Fassino: «C'è più equità, ma basta colpire gli enti locali», di Simone Collini
Il Patto di stabilità interno, per come è oggi, è per i Comuni una prigione. E contraddice i cardini dell’impostazione del nuovo governo. Monti ha parlato di risanamento, crescita ed equità. Ma la norma che regola i rapporti tra Stato ed enti locali nella sua cecità, non distinguendo tra spesa corrente e spese per investimenti, non tiene conto né del nesso tra risanamento e crescita né dell’equità». Racconta Piero Fassino che il giorno dopo l’annuncio che Torino avrebbe sforato il Patto di stabilità per il 2011lo hanno chiamato altri sindaci, parlamentari, ma anche quattro esponenti del governo: «Hanno tenuto a dirmi che ritengono sia necessario ridisegnare quel patto». E dal particolare dei vincoli di spesa si passa al generale di un governo che per il sindaco di Torino «adesso deve mettere in campo misure per la crescita che diano ai cittadini la certezza che i sacrifici richiesti produrranno risultati». Partiamo dalla sua decisione di non rispettare il Patto di stabilità per il 2011: cosa la motiva? «Una necessità, quella di far fronte agli impegni presi …