Anno: 2011

"Se l'art. 18 diventa un lusso", di Stefano Rodotà

Gli effetti del decreto “Salva Italia” dureranno a lungo, perché redistribuiscono poteri e risorse. Per questo non è possibile far tacere lo spirito critico, né pretendere una sorta di acquiescenza sociale, alla quale giustamente i sindacati hanno detto di no. Il decreto, infatti, tocca profondamente vita e diritti delle persone. I diritti sono diventati un lusso? L´”età dei diritti” è al tramonto? Di questo discutiamo in questi tempi difficili, e non solo in Italia. E´ tornata l´insincera tesi dei due tempi: prima risolviamo i problemi dell´economia, poi torneranno i bei tempi dei diritti. “Prima la pancia, poi vien la morale” – fa dire Bertolt Brecht a Mackie Messer nel finale del primo atto dell´Opera da tre soldi. Ma l´esperienza di questi anni ci dice che di quel film viene sempre proiettato solo il primo tempo. Vi è una ricerca francese sui diritti sociali intitolata “Droits des pauvres, pauvres droits”. Dunque, “diritti dei poveri, poveri diritti”: diritti sempre più deboli per i più deboli, e che non si sa che fine faranno. Oggi siamo di fronte …

"Presidi: più che un concorso, il gioco delle porte girevoli", di Mario D'Adamo

Il 14 e il 15 dicembre in tutti i capoluoghi di regione si sono svolti gli scritti del concorso di dirigente scolastico, al quale hanno partecipato non solo i candidati che avevano superato la preselezione del 12 ottobre ma anche quelli che non l’avevano superata. È il caso dei candidati della Campania, bocciati ai quiz e ammessi con riserva dal Tar di Napoli, al quale hanno presentato ricorso, contestando l’erroneità di alcuni quesiti. E sarebbe stato il caso di 68 candidati della Puglia, in un primo tempo ammessi a partecipare dal presidente del tribunale amministrativo di quella regione (decreto n. 919 del 24 novembre 2011) ma subito dopo estromessi dallo stesso presidente che ci ha ripensato, dietro domanda del ministero dell’istruzione e dell’Associazione nazionale presidi (decreto n. 984 del 9 dicembre 2011). I Tar delle regioni diverse dal Lazio, questa la motivazione, sarebbero incompetenti a decidere su una procedura di carattere nazionale. Non ce l’hanno fatta ad affrontare gli scritti nemmeno altri candidati, che pure avevano contestato l’erroneità dei quiz, dei quali il Tar del …

"Tre donne per una riforma", di Chiara Saraceno

Tre donne hanno nelle proprie mani una delle questioni più calde della politica italiana, la riforma del mercato del lavoro e il futuro dell´articolo 18 dello statuto dei lavoratori: la ministra del welfare, la presidente di Confindustria, la segretaria generale del massimo sindacato italiano. Per la cultura e pratica politica italiana è certo una rottura radicale, innanzitutto sul piano simbolico. Non siamo abituati a vedere fisicamente donne monopolizzare lo spazio visivo e comunicativo di processi decisionali importanti giocando tutte le parti disponibili. Ciò è sicuramente un bene in sé, perché rompe il monopolio maschile sui ruoli decisionali che contano. Allo stesso tempo, la diversità non solo di ruoli, ma di interessi e di modi di interpretarli che ciascuna di queste tre donne porta al tavolo della negoziazione è l´esempio più chiaro che l´essere donne, così come l´essere uomini, non produce automaticamente una comunanza di posizioni e interessi. Salvo che per la pretesa di partecipare alla pari degli uomini alle decisioni importanti per la collettività, non vi sono automaticamente posizioni, definizioni di priorità, comuni. Pretenderlo, anche …

"Quei dubbi sul ruolo dell'Europa", di Lucia Annunziata

Quanto pronta è la classe dirigente del Paese ad accettare l’attuale governo Monti? Pronta, ma non senza qualche seria riserva. Con un po’ di immaginazione, e una certa forzatura, potrebbe essere letta così l’indagine sull’Europa presentata ieri a Roma nella sede della Rappresentanza Italiana della Commissione Ue, – stanze di solito vuote, riempite ieri, nel giusto segno dei tempi, da giornalisti e osservatori. Il lavoro si intitola «L’Europa e l’agenda delle Riforme», è stato voluto dal Forum internazionale economia e società aperta, figlio della Bocconi e dal Corriere della Sera , cioè dei due luoghi seminali del governo tecnico, e si rivolge a una fascia sociale ben precisa – con un campione di cittadini fra i 18 e i 60 anni, che usano internet, cui si aggiungono i dirigenti di un centinaio di aziende. Insomma parliamo qui sicuramente di una élite ben informata e molto attiva nel mercato del lavoro. L’arco di tempo in cui questo gruppo viene contattato è cruciale: fra il 2 e il 9 novembre, cioè dopo la lettera a Bruxelles di …

