“E’ molto grave che chi riveste ruoli istituzionali non sappia comportarsi di conseguenza”. I casi di Lugli e Russo dimostrano che su Facebook si ha l’illusione di poter “lanciare il sasso, nascondere la mano… e pensare di rimanere impuniti”: non può e non deve essere così. Il commento in proposito della parlamentare Pd Manuela Ghizzoni: «Le parole sono pietre e Facebook è un luogo di condivisione, non il bar del paese. E’ grave che chi ha compiti istituzionali non sappia vederne la differenza. Nei giorni scorsi il consigliere comunale del Pdl di Mirandola Marian Lugli che scrive “Muori Monti”, ieri il consigliere comunale del Pdl di Carpi Antonio Russo che bolla Oscar Luigi Scalfaro, ex presidente della Repubblica e uno dei padri costituenti, come un “assassino”. Mi chiedo se queste persone in un incontro pubblico o in un faccia a faccia con altri si sarebbero permessi un linguaggio così greve. Non voglio certo stigmatizzare i social network, però è un dato di fatto che la piazza virtuale sembra offrire l’opportunità di “lanciare il sasso, nascondere la mano… e pensare di rimanere impuniti”. Non è così, e non deve essere così. Da un lato occorre una rinnovata consapevolezza di sé e del proprio ruolo da parte delle persone, dall’altro però occorre anche che i partiti siano conseguenti. Non può essere un caso che quando fatti di questo tipo capitarono nel Pd i protagonisti abbiano poi dovuto dimettersi dal loro incarico istituzionale e di partito. Non è chiedendo di scusarsi, come ha fatto l’onorevole Bertolini con Lugli, che si può chiudere impunemente la questione. Anche questo, credo, faccia parte di quell’impoverimento del senso di una comunità che sfocia così facilmente nell’antipolitica o nel qualunquismo».
Pubblicato il 3 Febbraio 2012