Anno: 2011

"Mettere fine al bicameralismo e cambiare la legge elettorale in 18 mesi si può fare tutto", intervista a Dario Franceschini di Goffredo De Marchis

C´è un clima nuovo, diverso, tra avversari che lo sono ancora e lo saranno alle prossime elezioni. Il Parlamento può cambiare le regole del gioco. Ci vuole una Camera non elettiva, il Senato delle regioni. Avremo così un´automatica riduzione del numero dei parlamentari. Sono tutti d´accordo. Dario Franceschini propone un patto alle forze politiche che sostengono il governo Monti. «Possiamo fare in 18 mesi quello che non siamo riusciti a fare in 20 anni». Non solo con la cura da cavallo sui conti pubblici. Ma una riforma delle regole fondamentali dello Stato. Questa è la proposta del capogruppo democratico alla Camera. Prima di tutto: c´è ancora spazio per modificare la manovra in Parlamento secondo le vostre indicazioni? «L´esecutivo, muovendosi tra vincoli europei e opinioni lontane, ha dovuto costruire una sintesi. Non è espressione del centrosinistra come non lo è del centrodestra. Ma senza snaturare la manovra si può arrivare ad altre correzioni». Questo è quello che chiede il suo partito a Monti. Cosa si chiede invece ai partiti mentre il governo salva l´Italia? «C´è un …

"Crolla la formazione professionale", di Emanuela Micucci

Meno abbandoni. Pochi iscritti alla formazione professionale. Calo dei frequentanti e delle risorse alle scuole per adulti. Il Censis fotografa la dispersione scolastica italiana nel 45° Rapporto annuale, presentato venerdì a Roma (www.censis.it). Mentre dal Parlamento europeo arriva la ricetta per contro gli abbandoni nell’Unione: obbligo d’istruzione a 18 anni, scuole di seconda opportunità, coinvolgimento di enti pubblici, servizi sociali e sanitari. Lontani dall’obiettivo europeo del 10% di dispersi nel 2020, in Italia i 18-24enni con la sola licenza media non inseriti nei percorsi formativi sono scesi nel 2010 dal 19,2% al 18,8%, tranne al Centro (14,8%). Tuttavia, punti critici e discontinuità d’intervento influiscono sulla prevenzione e lotta alla dispersione. Eppure, spiega l’UE, già una riduzione dell’1% degli abbandoni permetterebbe all’economia europea di avere 500mila giovani lavoratori qualificati in più al giorno. Nel biennio delle superiori i dispersi sono saliti dal 15,6% nel 2006-07 al 16,7% nel 2009-10, in misura maggiore nei professionali. Disomogenea la sinergia tra scuola e i soggetti che lottano il disagio giovanile. Il 57% dei 1.000 presidi intervistati dal Censis conta …

"Il maestro unico? Non è d'aiuto", di Giovanni Scancarelli

Con il ritorno al maestro unico alle elementari, le cose potrebbero peggiorare alle medie. I ritmi e le peculiarità delle personalità in crescita sono molto più complessi di quanto non si pensasse al tempo, magari, della formulazione dei programmi della scuola media. «Dal punto di vista cognitivo», sostengono i ricercatori della Fondazione Agnelli, autrice di una pubblicazione sullo stato dell’arte della scuola media, «il preadolescente traghetta progressivamente dalle logiche del pensiero concreto dell’infanzia a quelle del pensiero ipotetico-deduttivo e formale, anche se forse in modo meno univoco e deterministico di quanto si pensava nel secolo scorso». Con il ritorno al maestro unico allora, salire sul gradino delle medie potrebbe diventare più difficile per diversi alunni. Soprattutto per i più piccoli, o per i più deboli. Per loro il salto che dovranno affrontare tra la scuola elementare alle medie non potrà che farsi più vertiginoso. Intanto, chiariscono i ricercatori, più è precoce l’entrata nella scuola media, proprio per i motivi di cui sopra, più difficile sarà per gli alunni. Ma non è detto che il combinato …

