"Ecco la prima traccia della particella di Dio", di Elena Dusi
L´ultimo latitante è alle corde. Da quasi 50 anni i fisici sono alla caccia del bosone di Higgs, unico tassello mancante del puzzle della materia a noi nota. Oggi l´ultima delle 17 particelle elementari, soprannominata “particella di Dio” ha lasciato un´impronta nel Large Hadron Collider (Lhc), l´acceleratore di particelle del Cern di Ginevra. A trovare il segnale, considerato la pista giusta ma non ancora tanto nitido da far gridare alla scoperta, sono stati due esperimenti guidati da fisici italiani. Fabiola Gianotti è a capo di Atlas, un rivelatore di 46 metri e 7 tonnellate che osserva i frammenti di materia prodotti dalle collisioni fra i protoni spinti al 99,99% della velocità della luce in Lhc, anello sotterraneo di 27 chilometri. Compito sovrapponibile ha Cms, altra “macchina fotografica” per particelle elementari, 21 metri per 12,5 tonnellate, guidato da Guido Tonelli. I due rivelatori hanno raccolto dati segretamente l´uno dall´altro. Per essere sicuri di aver raggiunto l´Higgs, occorre infatti che i due esperimenti scattino la stessa foto segnaletica. Al lavoro ci sono 6mila fisici di oltre 100 …