e il ministro Moavero ha confermato …

"Raddoppia l´Europa senza posto fisso. Italia più precaria degli altri con i cococo", di Luisa Grion

Un esercito di precari nell´Europa a 27: dal 2003 al 2010 i lavoratori a scadenza sono passati, dati Eurostat, da 63 a 124 milioni. Un raddoppio in soli sette anni. La disoccupazione, nello stesso periodo ha raggiunto il tetto record dei 16,5 milioni (una quota pari alla popolazione dell´intera Olanda). Le statistiche europee tengono conto solo di tre tipologie di precariato (lavoro a tempo determinato, part time e lavoro parasubordinato) e nella classifica così costruita l´Italia rispecchia la media. Ma se alle tre forme considerate si aggiunge la miriade di altre possibilità di lavoro flessibile (co.co.pro in primis) presenti nel nostro Paese ecco che il precariato nazionale passa dal 12,8 al 17,2 per cento. I ragazzi italiani sono penalizzati riguardo ai tempi d´attesa per trovare un posto a tempo indeterminato dopo la fine degli studi: qui ci vogliono quasi 4 anni, in Germania ne bastano meno di 3. Solo portoghesi e spagnoli aspettano di più. E il 70 per cento delle nuove assunzioni sono a scadenza. Per Claudio Treves e Walter Cerfeda della Cgil questi …