Mese: Gennaio 2012

"Il Pd vola nei sondaggi: ora è al 30%. Ma cresce lo scontento dell'ala sinistra", di Maria Teresa Meli

I dati (falsati dall’astensionismo) e le critiche di Emiliano e Rossi Ci sono numeri che dicono più delle parole, come sanno bene al Pd. Il Partito democratico, che oggi e domani terrà la sua assemblea nazionale, continua a crescere nei sondaggi. È arrivato a quota 30 per cento. Ma quella cifra non può essere presa nel suo valore assoluto. Pesa, in tutte le rilevazioni, l’astensionismo crescente. Ci sono tanti, troppi intervistati che dichiarano di non voler andare a votare. E pesa anche un altro dato: il calo delle iscrizioni al Pd in alcune grandi città. A Torino si arriva a un meno 40 per cento, percentuali simili a Firenze, a Roma le tessere non sono scese ma non sono nemmeno aumentate. E in tutta Italia monta l’insoddisfazione del popolo della sinistra, che non è ancora del tutto convinto dell’operazione Monti. In periferia il malumore si allarga anche ai gruppi dirigenti. Michele Emiliano ormai sfida apertamente il suo partito: «Sembrano come quegli astronauti che escono dalla navicella spaziale per aggiustarla e si perdono nello spazio». Il …

"Contratto unico, aperture con riserve", di Paolo Griseri

Cgil e Cisl puntano sull´apprendistato. Commenti prudenti in vista del vertice di lunedì. La Camusso si affida a Twitter per una prima reazione al piano della Fornero Il Pdl frena: il sistema attuale risponde meglio alle esigenze del mercato del lavoro ROMA – I sindacati condividono l´idea del governo di abbattere la giungla di contratti che regolano il lavoro precario in Italia. Poi si dividono sulla ricetta per raggiungere il risultato. Le reazioni delle parti sociali alle indiscrezioni sulla riforma del lavoro cui starebbe lavorando il ministro Elsa Fornero, sono nel complesso prudenti. Perché, in vista dell´incontro di lunedì a Palazzo Chigi, nessuno vuole sbilanciarsi. Prudenza anche tra i partiti con l´unica eccezione di Giuliano Cazzola, ex sindacalista Cgil ora approdato al Pdl, che preferirebbe lasciare tutto com´è: «Il Pdl – dice Cazzola – considera la pluralità delle forme contrattuali ora esistenti, un´opportunità per meglio corrispondere ad esigenze specifiche del mercato del lavoro». Ma non è questo l´orientamento del governo Monti. Lo aveva detto chiaramente il premier nei giorni scorsi: «Dovremo ridurre la frammentazione dei …

Piano liberalizzazioni, Fassina: bene che il governo vada avanti

Proponiamo grande attenzione su tre punti: lavoro, energia e distribuzione benzina. Punti su cui il Pd presenterà emendamenti in Parlamento se il decreto non dovesse contenerli. Le liberalizzazioni sono in cima alle priorità del Pd: è un ambito su cui lavora da sempre, un tema su cui ha provato a lasciare un segno con il governo Prodi. Da qui la considerazione più che positiva sulla volontà di Mario Monti e Corrado Passera ad andare avanti. A dirlo è Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro Pd, che premette subito: «Aver messo le liberalizzazioni in agenda è un fatto rilevante». Ma da un primo esame dei testi – peraltro provvisori – è necessaria una riflessione che lo stesso Fassina sintetizza in tre punti: – No alla possibilità di non applicare i contratti nazionali di lavoro nei settori liberalizzati – Rivedere i compiti dell`Autorità dell`energia perché così com`è «non funziona» e rischia di bloccare l`operatività sul settore – Per la benzina un grande acquirente che faccia arrivare carburante dei diversi marchi anche ai piccoli gestori Il primo è …

"Le scelte di un partito che sa governare", di Debora Serracchiani

Per una coincidenza quasi simbolica, mentre il Pd riunisce la prima assemblea nazionale del 2012, nella Lega si parla di celebrare il primo congresso dopo dieci anni di gestione oligarchica. In parecchi di noi abbiamo guardato, forse con una punta di invidia, la compattezza apparentemente inscalfibile del Carroccio, che dal vertice dei parlamentari all’ultimo dei militanti, recepiva e trasmetteva la linea e le parole d’ordine. E i giornali, intanto, ci stavano a informare a giorni alterni che “il Pd si spacca”. Ci eravamo abituati a considerare la leadership di Berlusconi un elemento immutabile della politica italiana, al pari degli acquedotti nella campagna romana. E al Pd arrivavano le accuse, a scelta, di essere subalterno o di prestarsi agli inciuci. Il tempo ci ha dato ragione. Perché dopo questo lungo purgatorio, siamo riusciti a favorire l’aggregazione di un numero di parlamentari sufficiente a indurre Berlusconi a lasciare Palazzo Chigi poche ore prima che il Paese precipitasse nel fallimento. Abbiamo fatto nostro il senso dell’appello del Capo dello Stato e siamo stati pronti a sostenere il Governo …

