Anno: 2011

"La Bce ha le cartucce, le usi", di Lucrezia Reichlin

La settimana scorsa la Banca centrale europea (Bce) ha annunciato nuove misure anti-crisi e affermato con una forza inaspettata la sua intenzione di non intervenire sul mercato dei titoli pubblici. Questo ha lasciato tanti delusi. Ingiustamente. I nuovi interventi Bce sono molto pesanti. Nel vecchio stile della Bundesbank, il presidente dell’istituto, Mario Draghi, parla da conservatore ma agisce in modo pragmatico. Il pacchetto non solo costituisce un’ingente immissione di liquidità nel sistema finanziario, ma comporta un rischio di credito nel bilancio delle banche centrali oltre a fornire una possibilità indiretta di finanziamento del debito pubblico. Nonostante i rischi che esse comportano, le misure sono necessarie, ma forse meno efficaci e più rischiose di un intervento sul mercato dei titoli pubblici con un target preciso sugli spread. Con il nuovo pacchetto, le banche possono fare operazioni a pronto termine con la Bce a un tasso dell’1%, con un orizzonte fino a tre anni e offrendo in garanzia titoli (collaterale) i cui requisiti di qualità si sono molto allentati. In alcuni casi il mercato privato per quei …

"Ammainabandiera a Bagdad", di Vittorio Zucconi

Tutti a casa e non si capisce ancora se questa da Bagdad sia una fuga o una vittoria. È finita con un sospiro, non con un botto, la guerra che avrebbe dovuto inaugurare il “nuovo secolo americano” nel mondo. Da ieri, nessun soldato americano morirà più per Bagdad. Se ne stanno andando gli ultimi 4.500 rimasti, in una crudele ironia dei numeri: sono tanti quanti coloro che già se ne erano andati dal 2003. Da morti. È finita in silenzio, quasi di nascosto, tra l´indifferenza e l´imbarazzo. Un´Apocalisse in bianco. Nessun volo di elicotteri dal tetto della ambasciata come nella Saigon 1975, con i disperati aggrappati alle porte. Niente folle assiepate per fuggire dal nemico in arrivo, nella Bagdad dell´addio alle armi americane. Soltanto un cortile interno protetto da mura altissime per evitare razzi e cecchini, accompagnati dalle note dell´inno eseguite, con qualche straziante stonatura di trombe, da una piccola banda di sette marine musicanti in uniforme mimetica da fatica, ha salutato la più dolorosa, costosa, sanguinosa avventura militare americana dopo il Vietnam. Per un …

Il Louvre: «Vi dimostriamo che la cultura rende», intervista a Hervé Barbaret di Stefano Miliani

Con 8,7 milioni di visitatori nell’ultimo calcolo annuale, il Louvre stacca tutti i musei del globo: il British Museum di Londra segue a 5,8 milioni,il Metropolitan di New York 5,2, la Tate Modern londinese a 5 milioni. Il sottosegretario ai Beni culturali Roberto Cecci puntualizza che confrontando gli ingressi con la superficie espositiva allora il primo museo al mondo diventa gli Uffizi con 1,5 milioni, ciononostante la casa della Gioconda parigina resta in testa, imbattibile, ed eccelle anche in quantità e qualità di servizi. Hervé Barbaret è l’amministratore del museo parigino e partecipa al convegno organizzato dall’associazione italiadecide presieduta da Luciano Violante, «Darevalore Averevalore»: nell’auletta presso la Camera a Roma si parla di come salvare i beni culturali e della possibile unione delle forze tra pubblico e privato Barbaret al convegno parla per oltre mezz’ora, segno che l’argomento gli preme. Il vostro bilancio? Quanto dà lo Stato? Abbiamo un budget totale di 200 milioni di euro di cui la metà viene dallo Stato, 50 milioni dai biglietti, gli altri 50 dai mecenati, dall’affittare spazi per …

