Anno: 2011

"Contratto unico sì, licenziamenti facili no", di Luciano Gallino

Nella discussione sullo stato del mercato del lavoro circolano da anni varie proposte di un contratto unico a tempo indeterminato per le nuove assunzioni di lavoratori alle dipendenze. Proverò a spiegare perché l´idea di un contratto unico, presa a sé, è una buona idea. Che però diventa pessima quando la proposta sia corredata da dispositivi i quali, in sintesi, rendono più facili i licenziamenti. La discussione tra le parti sociali e il governo potrebbe fare qualche passo avanti se si riuscisse a concentrare l´attenzione sul meglio delle proposte in parola, lasciando da parte il peggio. 1. In Italia il problema dell´occupazione è ormai drammatico. Si riassume in due cifre: 3,5 milioni di disoccupati, e 2,5 milioni di precari con contratti di breve durata dal rinnovo incerto, mal pagati anche perché di rado lavorano per dodici mesi filati, privi di effettive tutele sindacali, e un futuro previdenziale da fame. Inoltre stanno invecchiando: il 60 per cento supera i trent´anni e oltre il 20 ha passato i quaranta (dati Ires-Cgil). Sebbene siano due facce dello stesso problema …

"L’Italia da svecchiare", di Guelfo Fiore

Nel 2013 andranno al voto i ragazzi nati quando si era già concluso il primo giro di Berlusconi a palazzo Chigi. Quelli che al crollo delle Torri Gemelle, l’11 settembre del 2001, avevano attorno ai sei anni. Che di Giovanni Paolo II, morto allo scoccare dei loro dieci anni, conservano l’immagine di un vecchio fiaccato dalla malattia e non del papa globe trotter che radunava milioni di fedeli nelle spianate e nelle città di tutto il mondo. Che sono cresciuti a pc, videogiochi, telefonini e pochissima televisione (al massimo, quando erano piccini, piazzati davanti allo schermo da genitori in cerca di una pausa…). Che si aggirano sui social network dall’alba alla notte. Che non sanno usare più penne e matite. Che hanno reinventato la composizione delle parole, e continuano a farlo, per adattarle ai nuovi mezzi di comunicazione e di relazione interpersonale. Nel 2013 l’Italia avrà ai suoi vertici gli stessi uomini e le stesse donne del ’95. Non è questione che riguarda solo la politica, dove pure il fenomeno è solare e macroscopico. In …

"I beni artistici restano a secco i 57 milioni dell´8 per mille vanno all´emergenza carceri", di Carlo Alberto Bucci

Il governo dirotta i fondi, saltano 1600 restauri. Negli anni passati circa il 70 per cento dei contributi era andato a palazzi, monumenti e pievi. I soldi saranno utilizzati per l´adeguamento dei penitenziari che ormai scoppiano. Le carceri sono più urgenti. I beni culturali possono aspettare. La boccata d´ossigeno di 57 milioni per tamponare l´emergenza detenuti lascia a mani vuote i monumenti, i palazzi storici, le biblioteche, le chiese, gli affreschi italiani che hanno bisogno di restauri. Nel 2004 era stata la guerra in Iraq a scippare il contributo. Ora è il sistema carcerario ad assorbire i fondi indirizzati verso l´architettura e l´archeologia italiane dall´otto per mille. È una lotta tra poveri che si tirano una coperta sempre più corta. E che lascia praticamente a secco il patrimonio artistico più nascosto e prezioso del Belpaese. «Dobbiamo completare l´edilizia carceraria per permettere la detenzione salvando i diritti fondamentali dell´uomo e per il nuovo anno abbiamo stanziato 57 milioni di euro» aveva annunciato il ministro della Giustizia, Paola Severino, al termine del Consiglio dei ministri del 16 …

