Anno: 2011

"Tutti i numeri dell'evasione dai gioielli alle auto di lusso", di Lorenzo Salvia

Vale dieci volte la manovra del governo Monti. E quindi basterebbe non solo a evitare le lacrime di un ministro e di milioni di italiani ma anche a mettere per sempre in sicurezza i nostri conti pubblici. Stima l’Istat che in Italia in un anno l’evasione fiscale e il sommerso raggiungano i 275 miliardi di euro. È la stessa cifra che fattura l’industria mondiale del legno, oppure quella nazionale (ma fiorente) della corruzione russa. Tradotta in denaro sottratto al Fisco sono 120 miliardi, secondo il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera. In media vuol dire che ogni contribuente nasconde allo Stato 2.093 euro, il 13,5% del proprio reddito, uno stipendio. Solo che anche in campo fiscale bisogna applicare la regola dei polli di Trilussa. Pochi mesi fa l’Herald tribune ha scritto che l’evasione è il nostro vero sport nazionale. E allora, come per tutti gli sport, si può fare un ritratto sociologico del Paese, vedere dove è praticato di più e da chi. Gli uomini evadono più delle donne, i giovani più degli anziani. E …

Rossi Doria: "E ora voglio Cesare Moreno nella mia squadra", di Ottavio Ragone

Prima intervista al neo sottosegretario all’Istruzione del governo Monti e annuncia che coinvolgerà l’esperto impegnato come lui nel progetto dei maestri di strada. Sabato visita ufficiale in città con il ministro Profumo per incontrare Caldoro e de Magistris. Il sottosegretario con lo zainetto non può avere un portaborse. Non gli si addice nemmeno la grisaglia, è un maestro di strada con le suole consumate dalla trentennale traversata nel disagio giovanile. «Dai Marco, prendimi al ministero, sarò il tuo portazainetto», scherzano gli amici del bar quando entra Marco Rossi Doria, nominato una settimana fa nel governo Monti, come sottosegretario all’Istruzione del ministro Francesco Profumo. Ha un anno di tempo e vorrebbe spenderlo in primo luogo per combattere la dispersione scolastica, «perdiamo per strada il 21 per cento dei ragazzi, sono i figli dei poveri ed è uno scandalo. La mia esperienza è a disposizione del ministro, sono felice di poter collaborare con lui». Domani Profumo è a Napoli per la prima visita ufficiale in compagnia di Rossi Doria. Incontrerà il sindaco de Magistris e il governatore …

Fassina: "la manovra toccherá anche i ricchi, ma ancora troppo poco", di Francesca Schianchi

«Ancora una volta Merkel e Sarkozy, stavolta insieme a Cameron, non hanno consentito passi avanti come un coordinamento economico e il potenziamento del fondo salvastati, necessari a dare senso alle misure così dolorose di questi giorni». Misure che, spiega Bankitalia, avranno effetti restrittivi sul Pil… «E` scontato, tanto più quando anche altri Paesi fanno contestualmente manovre restrittive: temo che queste misure avranno un effetto recessivo anche maggiore di quanto prevede Bankitalia». Ieri sulla Stampa D`Alema diceva però che per la prima volta anche i ricchi pagano: è d`accordo? «Pagano qualcosa anche i ricchi, ma l`equilibrio non mi pare soddisfacente. Sul versante pensionistico e dell`Ici si producono situazioni di grande sofferenza: ci sono lavoratori che vedono ritardata di sei anni la pensione, non è la stessa cosa che pagare 1200 euro per un conto titoli milionario». Per questo parteciperà alle mobilitazioni dei sindacati lunedì? «Lunedì andrò al presidio di Cgil, Cisl e Uil per ascoltare i lavoratori e ribadire le ragioni per cui il Pd vota questa manovra: perché Lega e Pdl ci hanno portato a …

"I due Mario l'Europa l'hanno salvata", di Eugenio Scalfari

Due domeniche fa intitolai il mio articolo “Due Mario italiani per salvare l´euro”. Ero abbastanza ottimista in quell´articolo e così pure nell´altro della domenica seguente. Oggi lo sono ancora di più perché le previsioni sono diventate fatti e i fatti hanno un diverso peso, producono effetti, modificano aspettative, comportamenti e decisioni. Dopo la firma di Giorgio Napolitano e la presentazione alle Camere del decreto “Salva Italia”, dopo la decisione della Bce annunciata giovedì scorso di aprire un credito illimitato al sistema bancario dell´Eurozona e dopo il Consiglio dei capi di governo dei 27 paesi dell´Unione di venerdì, il mio ottimismo si è rafforzato. Lo dichiaro qui perché, oltre ad essere un giornalista, sono anche un risparmiatore, un consumatore, un elettore, sicché il mutamento delle mie aspettative potrebbe anche rappresentare un “test” di analoghi mutamenti sociali. Del resto i mercati di venerdì l´hanno già resi visibili ed è probabile che i mercati di domani emettano un giudizio ancora più esplicito per quanto riguarda lo “spread”, l´andamento delle Borse e il rendimento dei debiti sovrani. Il decreto …

