Anno: 2011

"I tagli hanno distrutto le medie", di Alessandra Ricciardi e Giovanni Scancarello

É l’anello più delicato del sistema d’istruzione e che la politica ha trattato peggio negli ultimi decenni, la scuola media. Ed è da lì che si deve ripartire. Con buon tempismo rispetto all’insediamento del nuovo ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, la Fondazione Agnelli presenta oggi a Roma un nuovo rapporto sulla scuola 2011 tutto dedicato alla scuola media. Vittima dei tagli, a risorse e personale, ma anche di mancate politiche di riordino. Il rapporto, elaborato in base ai dati Timss, evidenzia come l’Italia sia il paese con il calo degli apprendimenti più netto tra elementari e medie. Se in Norvegia c’è un tasso di crescita di 18 punti su 500 per la matematica, per esempio, l’Italia su ne perde 23. EW non va meglio in scienze, dove ne perde 21. É insomma in questo segmento che si creano quei deficit di apprendimento che poi diventeranno decisivi alle superiori, segnando il destino di molti ragazzi che sceglieranno prima i professionali e poi la dispersione scolastica. E gettando la scuola italiana in fondo alle classifiche internazionali. Di chi …

Governo, ecco i sottosegretari: lista "tecnica", da www.unita.it

Nomine di tecnici. Con il nuovo ministro (Patroni Griffi alla Pubblica amministrazione e semplificazione, i ministri diventano 18) la squadra dell’esecutivo Monti arriva a un totale di 47 persone. Sono 23 i sottosegretari (di cui 4 alla presidenza) e 3 i viceministri. Nel secondo governo Prodi la squadra alla fine del mandato era composta da 102 persone fra ministri e sottosegretari, l’ultimo governo Berlusconi aveva toccato il picco di 65 componenti con 40 sottosegretari. I sottosegretari giurano domattina (martedì 29) alle 10 a Palazzo Chigi. C’è già una prima grana. Prima Gasparri e poi dei senatori Pdl contestano la nomina di D’Andrea e minacciano di non appoggiare l’esecutivo. Gasparri: «No a D’Andrea, è politico» Le nomine di Monti rispondono a criteri essenzialmente tecnici, ma le scelte non sono state semplicissime, se il consiglio dei ministri convocato per le 19 si è riunito in realtà alle 20.25. Il premier avrebbe incontrato ostacoli soprattutto nella nomina del nuovo ministro alla Pubblica amministrazione, Patroni Griffi. E ha voluto procedere con autonomia rispetto ai partiti, anche se avrebbe ascoltato …

"Professori e tecnici il cavaliere scopre i nuovi bolscevichi", di Michele Prospero

Berlusconi lascia, anzi no, raddoppia gli sforzi, così dice lui, per rianimare l’esercito sbandato. Dopo l’eclisse parziale, il grande condottiero ritrova la parola. E marcia intrepido in vista della suprema battaglia. Oltre alla parola, anche il nemico è stato presto ritrovato. Sono i comunisti, come sempre, a turbarlo e a ridare un senso alla sua vita. Quali comunisti, però? Saranno mica gli undici giudici della Consulta (gli altri quattro possono dormire tranquilli perché sono stati censiti dal Cavaliere e arruolati nei fidati ranghi della destra)? Ma dalla Corte costituzionale non si attendono imminenti pronunciamenti sulle norme ad personam e sui conflitti di attribuzione. Non è perciò in quei paraggi che il Cavaliere vede rosso. E allora a tremare dinanzi al vendicativo del Cavaliere saranno forse le toghe di Milano dove volgono al termine processi scottanti. Ma lì, però, i magistrati civili o penali sono addirittura oltre il bersaglio di fuoco di Berlusconi. In Procura, si sa, oltre ai giudici strani, smascherati dalle telecamere mentre indossano calzini turchesi, si annida anche una sanguinolenta protesi del terrorismo, …

