“Ma la busta paga degli eletti non è che un aspetto di quello che deve essere cambiato”. I parlamentari modenesi Barbolini, Bastico, Ghizzoni e Miglioli intervengono con una nota comune nel dibattito sui tagli agli emolumenti degli eletti di Camera e Senato: in un momento in cui sono chiesti grandi sacrifici è giusto che tutti se ne facciano carico, ma non possiamo fermarci qui. E’ il momento delle riforme e della modernizzazione delle regole. Occuparsi di politica oggi, nell’immaginario collettivo, equivale ad essersi accaparrati una posizione di potere e privilegio e nient’altro. Non ci viene più chiesto cosa facciamo per rispondere al mandato consegnatoci dai cittadini, ma solo quanto guadagniamo per questo. La commissione Giovannini ha avuto il merito di riportare la discussione su dati reali e comparabili con altre nazioni. Il lordo dei parlamentari italiani è superiore a quello dei loro colleghi europei, il netto no. Ma questa non deve e non può essere una giustificazione. Non intendiamo rifugiarci dietro a una facile spiegazione meccanicistica dei computi delle buste paga, anche se basterebbe ricordare il contributo sostanzioso (e sacrosanto) che i parlamentari Pd versano al partito sia a livello nazionale che locale per marcare una prima differenza di sostanza. In epoca di difficoltà economiche, quando i sacrifici sono chiesti a tutti, noi per primi, come rappresentanti eletti dai cittadini, dobbiamo e vogliamo dare il buon esempio. Ci sono organismi interni al Parlamento deputati a stabilire le indennità percepite dagli eletti: che lavorino in fretta e che facciano i tagli opportuni per riparametrare le buste paga dei parlamentari a quelle dei loro colleghi europei. Il nodo più discusso è quello dei rimborsi forfettari? Si può e si deve gestire anche questa tranche dei nostri emolumenti nel modo più trasparente possibile in modo che sia chiaro a quale scopo viene erogato, ovvero per permetterci di svolgere al meglio il nostro incarico. Detto questo, però, non possiamo nasconderci che lo stipendio mensile dei parlamentari non è che un aspetto (anche se molto “spendibile” da un punto di vista mediatico) di quello che deve essere cambiato nel nostro paese: crediamo che i cittadini si aspettino (e si meritino) di più. A cominciare dal cambiamento di quella legge elettorale i cui stessi genitori hanno definito “una porcata” e che ha racchiuso nelle stanze delle segreterie dei partiti la scelta di chi deve rappresentarli in Parlamento. E’ cominciata un’era difficile, ma di possibili reali cambiamenti. Il tema delle grandi riforme costituzionali e istituzionali, e della modernizzazione delle regole per promuovere equità e crescita, deve essere quello che guida l’opera della politica.
Pubblicato il 6 Gennaio 2012
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