Anno: 2011

"Il lavoro non c´è più. Immigrati a rischio stop", di Corrado Zunino

Quest’anno, con i flussi, entreranno in Italia 98.080 extracomunitari. È probabile che dal 2012 non ne entreranno più. Non attraverso il decreto flussi, almeno: lo strumento è da rivedere. Ma la ragione vera dell´inversione di tendenza sta nei tre anni di crisi sfibrante che oltre ad aver contratto il mercato del lavoro italiano hanno messo in difficoltà un sempre più ampio bacino di immigrati. ggi il 12% dei due milioni e mezzo di stranieri lavoratori sono disoccupati: 280 mila persone in tutto. Con l´arrivo in Italia di nuovi stranieri, in particolare extra-europei, questi “senza lavoro” rischiano di non trovare mai più un´occupazione e di retrocedere, quindi, al pericoloso “status” di clandestini. Esiste un documento tecnico interministeriale che offre queste indicazioni alla politica: ci sono troppi stranieri disoccupati in Italia, fermiamo il decreto flussi. È stato elaborato venti giorni fa, il periodo delle convulsioni del governo Berlusconi, dagli “uffici immigrazione” dei più importanti ministeri interessati: Interni, Lavoro, Esteri, Agricoltura. Il direttore generale dell´Immigrazione al ministero del Lavoro, Natale Forlani, ora dice: «Escludo che quest´anno possa esserci …

«Equità e giovani: così Monti vincerà la sfida», intervista ad Anna Finocchiaro di di Simone Collini

Monti consideri il Parlamento il suo più potente alleato», dice la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. E però la nomina dei sottosegretari, indispensabile per garantire il rapporto tra governo e Parlamento, ancora non c’è stata. «Questo è l’ultimo dei problemi, e sono sicura che il presidente Monti deciderà rapidamente e in piena autonomia, per poi consentire al Parlamento di conoscere e discutere le misure anticrisi e per consentire al governo di sapere quali sono le valutazioni delle Camere». La manovra verrà presentata il 5 dicembre: non si poteva fare in tempi più stretti? «Direi piuttosto che abbiamo avuto un raro esempio di tempestività. In pochi giorni è stato formato un governo, si è insediato, Monti ha svolto i suoi doveri istituzionali e poi ha avuto incontri comunitari molto importanti, visto che il riferimento all’Europa è essenziale. Il 5 verrà presentata la manovra, che mi auguro tenga conto delle posizioni espresse in questi mesi, per essere poi approvata in Parlamento con il più ampio consenso possibile». Voi avete insistito sui concetti di equità, crescita …

"La maggioranza in incognito", di Ilvo Diamanti

Sorprendono non poco le acrobazie dei partiti che sostengono il “governo tecnico” per dissimulare ogni confronto. Così si racconta di incontri notturni tra i segretari di Pd, Pdl e Terzo Polo insieme a Monti. A Palazzo Grazioli, dove i convitati convergerebbero clandestinamente, per vie segrete. Per negare l´evidenza. Che Pd, Pdl e Terzo Polo costituiscono i riferimenti di una “maggioranza” parlamentare. Anche la composizione della “squadra” dei viceministri e dei sottosegretari è ancora in sospeso. Saranno tutti tecnici. Ci mancherebbe. Per ribadire il carattere transitorio e im-politico di questo governo. Difficile non sorridere di fronte a tanta reticenza. Non fosse che si tratta di cose fin troppo serie. Eppure, è difficile negare che questo governo è altamente (lo dico non a caso) “politico”. Come ogni governo che governi, d´altronde. a) È politico: perché è stato votato dal Parlamento con una maggioranza larghissima, la più ampia nella storia della Repubblica. Sostenuto dai principali partiti presenti e “rappresentati” in Parlamento. In una Repubblica la cui “forma” di governo, almeno dal punto di vista “formale”, è ancora “parlamentare”. …

RiMONTIamo con l’ottimismo della volontà (Newsletter n. 10 novembre 2011)