"Storia d´Italia e di catastrofi", di Paolo Rumiz

«Ce le siamo sempre cercate, le sciagure, ignorando scientemente la storia, e la rimozione continua anche oggi». Le alluvioni di Genova, della Liguria e di Messina. L´Aquila ancora città fantasma dopo l´ultimo terremoto. E prima ancora, Vesuvio, Irpinia, Vajont, fino al Medioevo. Ecco come il nostro Paese è stato devastato dai disastri naturali. E ogni volta ha dimenticato la lezione Nel 1859 un tuono nel fondo dell´Appennino fa a pezzi Norcia, squarcia le antiche mura e inghiotte centinaia di vite. Manca un anno all´annessione dell´Umbria da parte dei Savoia, la città medievale fa ancora parte dello Stato della Chiesa e tocca al Papa intervenire. Ebbene, alla notizia del terremoto, Pio IX, l´uomo teoricamente più reazionario dell´epoca, impone un´illuminata normativa antisismica. Queste regole indispensabili, ma impopolari per via degli aggravi alla spesa edilizia, non saranno mai applicate. Motivo: con l´arrivo dei piemontesi l´ordine antico decade. Siamo in Italia, le norme danno fastidio. E poi il Paese ha altre gatte da pelare, a partire dalle rivolte del Sud. Per i norcini, neanche dire, è una festa. Il …

"Il vergognoso ritorno delle dimissioni in bianco", di Maria Grazia Gatti

Nonostante la crisi aumenta il numero delle donne italiane che abbandonano “volontariamente” il lavoro a seguito della nascita di un figlio. I dati ufficiali sono inequivocabili: nel 2009 le dimissioni per maternità erano state 17.878, nel 2010 sono arrivate a 19.017. Quindi, negli anni più pesanti di una crisi epocale dagli esiti imprevedibili, 36.895 donne “decidono» di abbandonare il lavoro alla nascita del figlio, ufficialmente per carenze dei servizi all’infanzia o per il loro costo elevato. Quante di queste donne avevano firmato una lettera di dimissioni in bianco all’atto dell`assunzione? Uno dei primi atti del precedente governo fu la cancellazione della legge sul divieto delle “dimissioni in bianco”. L’Italia avrebbe proprio bisogno che nascessero più bambini, invece, è in costante aumento il fenomeno della povertà femminile e infantile e si prospetta un futuro demografico drammatico. Gli ultimi dati dello Svimez parlano di uno tsunami demografico soprattutto nel Meridione: nei prossimi 20 anni il Sud perderà circa un giovane su quattro e al Nord un giovane su cinque sarà straniero. L’esperienza del Nord Europa ci dice …

"Affondano le ammiraglie della tv", di Paolo Festuccia

In due anni le emittenti generaliste di Rai e Mediaset hanno perso 10 punti di share, male anche i tg. Dieci punti in due anni. Tanto hanno lasciato sul terreno degli ascolti le sei tv generaliste italiane: le tre pubbliche (Rai), le tre private (Mediaset). Ma nonostante il calo, l’offerta generalista resta predominante: infatti, i due grandi competitor, Rai e Mediaset totalizzato insieme ancora il 78,36 per cento dello share. «Ma è chiaro», osserva un dirigente Rai, «se da un lato l’erosione degli ascolti c’è, sia per la Rai che per Mediaset dall’altro i due operatori recuperano una larga fetta (circa il 7%) sul digitale». E già, il digitale, ma non solo, anche le satellitari: è in questo contesto che si gioca la sfida. Stime alla mano, infatti, dal novembre 2010 a oggi il segno più compare solo davanti a Raitre (0,12),e La7 (+1,60%), Tvsat (+1,13), Altre (+0,19) per un totale di quasi tre punti percentuali. Si dirà, pochino. Ma se si osserva il dato, invece, oltre la percentuale di incremento si nota che pay-tv …

"La laicità del Pd e i religiosi del maggioritario", di Cristoforo Boni-

Il Pd è un partito che può vivere con qualunque sistema elettorale: non ha bisogno del maggioritario per definire la propria identità. Per aver detto queste cose, che rappresentano peraltro un atto di fiducia verso il futuro del Pd, Dario Franceschini è stato bersaglio di critiche: per qualcuno in casa democratica l’implicita apertura a una riforma di tipo proporzionale è quasi una bestemmia (contro la religione del maggioritario, s’intende). Nell’emergenza economica, parlare di legge elettorale può apparire un diversivo. Ovviamente, altre sono oggi le priorità. Tuttavia il tema è di grande rilievo. Almeno per due ragioni. La prima riguarda, appunto, la natura del Pd. Contestare le affermazioni di Franceschini vuol dire avventurarsi nel territorio più ostile al Pd, abbracciando di fatto la tesi in base alla quale la sua fondazione è figlia di uno stato di necessità, indotto dalla costrizione del maggioritario. Il Pd non sarebbe nato dunque da un incontro di culture riformatrici, o dal proposito di dare un orizzonte “democratico” al centrosinistra cresciuto con l’Ulivo, ma dalla gabbia maggioritaria imposta nella (fallita) transizione …