Giornata mondiale dei diritti umani: Ban Ki-Moon: "Troppa repressione nel mondo"

Il segretario generale dell’Onu : “Molte persone alla ricerca di legittimazione si sono ritrovate attraverso i social media”. Rispetto, consapevolezza, ma soprattutto tutela, in un mondo dove i diritti umani sono ancora troppo spesso calpestati. In sintesi è questo il messaggio del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in occasione della “Giornata Mondiale dei Diritti Umani”, che si celebra oggi. «I diritti umani appartengono a ciascuno di noi senza eccezioni. – ha detto il segretario – Ma se non li conosciamo, se non pretendiamo che vengano rispettati e se non difendiamo il nostro diritto, e quello degli altri, ad esercitarli, rimarranno solo parole vuote in un documento scritto decine di anni fa. Per questo con la Giornata dei Diritti Umani non ne celebriamo soltanto l`adozione ma ne riconosciamo anche l`importanza e attualità». «In ogni parte del mondo – continua – le persone si sono mobilitate chiedendo giustizia, dignità, eguaglianza e piena partecipazione, tutti diritti custoditi nella “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. Molte delle persone alla ricerca di legittimazione per le loro aspirazioni si sono ritrovate attraverso …

"Pressing sul governo: editoria, cambiare l’art.29", di Roberto Monteforte

Si mobilitano Fnsi e direttori dei giornali di idee, di partito e di cooperative: «Senza immediati correttivi oltre 100 testate chiuderanno sicuramente». È una certezza la chiusura immediata di oltre cento testate della stampa di partito, cooperativa e di idee con «riflessi gravissimi sul pluralismo dell’informazione e sulla stessa democrazia». Questo sarà l’effetto, senza immediati correttivi, della «manovra» del governo Monti che taglia ulteriormente i già scarsi e incerti «finanziamenti diretti» destinati all’editoria no profit. Lo denunciano con drammatica chiarezza i direttori delle testate coinvolte: Claudio Sardo de l’Unità, Stefano Menichini di Europa, Marco Tarquinio di Avvenire, quello della Padania, Leonardo Boriani, di Liberazione Dino Greco, quindi Norma Rangeri de il Manifesto, Marcello De Angelis del Secolo d’Italia, Emanuele Macaluso direttore de Il Riformista e il presidente della Fisc ( la federazione dei settimanali diocesani), Francesco Zanotti. Si muove lo schieramento trasversale che nei mesi scorsi nella battaglia per la difesa del pluralismo delle voci politiche e culturali nel rigore, nella «bonifica» del settore dalle false testate a favore dei giornali «veri», ha ottenuto l’autorevole …

"Più seri, chi sbaglia paga", di Franco Mosconi

Nell’Europa a due velocità nata l’altra notte a Bruxelles l’Italia c’è, come c’era nel maggio 1998 quando sempre a Bruxelles nacque l’euro e, prima ancora, quando fra il 1989 e il 1992 il Trattato di Maastricht venne prima concepito e poi firmato. Si dirà: è una ben magra consolazione, ora che l’Unione europea (Ue) si è spaccata in due blocchi. Ma non saremmo così sicuri di questa interpretazione se teniamo nel debito conto gli accadimenti di questi ultimi mesi e il rischio, tutt’altro che teorico, di una disintegrazione dell’Unione europea e, in primis, dell’area dell’euro. L’«unione di bilancio», il rafforzamento del «meccanismo europeo di stabilità» e il nuovo ruolo della Banca centrale europea (Bce) rappresentano, nel loro assieme, tre decisioni di non piccola portata. D’altronde, se anche questa volta ci si fosse limitati alle pie intenzioni – come purtroppo molto spesso è accaduto nei summit degli ultimi anni con la crisi della Grecia già esplosa – o alla conservazione di fatto dello status quo anche la Gran Bretagna avrebbe probabilmente dato il suo assenso. Se …