"È la partita dell'Italia non di Monti", di Mario Calabresi

Stiamo vivendo giorni stranissimi, improvvisamente un senso di gravità ha contagiato il Paese. Era ora che accadesse, da mesi avevamo perso credibilità e vivevamo sull’orlo del baratro, ma né la classe politica né i cittadini sembravano davvero rendersene conto ipnotizzati da scontri e divisioni. Ieri Monti ha parlato alla Camera nel silenzio e anche nel gelo: niente ovazioni e nemmeno grida e fischi. Non eravamo più abituati. Nella manovra presentata e nei discorsi che l’hanno accompagnata non c’è quella ricerca del consenso che da anni la politica rincorre a ogni latitudine, anche se da noi in modo più smaccato e plateale. Sembra esserci solo l’urgenza di fermare il crollo della diga, un crollo che avrebbe non solo distrutto la nostra economia ma anche la moneta. «Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni», sosteneva De Gasperi, e mai come oggi abbiamo bisogno di recuperare uno sguardo lungo e un’idea di futuro. Anche nel Paese, tra i cittadini, c’è malumore per il peso dei sacrifici decisi dal governo. Eppure in gioco c’è il …

"L'anzianità va in soffitta per sempre", di Nicola Mondelli

Dal 1° gennaio 2012 la pensione di anzianità, quella cioè che fino al 31 dicembre 2011 il personale della scuola poteva conseguire alla maturazione delle quote ( 96 nel 2011 e 2012 e 97 nel 2013) sarà soppressa e sostituita formalmente e sostanzialmente dalla pensione anticipata. Niente più quote, quindi, ma tale pensione si potrà conseguire esclusivamente se gli uomini potranno fare valere una anzianità contributiva di 42 anni, le donne 41 anni. Se l’età anagrafica posseduta all’atto della pensione anticipata sarà inferiore a 63 anni verrà applicata una riduzione percentuale pari a 3 punti percentuali per ogni anno di anticipo rispetto a tale età. Le nuove anzianità contributive dovranno essere gradualmente incrementate dalla speranza di vita. É questa una delle pesantissime modifiche in materia previdenziale contenuta nelle disposizioni in materia di trattamenti pensionistici approvate dal Consiglio dei Ministri domenica scorsa. Un’altra, ugualmente pesante riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria per accedere alla quale il personale femminile della scuola dovrà avere maturato 63 anni nel 2012 e nel 2013, 64 nel 2014 e 2015, 65 …

"Le lacrime e le parole", di Barbara Spinelli

Tendiamo a dimenticare che in tutti i monoteismi, il cuore non è la sede di passioni o sentimenti sconnessi dalla ragione. Nelle tre Scritture, compresa la musulmana, il cuore è l´organo dove alloggiano la mente, la conoscenza, il distinguo. Se il cuore di una persona trema, se quello del buon Samaritano addirittura si spacca alla vista del dolore altrui, vuol dire che alla radice delle emozioni forti, vere, c´è un sapere tecnico del mondo. Per questo il pianto del ministro Fornero, domenica quando Monti ha presentato alla stampa la manovra, ha qualcosa che scuote nel profondo. Perché dietro le lacrime e il non riuscire più a sillabare, c´è una persona che sa quello di cui parla: in pochi attimi, abbiamo visto come il tecnico abbia più cuore (sempre in senso biblico) di tanti politici che oggi faticano a rinnovarsi. Pascal avrebbe detto probabilmente: il ministro non ha solo lo spirito geometrico, che analizza scientificamente, ma anche lo spirito di finezza, che valuta le conseguenze esistenziali di calcoli razionalmente esatti. Balbettavano anche i profeti, per esprit …

Il governo presenta la manovra in Parlamento: intervento dell'On Dario Franceschini

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, lei ha premesso all’elenco delle misure contenute nel decreto un quadro sulla gravità della situazione nel nostro Paese, sull’emergenza, quell’emergenza e quella gravità di cui noi parliamo da due anni in quest’Aula. Non dimentichiamo e la sua missione – la nostra missione – è esattamente quella di salvare l’Italia (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). La ragione sociale attorno alla quale è nato questo Governo – è un Governo sostenuto da una strana maggioranza parlamentare di avversari politici, che sanno di esserlo e sanno che torneranno ad esserlo alle prossime elezioni – è esattamente questa, e i dati di oggi, i dati dello spread, sono un segnale che, quando arrivano le misure, si può tornare a credere nelle capacità dell’Italia di uscire dalla crisi. Tutti sappiamo che è stato difficile mettere insieme un decreto perché normalmente, nella normalità dei Paesi, dei sistemi costituzionali, c’è una maggioranza politica che si presenta agli elettori con un programma e poi gli atti sono dettati dalla coerenza con quel programma e …