Mese: Gennaio 2012

"Noi, Lama e la crisi ma il '78 è lontano", di Susanna Camusso

Quante differenze dagli anni di Lama oggi la precarietà è il primo problema Caro Direttore, nel suo editoriale di ieri Scalfari cita un´intervista a Luciano Lama, della quale si tralascia di ricordare le affermazioni sui profitti e sulla funzione “programmatica” dell´accumulazione che è fondamentale nel pensiero di Lama, e nella svolta dell´Eur. La Cgil oggi, come Lama ieri, mette al centro occupazione e lavoro, ma mentre allora i salari crescevano, anche se molto erosi dall´inflazione, oggi siamo alla perdita sistematica del loro potere d´acquisto e ciò rappresenta una ragione importante della recessione in atto. La distribuzione del reddito tra profitti e retribuzioni non aveva lo squilibrio di oggi. Tutti, ormai, leggono in questa diseguaglianza la ragione profonda della crisi che attraversiamo e il motivo per cui le politiche monetariste non ci porteranno fuori dal guado. La diseguaglianza è dettata dallo spostamento progressivo dei profitti oltre che a reddito dei «capitalisti», a speculazione (o si preferisce investimento?) di natura finanziaria. Così si riducono, oltre che la redistribuzione, anche gli investimenti in innovazione, ricerca, formazione e in …

"Quei tabù dei giornali", di Guglielmo Epifani

Il confronto tra governo e parti sociali sul riordino del mercato del lavoro è oggetto di forti pressioni da parte dei due principali giornali del Paese. L’editoriale di ieri del «Corriere della sera» invitava il governo a procedere speditamente per non dare l’impressione di usare due pesi e due misure nei confronti delle costituency sociali di centrodestra e centrosinistra. L’abolizione della cassa integrazione e il superamento dell’articolo 18, insomma, dovrebbero riequilibrare gli interventi sulle liberalizzazioni. Si tratta evidentemente di una tesi senza capo né coda: infatti i durissimi interventi sulle pensioni come e dove andrebbero collocati? E l’inopinato aumento delle accise sui carburanti con il conseguente effetto sull’inflazione? E come si può pensare di fare un confronto prescindendo dal merito e dal rapporto che questo ha con la condizione dell’occupazione, su cui la crisi continua a incidere, o con l’assenza confermata dal governo delle risorse necessarie per una profonda riforma che allarghi le tutele e non le riduca? Ma anche Eugenio Scalfari su Repubblica ha ripreso ieri il tema della responsabilità del sindacato in occasione …

"La costituzione come bandiera", di Gustavo Zagrebelsky in ricordo di Oscar Luigi Scalfaro

Quella virtù di dire no che ha salvato il Paese dalle forzature autoritarie Poche parole, a poche ore dalla morte del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro: un uomo politico e un servitore della Costituzione rigoroso, roccioso e intransigente e, proprio per questo, molto amato e anche molto osteggiato. “Non c´è da temere mai di fronte alle pressioni esterne. L´unico che può temerle è chi è ricattabile”: sono parole sue, rivolte ai giudici ma valide con riguardo a qualunque magistratura e tanto più valide in quanto riferite alle più alte cariche della Repubblica. Di queste, la prima e fondamentale “prestazione” costituzionale che si ha necessità e diritto di pretendere, soprattutto nei tempi di incertezza o di crisi, è la rassicurazione che viene dalla serenità e dalla forza, cioè dalla certezza che non vi possono essere cedimenti e deviazioni. Altri, col tempo e con la riflessione necessari, scriveranno di lui e della sua opera nella storia della Repubblica, una storia che la copre dall´inizio all´altro ieri. Allora si faranno bilanci. Nella commozione del momento, vorrei ricordarlo …

"Quale Autonomia responsabile?", di Pippo Frisone

Tra le novità del decreto semplificazioni, varato dal governo Monti il 27 gennaio, ce ne sono alcune molto significative che riguardano la scuola. Qui ci limiteremo a considerare l’art.54, quello che ha come titolo “Autonomia responsabile”. Sono 7 commi, uno più impegnativo dell’altro. La prima impressione che si ricava da una lettura sommaria del testo è quella di ritrovarvi alcune istanze sindacali che da oltre un decennio cadevano nel vuoto, sovrastate dai tagli e dal contenimento della spesa per l’istruzione. La prima novità sugli organici del 2012/13 è che non ci saranno altri tagli. Gli organici rimarranno invariati e saranno quelli definiti nel 2011/12 : 724mila posti docenti e 233.100 Ata. Questo è il primo dato da cui bisogna partire. Ma questa è una buona notizia solo a metà. Infatti se da un lato i posti non diminuiranno ulteriormente , dall’altro restano ahimè confermati i 130mila posti in meno (45mila Ata+85mila docenti) tagliati per effetto della Legge n.133/08. Lo stesso art.54 prevede in prospettiva 10mila posti aggiuntivi, da destinare tramite sequenza contrattuale, all’autonomia, flessibilità, potenziamento …

"La povertà che nasce dal mercato del lavoro", di Tito Boeri

Speriamo che i protagonisti dei tavoli sul mercato del lavoro (virtuali o di legno che siano) abbiano trovato il tempo nel fine settimana di leggere i risultati dell´ultima indagine sui bilanci delle famiglie italiane, resi disponibili da Bankitalia nei giorni scorsi. Ci dicono che dal 2006 al 2010 la povertà è aumentata di 6 punti percentuali fra chi ha meno di 45 anni, è cresciuta di poco tra i 45 e i 65 anni e si è ridotta al di sopra di questa età. È un profilo per età che corrisponde perfettamente a quello del precariato: la povertà aumenta perché non si riesce ad entrare nel mercato del lavoro, perché ci sono molti lavoratori poco qualificati con lavori temporanei con bassi salari che non tengono il passo con l´inflazione e perché chi non è tutelato perde il posto di lavoro. Tutto questo spiega anche perché in questi anni si è invertita la tendenza, che sembrava sin qui inarrestabile, alla riduzione della dimensione media dei nuclei famigliari. Il fatto è che giovani tornano a casa perché …

"L'ok del Nord a Monti pesa sul Pdl", di Lina Palmerini

Il Nord e Sud sono piuttosto distanti anche nel giudizio sul Governo Monti ma in un modo che non piacerà alla Lega. E che fa riflettere il Pdl ormai in costante oscillazione tra l’appoggio e la minaccia all’Esecutivo. A dare due numeri chiave è proprio una delle esperte in sondaggi più stimata da Silvio Berlusconi – Alessandra Ghisleri di Euromedia Research – che mostra quanto il Nord abbia sposato la causa-Monti, più del Mezzogiorno. In particolare, ci sono 15 punti di differenza a misurare la distanza tra le due aree del Paese. «Il 75% dei cittadini del Nord dà sostegno al Governo e vuole che duri fino al 2013, al Sud la percentuale si riduce fino al 60%, mentre la media nazionale è del 65%», spiega la Ghisleri che illustra dati molto recenti, rilevati da appena una settimana e che scontano anche l’effetto liberalizzazioni. Ma c’è un’altra cifra interessante, quella sulla fiducia al premier. Anche qui c’è uno stacco di circa 10 punti da Milano a Palermo. «Il dato nazionale – racconta la Ghisleri – …