Giro di vite del governo sulle auto blu per gli organi costituzionali e gli enti locali. Con un decreto del presidente del Consiglio, presentato dal ministro Patroni Griffi, il governo ottempera ad una ordinanza del Tar che chiedeva di intervenire in merito, convinto di poter così «conseguire risparmi significativi».
Il nuovo decreto del Governo modifica un precedente decreto laddove si imponeva l’utilizzo alternativo dei mezzi di trasporto pubblico solo quando ne veniva assicurata ‘uguale efficacia’. In pratica, i mezzi pubblici si possono o debbono usare sempre. Così come viene eliminata la norma che concedeva alle amministrazioni un termine di trenta giorni per la comunicazione al Dipartimento della funzione pubblica dell’acquisto o della presa in possesso di un’autovettura.
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Tagli alle auto blu: «Usate il bus», di Alessandra Arachi
Adesso tocca alle auto blu. Parola di governo. Che nel Consiglio dei ministri di ieri ha varato un nuovo decreto per tagliare le auto di servizio delle Amministrazioni centrali, ma anche di Comuni, Province, Regioni. Le auto blu in eccesso potrebbero finire all’asta.
«Il mezzo pubblico dovrà essere utilizzato tutte le volte che ciò determinerà risparmi per la Pubblica amministrazione», avverte in una nota il ministero di Filippo Patroni Griffi, che questo decreto ha proposto. E che di qui a sei mesi ha intenzione di rendere operativo.
«La questione è che bisogna cambiare il punto di vista. Bisogna smettere di pensare alle auto blu come a un privilegio, ma devono diventare un mero strumento di lavoro», dice il ministro Patroni Griffi spiegando che al suo dicastero della Funzione pubblica stanno ultimando un censimento sulle auto blu sparse tutto il territorio italiano.
Poi aggiunge: «Fino a ora abbiamo censito circa 50 mila auto blu in oltre 5.600 amministrazioni (su 8.145). Entro una settimana contiamo di finire la conta e di passare alla valutazione dei tagli. Vogliamo fare un monitoraggio qualitativo e non soltanto quantitativo. Non vogliamo, cioè, tagliare a prescindere, ma individuare gli sprechi e poi tagliare».
I criteri per i tagli alle auto di rappresentanza sono già fissati, per la maggior parte. Alcuni esempi? Il ministro Patroni Griffi non li lesina. Dice: «Pensiamo che l’auto blu debba essere concessa al ministro, ma non al direttore generale. Così come sì al sindaco, ma non agli assessori o al segretario generale. Ai presidenti delle Regioni, ma non ad altri».
Il decreto varato ieri dal governo mira a ottemperare un’ordinanza del Tar del Lazio (la 4139 del 10 novembre 2011) che chiedeva il riesame di un precedente decreto in materia che escludeva dalla sua applicazione gli organi costituzionali, le Regioni, gli enti locali nonché le amministrazioni che utilizzano non più di una autovettura di servizio.
È stato modificato quel decreto. «E adesso è previsto anche che un’amministrazione che compra una nuova auto blu debba darne comunicazione immediata e non entro trenta giorni», dice ancora il ministro Filippo Patroni Griffi, che pensa di mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni automobili condivise.
Spiega infatti: «Ci deve essere un’auto di servizio. Un’automobile a disposizione di un’amministrazione che non deve rimanere ferma, inutilizzata, ma deve servire per un direttore generale come per un funzionario, alla stessa stregua».
Il piano dei tagli dovrebbe quindi essere in vigore entro sei mesi. Ancora non si conosce il numero esatto delle auto blu che verranno sottratte alle amministrazioni, ma di certo dovrebbe essere un numero consistente. Che ne sarà di loro?
Il ministro della Funzione pubblica ha una risposta: «Stiamo ancora valutando le varie ipotesi. Ma l’idea potrebbe essere di mettere queste automobili blu all’asta e di usare poi quei soldi per migliorare la funzionalità degli uffici. Di questi tempi i bilanci delle pubbliche amministrazioni non sono certo floridi».
Il Corriere della Sera 14.01.12