Pensioni, si cambia. Ha superato il vaglio di ammissibilità, e dunque da oggi sarà al voto della Commissione Bilancio della Camera, l´emendamento bipartisan al decreto “Milleproroghe”, che mira a moderare l´impatto del taglio del 2 per cento dell´assegno per coloro che, pur avendo compiuto di 42 anni di contributi (41 le donne), non hanno totalizzato l´età anagrafica di 62 anni. Secondo il decreto Salva-Italia, questi lavoratori dal primo gennaio di quest´anno sono sottoposti ad una penalizzazione del 2 per cento per ogni anno di anticipo rispetto al sessantaduesimo. L´emendamento, firmato da Pierpaolo Baretta (Pd) e da Giuseppe Marinello (Pdl), oltre che da tutti i componenti della Commissione Lavoro, proroga di un anno, dunque compatibilmente con la natura del decreto “Milleproroghe”, l´entrata in vigore della penalizzazione per salvaguardare i lavoratori che hanno cominciato l´attività in giovane età. Nel 2012, dunque, se il governo darà il semaforo verde, si andrà in pensione senza penalizzazioni.
Interventi in vista – anche di questi si era parlato dopo la fulminea approvazione del decreto Monti alla fine dello scorso anno – anche per coloro che si troveranno nella drammatica situazione di non avere i requisiti per la pensione dopo aver perso il posto di lavoro nel 2012: un emendamento per garantire i contributi figurativi è stato presentato da Pd e Pdl.
Salvi questi due emendamenti, chiesti anche dal documento unitario siglato ieri dai tre leader sindacali Camusso, Bonanni e Angeletti, per il resto la scrematura è stata pesante. Su 837 emendamenti, ben 490 hanno subito lo stop, ne restano dunque 347. Tra le altre proposte, superano il vaglio anche quelle che riguardano Radio Radicale, l´Agenzia delle autostrade e la proroga a favore dell´ippica. Proroga in vista anche, con un emendamento del Pd Vannucci, per le agevolazioni fiscali ai lavoratori dipendenti che prestano la propria opera a San Marino e nel Principato di Monaco e che, vista la scadenza del norme volte ad evitare la doppia imposizione, si trovano a pagare il doppio delle tasse contrariamente a quelli che vanno a lavorare in Svizzera e al Vaticano dove esiste un trattato.
Intanto dopo tre anni di divisioni ieri è tornata a riunirsi la segreteria unitaria di Cgil, Cisl e Uil. Il documento, firmato dai tre leader, guarda alla imminente trattativa con il governo su mercato del lavoro e ammortizzatori sociali. La piattaforma prevede la riduzione del numero delle tipologie contrattuali puntando sull´apprendistato per i giovani e il contratto d´inserimento per gli over 50, oltre ad ammortizzatori sociali uguali per tutti e pagati da tutte le imprese. Sì alle liberalizzazioni purché non si trasformino in privatizzazioni.
Il convitato di pietra continua ad essere tuttavia l´articolo 18. La presidente della Confindustria Marcegaglia ha mandato a dire ai sindacati che bisogna sedersi al tavolo «senza ideologie». Pronta la replica, all´unisono, di Cgil-Cisl-Uil: «Ideologia al contrario». Infatti, spiegano i sindacati, «se il governo introdurrà il tema dell´articolo 18 vorrà dire che non vuole il confronto con i sindacati. E´ una ideologia al contrario, un giochino per non affrontare i veri problemi».
La Repubblica 18.02.12
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