"Shoa, ricordare è un atto di giustizia, anche per noi stessi", intervento di Francesco Profumo
Cento iniziative contro il negazionismo e oblio sulla Shoah. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre». Per spiegare il senso e la valenza della Giornata della memoria bastano queste poche parole di un grande italiano e grande scrittore scomparso 25 anni fa, Primo Levi. Mai più! È questo il grido che si leva nelle nostre coscienze ogniqualvolta guardiamo le immagini, leggiamo i resoconti, o studiamo i testi storici che riguardano l’Olocausto. La Shoah rappresenta uno spartiacque non solo per ilXX secolo,maper l’intera storia dell’umanità. Un evento senza precedenti, in cui una società complessa, dominata da un’ideologia crudele e senza senso, ha utilizzato le sue competenze tecnologiche e le sue infrastrutture per un’azione sistematica di distruzione e di annientamento di un’intera civiltà. Il solenne «che non avvenga mai più», esprime dunque un nobile sentimento che però non deve in alcun modo restare una mera enunciazione di maniera. Perché non sia tale, deve essere sostenuto dall’impegno costante di tutti …