"Siamo tutti senegalesi", di Adriano Sofri

Mi ero infilato – era facile, loro sono altissimi, io no – nel gruppo di senegalesi più arrabbiati. Scandivano i loro slogan sotto il palco, mentre dal palco li esortavano alla calma. C´erano delle donne, e una ha gridato in italiano: «Dobbiamo dire solo parole umane. Siamo qui per l´umanità. Siamo tutti uguali». Uno davanti a lei si è voltato: «Non siamo tutti uguali. Noi siamo migliori». Si sono messi a rimproverarlo, allora gli ho battuto sulla spalla e gli ho detto: «Hai ragione, siamo migliori». È rimasto un po´ interdetto, poi ha detto: «Io non sono razzista». Abbiamo concordato che potevamo dire: «Siamo tutti migliori». La manifestazione non era, come distrattamente veniva da dire, «per» i senegalesi, ma «con» i senegalesi, e specialmente per noi. «Noi» abbiamo la tentazione di trattare questioni enormi come le migrazioni come se ne decidessimo. Io, per esempio, non saprei bene che cosa fare, se dipendesse da me, e tutt´al più mi par di sapere che cosa non farei: molte cose. (Farei bensì come Andrea Riccardi, la visita alla …

""Servono giovani prof". Concorso per 300 mila", di Raffaello Masci

Aprire la scuola ai giovani, varare subito un maxi-concorso al quale potrebbero essere interessati 300 mila aspiranti professori. Il neo-ministro dell’istruzione Francesco Profumo ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e ha annunciato ciò che i suoi predecessori non si potevano neppure sognare: riaprire i concorsi nella scuola per fare spazio alle nuove generazioni di docenti, considerando che l’età media del personale insegnante è oggi di 47 anni. Dal 1999, infatti, i concorsi sono bloccati, le graduatorie piene, e le assunzioni fatte attraverso il mero riassorbimento di queste ultime. Lo slancio del neo ministro è stato generoso, ma i sindacati – pur apprezzando l’iniziativa – gli hanno ricordato che i tagli diventati legge (numero 133 del 2008, cioè la riforma Gelmini) e le graduatorie pregresse, non lasciano tante cattedre disponibili, tali da giustificare un concorso di grandi dimensioni. Quindi il ministro ci vada piano: questo il messaggio. Francesco Profumo è stato profeta in patria, in quanto ha parlato nella sala consiliare della natia Savona, dove si era recato per premiare i quattro migliori allievi delle altrettante …

"Articolo 18 e ammortizzatori, si apre la partita ed è scontro", di Andrea carugati

La ministra del Welfare Fornero accelera sulla riforma della mercato del lavoro. Conferma la volontà di aprire all’inizio del prossimo anno un cantiere con le parti sociali per arrivare a un obiettivo ambizioso, e cioè eliminare i contratti precari. «Bisogna permettere ai giovani di entrare nel mercato del lavoro con un contratto unico, che includa le persone oggi escluse e che però forse non tuteli più al 100% il solito segmento iperprotetto», spiega in un’intervista al Corriere. Fornero cita una frase di Luciano Lama, «Non voglio vincere contro mia figlia», e rilancia la discussione sull’articolo 18: «Non c’è una ricetta precostituita,manonci sono neppure totem e quindi invito i sindacati a fare discussioni intellettualmente oneste e aperte». Poi concede: «Ci vuole maggiore gradualità nell’introduzione delle nuove regole rispetto a quanto abbiamo fatto sulle pensioni». Tema su cui il ministro rivendica le scelte fatte: «Ci siamo trovati in emergenza, bisognava mandare un segnale deciso all’Europa». Quanto ai prepensionamenti, largamente utilizzati come ammortizzatori sociali, il ministro è netto: «Lo Stato copre questo patto implicito tra aziende e lavoratori …