Giorno: 10 Gennaio 2012

«Capitalismo in crisi. Dovranno salvarlo le sinistre europee», intervista a Giuliano Amato di Federica Fantozzi

Nel settembre del 1992 l’Italia era in una crisi drammatica. Giuliano Amato, da presidente del Consiglio, varò una manovra di entità tale 90 mila miliardi di lire da permetterci il primo avvicinamento ai parametri di Maastricht, e dunque di avviare il percorso per l’ingresso nell’euro. Scoppiarono polemiche furiose, a cominciare da quella sul prelievo forzoso sui conti correnti. Si capì però che l’Italia era salva. Lo è rimasta per vent’anni ma ora vive un altro momento critico. Che differenze vede tra la crisi di allora e quella di oggi? «Dal punto di vista del riaggiustamento finanziario interno, quando c’è un debito pubblico troppo alto e ci sono titoli di Stato senza compratori le esigenze di pareggio dei conti si somigliano tutte. Ma questa crisi va molto al di là dell’Italia. Presenta variabili più grandi di noi». Affrontabili in qualche modo? «Con un linguaggio vecchio direi: dove sta andando il capitalismo? Cosa gli succede? Sembra aver perso la bussola del funzionamento, le sue dinamiche vengono messe in discussione. Le diseguaglianze gigantesche che crea lo privano della …

"Se la sperequazione sociale nasce nella formazione", di Giovanni Bardi

Serve più scuola per uscire dall’impoverimento. Ma se l’Ocse annuncia l’urgenza di nuove politiche fiscali per favorire gli investimenti, per ora la spesa per una scuola migliore devono accollarsela le famiglie. Divided We Stand: Why Inequality Keeps Rising è il titolo di uno studio dell’Ocse, uscito a inizio dicembre, sull’allargamento della forbice tra ricchi e poveri nel mondo. In cui l’Ocse chiede ai governi di farsi carico dell’allargamento della forbice. Si calcola che negli ultimi trent’anni il 10% dei più benestanti dei Paesi Ocse si sia arricchito nove volte di più del 10 % dei più poveri. In Italia siamo 10 a uno. Nella nota sulla situazione del divario tra ricchi e poveri in Italia, si legge che, nel 2008, il reddito medio del 10% più ricco degli italiani era dieci volte superiore al reddito medio del 10% più povero, rilevando un aumento della disuguaglianza rispetto al rapporto di 8 a 1 di metà degli anni novanta. In questo senso, sottolinea l’Ocse, le imposte sui redditi e i sussidi sociali hanno un ruolo importante nella …

"Quei politici a loro insaputa", di Francesco Merlo

La divinità acceca chi vuol mandare in rovina: a questo fa pensare l´ostinazione con cui i partiti resistono alla riduzione di privilegi e costi della politica che confliggono in modo aperto con la sensibilità del Paese. E invece Fabio Fazio, tra mille comode domande non si è ricordato (oops) di Carlo Malinconico Castrota Scandeberg. Ora dicono che Monti abbia finalmente avviato la procedura di dimissioni del suo nobilissimo sottosegretario all´Editoria ma già questa è un´idea barocca, un espediente doroteo per prendere tempo. Pare che lo abbia convocato stamani, ma avrebbe dovuto mandarlo via subito, ed è una brutta pagina quella intervista celebrativa di ben 40 minuti senza la domanda che qualunque italiano avrebbe fatto: «Cosa aspetta a far dimettere questo sottosegretario che, come nei film di Totò sull´aristocrazia, scroccava il conto dell´albergo sulle amate sponde dell´Argentario, 16mila euro per una settimana, proprio alla famigerata cricca di Stato sui cui appalti esercitava allora potere e parola»? Farlo dimettere prima che glielo chiedesse l´Italia, di sinistra e di destra, sarebbe stata una prova di eleganza. Meglio: non …

"Lavoro, ci sarà un tavolo unico", di Massimo Franchi

Un pomeriggio passato più ad ascoltare che a proporre. Sondando gli umori e le idee di Cisl e Uil. Senza scoprire le carte. Senza sposare tesi, senza nominare né Ichino, né Boeri, tanto meno contratti unici o prevalenti. Sulla riforma del mercato del lavoro Elsa Fornero procede con molta cautela e rimanda le proposte all’incontro con tutte le parti sociali della prossima settimana. Il tavolo formale dunque ci sarà. E sarà quello decisivo. Anche perché nessun piano del governo è definito, le (troppe) indiscrezioni sono solo ipotesi tecniche. L’unica certezza è questa: l’articolo 18 non sarà sul tavolo della trattativa. Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti escono dal ministero del Lavoro di via Veneto soddisfatti e rassicurati. Sia sul piano del metodo che del merito. E si impegnano entrambi ad incontrare «al più presto Susanna Camusso per mettere a punto una strategia comune». Una strategia che punta sulla riduzione del numero dei contratti e sarà imperniata più sull’incentivazione di ciò che già esiste (contratto di apprendistato) rispetto a nuovi strumenti. Il primo ad incontrare la ministra …

"La risorsa straniera", di Tito Boeri

A quanto pare la riforma dell´immigrazione non farà parte della fase 2 del governo. Eppure sarebbe una riforma in grado di aumentare il potenziale di crescita della nostra economia e capace di tagliare sprechi di denaro pubblico. Il momento politico, con la Lega all´opposizione, sembra propizio per interventi mirati, pragmatici, che taglino molta burocrazia inutile migliorando l´utilizzo di capitale umano già presente nel nostro Paese. e attraendo cervelli e manodopera qualificata. Il fatto stesso di trattare di immigrazione nell´ambito di un pacchetto per la crescita segnerebbe una svolta importante per il Paese. Sarebbe il segnale di un cambiamento di prospettiva, un rovesciamento dell´atteggiamento politico e culturale sin qui prevalente, che ha visto nell´immigrazione solo gli sbarchi di clandestini a Lampedusa e i danni legati alla criminalità. L´immigrazione, se ben gestita, può aiutarci a tornare a crescere e contribuire a farci superare la crisi del debito. Il governo Monti si è sin qui occupato di immigrazione solo con riferimento alla tassa introdotta nell´ottobre scorso da Tremonti a carico degli immigrati che chiedono il rinnovo del loro …