"Fermi davanti alla morte", di Luigi Manconi
La linea che traccia il perimetro del nostro territorio mai è apparsa così incerta e permeabile e mai è stata tanto rigida ed escludente. Dall’una e dall’altra parte di quel confine, lo scialo di morte non necessaria (se mai una morte può dirsi necessaria) grida vendetta. Grida vendetta davanti a Dio e agli uomini. Morte non necessaria: e proprio perché balza agli occhi così inequivocabilmente e oscenamente il legame inestricabile tra tanti lutti e le responsabilità umane. Al di qua del muro che cinge la Fortezza-Europa e la Fortezza-Italia, si contano migliaia e migliaia di morti e feriti e invalidi per incidenti sul lavoro: quasi tre che perdono la vita ogni giorno, per limitarci all’Italia. Al di là di quello stesso muro, nel Mar Mediterraneo, quello che fu nostrum e che ora è di pochi e potentissimi, sono quasi sette quotidianamente i morti e i dispersi. Come non chiamare strage una simile tragedia? Eppure ci abbiamo messo decenni perché la percezione di quanto fosse scandalosa quella lunga teoria di «morti bianche» (così chiamate una volta) …