Una cura psicologica per la crisi", di Mario Deaglio

Per l’Europa il 2012 non sarà un anno gradevole». Questo a dir poco singolare, ma probabilmente veritiero, biglietto di auguri per il Vecchio Continente porta la firma di Olivier Blanchard, il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, ossia di quella grande istituzione i cui esperti verranno in visita (ispezione?) a Roma la settimana prossima. Gli ha fatto eco, a poche ore di distanza, il primo ministro polacco, Donald Tusk. Tusk ha pronunciato un durissimo discorso di saluto al Parlamento europeo, al termine del semestre di presidenza del suo Paese, l’unico in Europa che possa vantare risultati economici veramente buoni negli ultimi 2-3 anni. L’Europa, ha detto Tusk, è sull’orlo del precipizio, non si comporta più come una comunità ma come una somma di egoismi nazionali al punto che la crisi ormai si trova nei nostri cuori e non solo nelle nostre banche. Passando dai principi alle cifre, ancora una volta a poche ore di distanza, la Banca Centrale Europea ha rivisto ieri sensibilmente al ribasso le proprie stime per i Paesi dell’euro: mentre a settembre …

"La democrazia economica", di Massimo Giannini

Non è un paese da economia liberale. L´Italia non lo è mai stata, e oggi lo è meno che mai. La furiosa vandea delle macro e micro-corporazioni, che si ribellano alle pur timide liberalizzazioni del governo Monti, è la prova di un drammatico limite culturale: la difesa di una rendita frutta molto di più dell´apertura di un mercato. L´operosa copertura delle categorie “in lotta”, assicurata in Parlamento da una destra provinciale e illiberale, è la confema di un tragico limite politico: garantire una lobby rende molto di più che scardinare un monopolio. Ma questo, oggi, è lo spettacolo desolante al quale stiamo assistendo, i danni del cittadino-consumatore già tartassato dalla crisi e dalla manovra. Il Paese è ufficialmente in recessione: di qui alla prossima primavera il Pil crollerà di altri due punti percentuali, nel 2013 avremo bruciato oltre 800 mila posti di lavoro. Ovunque, nelle democrazie occidentali, le liberalizzazioni sono state e sono uno dei principali fattori di sblocco dell´economia e di rilancio della crescita. Offrono un duplice vantaggio: aumentano la concorrenza (e dunque riducono …

Bersani: «Ora però gli ammortizzatori sociali», da unita.it

«Dopo la riforma delle pensioni si deve affrontare immediatamente il problema degli ammortizzatori sociali e specialmente dei giovani». Il segretario del Pd alla riunione dei deputati alla Camera, tornando a spronare il governo a fare di più sulle liberalizzazioni. Pier Luigi Bersani è tornato a spronare il governo a fare di più sulle liberalizzazioni. «Sulle liberalizzazioni non siamo ancora a posto, aspettiamo il governo al prossimo appuntamento», ha riferito il segretario del Pd al termine della riunione del gruppo alla camera. «Diremo qualcosa su quello che è necessario e non è solo il mercato del lavoro», ha spiegato Bersani, «se non lo si capisce subito prima o poi si capirà meglio». «Domani diremo ciò che ci piace ma anche che resta del lavoro da fare. Ciò che non abbiamo ottenuto fin qui, ci impegneremo insieme per ottenerlo in futuro». Pier Luigi Bersani garantisce così, all’assemblea dei deputati, l’impegno ad incidere nei prossimi provvedimenti del governo. «Noi domani diremo – spiega Bersani – che siamo fedeli al nostro impegno e a essere chiari e trasparenti con …

"Dall´assalto ai rom alla furia omicida l´Italia scopre la polveriera nera", di Carlo Bonini

La diaspora neo-nazista si è fatta “cultura egemone”, senso comune delle grandi cinture metropolitane. E in difesa dei militanti accusati di violenze si riaffacciano “vecchi maestri” come Franco Freda. Le mazze dei giustizieri nel campo Rom di Torino, il sangue senegalese innocente di Firenze, il culto osceno di “Militia” e il suo nazional-socialismo antisemita che dovrebbe farsi “avanguardia rivoluzionaria”. In quattro giorni, il vulcano di risentimento e odio sociale su cui è seduto il Paese torna a dare segni di sé. E interpella innanzitutto una “diaspora” neofascista e neo-nazista che, negli ultimi dieci anni, è stata “cultura egemone”, perché diventata “senso comune” nelle cinture urbane delle grandi aree metropolitane. «Purtroppo, temo che si sia arrivati oltre la soglia – dice Ugo Maria Tassinari, uno dei più acuti osservatori da sinistra della storia della destra in Italia dal dopo-guerra ad oggi – Perché nella radicalità della nostra crisi sociale ed economica, i codici di impazzimento dei singoli, come delle piccole comunità, si moltiplicano. Si rischia di non riuscire più a ricacciare il genio dalla lampada da …