"Il nostro futuro multietnico", di Giovanna Zincone

Bisogna smettere, e pure in fretta, di pensare l’italiano tipo come un individuo dotato di nonni nati in Italia. Questo è un messaggio chiave che trasmette il rapporto dell’Istat sul futuro della popolazione del nostro Paese. Infatti, a vivere in Italia nel prossimo mezzo secolo saranno sempre di più persone e famiglie che hanno origini straniere, più o meno lontane nel tempo. E fin d’ora non sono poche. Già all’inizio del 2011 i residenti stranieri in Italia erano più di 4 milioni e mezzo, cioè il 7,5% del totale. E dal computo sono esclusi gli immigrati e i loro discendenti che hanno ottenuto la cittadinanza. L’Istat prevede, seppure con molte cautele metodologiche, che nel 2065 la percentuale degli stranieri arrivi nell’ipotesi più bassa al 22% e in quella più alta al 24% dell’intera popolazione residente. Possono sembrare dati impressionanti, ma non è il caso di lasciarsi impressionare. E per una serie di motivi. Come sanno bene i ricercatori dell’Istat, le previsioni sulla popolazione quando si proiettano su tempi molto lunghi possono presentare grosse sorprese. Su …

"Una fiducia a tempo", di Massimo Riva

L´asta dei Bot semestrali di ieri era attesa come il primo banco di prova importante per il governo Monti sul mercato dei titoli di Stato. È andata bene, si può dire perfino benissimo perché i rendimenti a carico del Tesoro si sono letteralmente dimezzati rispetto all´appuntamento precedente: 6,50 per cento a novembre, 3,25 ieri. Il senso di questo robusto passo indietro è tutt´altro che imperscrutabile. Un mese fa ancora non era chiaro se e quale manovra del nuovo governo sarebbe riuscita a superare senza troppi danni il vaglio parlamentare. E perciò sui mercati continuavano ad aleggiare forti timori sulla tenuta finanziaria del paese anche a breve termine. Il varo definitivo del decreto «Salva Italia» ha sgomberato il campo da ogni dubbio e incertezza sullo stato della nostra finanza pubblica quanto meno per il prossimo anno. In sostanza, è fuori da ogni logica economica immaginare che l´Italia possa andare in «default» nei mesi immediatamente a venire. Ecco perché i sottoscrittori dei Bot semestrali hanno avanzato forti richieste di titoli e si sono accontentati di un tasso …

Napolitano: nella crisi leader europei in affanno ora serve più coraggio

Siamo ora giunti, in special modo in Europa, a un terzo appuntamento con la storia: quello del calare – approfondendolo come non mai – il nostro processo di integrazione nel contesto di una fase critica della globalizzazione. Ed è vero che questa volta le leadership europee appaiono invece in grande affanno a raccogliere la sfida, innanzitutto nei suoi termini di crisi incalzante dell´euro; appaiono palesemente inadeguate anche a causa di un generale arretramento culturale e di un impoverimento della vita politica democratica, che hanno congiurato nel provocare fatali ripiegamenti su meschini e anacronistici orizzonti e pregiudizi nazionali. Particolarmente acuta è oggi per le forze riformiste l´esigenza di perseguire nuovi equilibri, sul piano delle politiche economiche e sociali, tra i condizionamenti ineludibili della competizione in un mondo radicalmente cambiato e valori di giustizia e di benessere popolare, divenuti concrete conquiste in termini di diritti e garanzie attraverso la costruzione di sistemi di Welfare State in Italia e in Europa. Con i Trattati di Roma del 1957 e la nascita del Mercato Comune, furono riconosciuti e assunti …

"Lavoro e figli ancora incompatibili. Il 37% delle donne lascia l'impiego", da repubblica.it

Il rapporto su “La conciliazione tra lavoro e famiglia” ribadisce come in Italia le attenzioni per la prole in tenerissima età resti un compito femminile, con conseguenti aggiustamenti nella vita lavorativa. Le occupate a tempo pieno vorrebbero più spazio per la famiglia nelle loro vite, soddisfatte le impiegate part-time. La cura dei figli, soprattutto in tenerissima età, in Italia continua a essere un compito da donne e la vita lavorativa deve necessariamente adattarsi alla condizione di madre anche in relazione all’indisponibilità di servizi di supporto adeguati alle proprie esigenze in termini di costi, orari, vicinanza alla zona di residenza e presenza di personale specializzato. La conferma arriva dallo studio Istat focalizzato su “La conciliazione tra lavoro e famiglia”. Che, tra l’altro, evidenzia come le donne occupate a tempo pieno sognino di potersi dedicare di più alla cura del proprio nucleo affettivo, mentre le impiegate part-time sono in maggioranza soddisfatte dell’equilibrio tra tempo dedicato al lavoro e tempo dedicato alla famiglia. Profonda la differenza tra Nord e Sud: nel Mezzogiorno e nelle Isole è occupato il …