Buttati fuori dal governo e dai vertici europei per manifesta incapacità, i partiti della vecchia maggioranza, Pdl e Lega, continuano a spadroneggiare in viale Mazzini e a spartirsi la mangiatoia Rai.
Il dg Lorenza Lei, piazzata da Berlusconi, ha appena approvato una nuova ondata di nomine, fra le quali la conferma del pensionato Alberto Maccari alla guida dell´agonizzante Tg1 e la nomina di Alessandro Casarin, in quota Carroccio, ai notiziari regionali.
Una bella porcata, per dirla alla leghista. Nel merito e nel metodo, sono scelte vergognose.
Maccari è l´unica soluzione accettata da Berlusconi, dopo l´inevitabile rimozione dell´indifendibile Minzolini. Finora ha fatto un notiziario né brutto né bello: inutile. Soprattutto a risollevare gli ascolti del telegiornalone, che seguitano a far perdere decine e centinaia di milioni alla rete ammiraglia.
Casarin è noto per le simpatie bossiane e per poco altro, almeno dal punto di vista professionale, ma andrà a dirigere la più folta redazione d´Italia, con un potere notevole di condizionamento in vista delle prossime elezioni. Dobbiamo rassegnarci dunque ad ampi servizi di coperture sulle imprese dei caporioni leghisti alla festa dello gnocco fritto.
A parte questo, il metodo applicato alla più popolare delle aziende pubbliche è terrificante. Nel momento in cui il governo chiede sacrifici ai giovani lavoratori, compresi i precari Rai, sbandierando equità e trasparenza, si procede alla solita lercia spartizione di poltrone del servizio pubblico, alla fiera del raccomandato di partito e al ripescaggio di un pensionato per dirigere il più importante giornale del Paese. Per giunta, in un momento di grave crisi per l´azienda di servizio pubblico, che rischia il commissariamento. Come ammettere che i conti devono tornare per tutti, ma non per il giocattolo preferito dai partiti.
È sbalorditivo che il governo Monti non capisca il valore simbolico negativo del blitz di Lorenza Lei. Si pensa di rivoluzionare il rapporto degli italiani col fisco, di scompaginare gli assetti corporativi e riformare la burocrazia. E poi non si batte ciglio davanti all´ennesima indecente lottizzazione della Rai?
Ma se si vuole davvero combattere i mali della società e della democrazia italiane, bisognerebbe comprendere che la lottizzazione Rai non è meno anomala e devastante di quanto non lo sia l´evasione fiscale, l´intangibilità delle caste, l´ottusità della burocrazia, la rigidità del mercato del lavoro. Tutto fa parte dello stesso meccanismo che ci sta allontanando sempre di più dall´Europa per avviarci a una deriva sudamericana.
Non c´è altro tempo da perdere. Il governo può intervenire subito, senza aspettare i tempi della scadenza del consiglio d´amministrazione, per approvare una riforma che tolga ai partiti la mangiatoia della Rai e riconsegni il servizio pubblico televisivo ai cittadini che lo mantengono con il canone e le tasse. I partiti, tutti, l´hanno promesso mille volte, ma non l´hanno mai fatto e mai lo faranno. Anche in questo caso, se non ora, quando?
da La Repubblica del 29 gennaio 2012