Questa newsletter è la prima del tempo nuovo, quello inaugurato dal Governo guidato dal professor Monti. È accaduto tutto come forse non ci saremmo immaginati (e gli articoli che ho selezionato ne danno conto), ma di sicuro è un risultato al quale il Partito democratico, nella sua coralità, ha dato un contributo fondamentale e fattivo. Il Paese e la politica italiana hanno ora l’opportunità di compiere il salto di qualità da troppo tempo rinviato: l’Italia per far ripartire la crescita civile, economica e democratica – nel senso dell’equità e del rigore – e per riconquistare l’autorevolezza internazionale che le compete; la politica per ritornare al mandato originario che riguarda l’impegno per il bene comune. Saremo all’altezza della sfida che abbiamo di fronte? Dobbiamo augurarcelo, perché in caso di insuccesso cadremmo in un gorgo dal quale sarà molto difficile riaffiorare. Possiamo farcela solo se metteremo avanti ad ogni cosa l’Italia: il Partito Democratico ha dimostrato di saperlo fare e questo mi pare un confortante inizio. Ma c’è bisogno, insieme ad una politica europea corale, soprattutto della …

Bersani tra le piccole imprese: "con noi equità e sviluppo", di Luigina Venturelli

Non ce la giocheremo per un punto in più o in meno. Il nostro approccio è quello della ricerca comune di tutto ciò che può fare bene al Paese». Prima di entrare nel merito delle proposte concrete anti-crisi presentate dal Pd, prima di pronunciarsi sulle misure salva-bilancio attese dall’esecutivo, e prima di accennare alle polemiche politiche di vario genere sorte nelle ultime ore, Pierluigi Bersani chiarisce una volta per tutte la natura del sostegno suo e di tutti i democraticial governo Monti. Perchè questa è la chiave di lettura che permette di spiegare le scelte del partito e di sciogliere i dubbi tra le posizioni anche diverse che vi si possono rintracciare in campo economico. ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ «Il governo Monti è un governo di impegno nazionale, un governo di forte profilo tecnico sostenuto dall’assunzione di responsabilità delle forze politiche» spiega il leader Pd dal palco del convegno nazionale organizzato ieri a Monza sul lavoro autonomo e la micro e piccola impresa. Ne parla come dell’«unica soluzione possibile» per affrontare il «serio problema» che l’Italia …

"Incerti in politica, realisti in economia", di Roberto D'Alimonte

Con il governo Monti è iniziata una nuova fase della politica italiana caratterizzata da grande incertezza e fluidità degli orientamenti politici. Cresce l’area dell’astensionismo e della indecisione. Molti elettori, soprattutto nel centrodestra, sono disorientati. Ma sulla politica economica e sull’Europa il nuovo governo può contare su alcuni punti fermi. Gli italiani non vogliono l’uscita dall’Euro e sono disponibili ad accettare nuove regole su fisco, mercato del lavoro e liberalizzazioni. I sondaggi sono strumenti imperfetti. Soprattutto in tempi di grandi cambiamenti vanno presi con molta cautela. Detto ciò, fa comunque impressione vedere che solo il 22% degli elettori che oggi esprimono una preferenza per un partito voterebbero per il Pdl. Questo è il risultato più sorprendente dell’indagine demoscopica Cise-Il Sole 24 Ore effettuata nei giorni immediatamente successivi all’insediamento del governo Monti. Non è un dato del tutto nuovo perché sono mesi che tutti i sondaggi registrano il declino elettorale del Pdl ma un valore così basso non si era ancora visto. Rispetto ai tempi d’oro il partito di Berlusconi ha perso più di un terzo del …

"Se comuni e regioni investono in cultura", di Andrea Ranieri*

Giorgio Napolitano ha ricordato molte volte, durante gli anni della sua presidenza, il valore decisivo che hanno per lo sviluppo del Paese, l’istruzione, la ricerca, il suo patrimonio culturale, quello storico e quello che vive, nei nostri musei, nei nostri teatri, nelle nostre biblioteche e nei nostri cinema. L’ha ricordato di fronte a tanti giovani e meno giovani artisti e ricercatori che a lui si sono rivolti per avere conforto in anni di grande difficoltà economiche, in cui il sapere e la cultura erano al margine dell’azione e della progettualità dei governi. E ce l’ha ricordato inviando un messaggio di grande significato, agli Stati generali della cultura del settembre scorso, in cui gli assessori alla cultura di Comuni, Province e Regioni si sono uniti, assieme alle imprese e alle istituzioni culturali rappresentate da Federculture, assieme al mondo dell’arte e dello spettacolo,per lanciare un grido d’allarme per lo stato della cultura del nostro Paese, eper avanzare le loro proposte. È stata forse la più unitaria delle manifestazioni politiche durante la scorsa legislatura. Perché chi amministra la …