"Con Monti un cambio di passo. Ma alcune cose vanno cambiate", intervista a Pier Luigi Bersani di Emanuela Fiorentino

«Pensioni? Aggiustare subito il tiro. Evasione? Più coraggio con le banche dati. Liberalizzazioni? Sono circolate troppe bozze». Segretario Pier Luigi Bersani, lei è stato il primo liberalizzatore. Le piacciono le «lenzuolate» di Mario Monti? Rivendico almeno il coraggio: con un mio provvedimento, dalla sera alla mattina, scomparvero a suo tempo le licenze del commercio e le tabelle merceologiche: c’era un asse della politica che cercava di dare qualche occasione di lavoro ai giovani e di limitare speculazioni sui prezzi. Ora chiedo al governo di riprendere la questione sotto quei due profili, senza lasciare margine a cattive interpretazioni. Chi interpreta male e che cosa? Sento dire per esempio che intervenire sui farmaci è de minimis. Non è vero, è una cosa fondamentale che riguarda miliardi di euro addosso in particolare agli anziani e alle famiglie numerose. Facciano il massimo, con coraggio, senza discriminare questo o quello. Quale consiglio, lei che ci è passato e che di proteste ne ha incassate tante, si sente di dare al premier? Avrei dato un consiglio preventivo: far girare meno bozze. …

"Dall´operaio alla commessa i due milioni di lavoratori con le dimissioni in bianco", di Maria Novella De Luca

Colpite soprattutto le donne-mamme. “Ricatto intollerabile”. Le regole distorte Accade nei cantieri, nei negozi, nei centri commerciali, nelle botteghe artigiane, nelle imprese. Tra le ricamatrici di abiti da sposa di Barletta come tra gli operai metalmeccanici di Terni. Nelle aziende in crisi ma anche in quelle sane. Dove ci sono 10 dipendenti, ma anche 50. Al Sud e al Nord. Si chiamano “dimissioni in bianco”. Che cosa si può fare oggi concretamente per difendersi da questo sopruso? Cos´è questa prassi illegale e come si fa ad attuare una distorsione delle regole tanto evidente? Sono una delle piaghe più sommerse e invisibili del mercato del lavoro in Italia, la clausola nascosta del 15% dei contratti a tempo indeterminato, un ricatto che colpisce due milioni di dipendenti, in gran parte donne. Ricorda Fabrizio B., meccanico specializzato di 34 anni, oggi a contratto in una grande acciaieria umbra: «Con un´unica penna ho firmato la mia assunzione e le mie dimissioni, la speranza e la condanna, sapevo che era un ricatto, sapevo che era illegale, ma avevo due figlie …

"Sul Fatto vignetta anti Pd con Schettino: è polemica", di Andrea Carugati

Il quotidiano pubblica una vignetta con il comandante della tragedia che tarocca la campagna dei Democratici. I militanti: «Sciacalli». Una vignetta che non fa ridere. E un piccolo caso politico che si apre. Con i militanti Pd che s’infuriano sul web contro il Fatto Quotidiano. Che stavolta, nella sua furia iconoclasta contro la politica e i partiti, ha ceduto al cattivo gusto. Eccola qui la vignetta incriminata. Fa il verso alla nuova campagna Pd «Ti presento i miei», volti e nomi di iscritti utilizzati come testimonial per la nuova campagna di tesseramento. Una campagna un po’ sfortunata, a dire il vero. Iniziata con una seria di affissioni ermetiche sui muri della Capitale («Conosci Faruk?», Conosci Eva?) e terminata con lo svelamento dei volti titolari dei nomi, quelli di veri iscritti ai democratici. Il Fatto ha deciso di taroccare a modo suo la campagna Pd. E tra i testimonial ha inserito il famigerato Comandante Francesco Schettino, «52 anni, il suo sport preferito è l’inchino», col faccione in primo piano sul finto manifesto. La vignetta è opera …