"I nostri benefici imprigionati nella rete delle lobby", di Eugenio Scalfari
Il decreto “salva Italia”, ormai diventato legge, suscitò molte critiche, soprattutto a causa della riforma delle pensioni che creava sofferenza ma aboliva anche diseguaglianze notevoli tra quanti godevano ancora del privilegio del sistema retributivo e quanti (i più giovani) erano già passati al sistema contributivo. Ma l´opposizione alla grandinata di tasse, necessaria per evitare lo sfascio dei conti pubblici, non è paragonabile all´ondata di recriminazioni, contestazioni, scioperi, blocchi stradali, riserve da parte delle forze politiche (del Pdl soprattutto), manifestazioni di “indignati”. Scioperano i tassisti, i camionisti, i pescatori siciliani, i farmacisti, i benzinai, gli avvocati; in Sicilia la protesta ha paralizzato l´isola intera ed ha inalberato addirittura la bandiera separatista della Trinacria. Solo adesso si intravede qualche segnale di resipiscenza. Era prevedibile, il nostro è il Paese corporativo per eccellenza, tutti i tentativi di introdurre qualche modesta liberalizzazione sono puntualmente falliti contro la muraglia delle lobbies. Ma questa volta è diverso, non a caso Monti è stato per anni commissario alla concorrenza nella Commissione di Bruxelles, dove ha ingaggiato memorabili battaglie contro il potere monopolistico …