Anno: 2011

Famiglie con stranieri a rischio povertà: guadagnano il 56% in meno degli italiani

Rapporto Istat – ministero del Lavoro: gli stranieri lavorano di più ma guadagnano di meno: il 52,5% tra i 15 e i 24 anni ha un reddito da lavoro, contro il 32,1% degli italiani. Ma solo 47,5% delle donne straniere con figli lavora, contro il 57,3% delle italiane. Gli stranieri lavorano prima, vivono del proprio lavoro ma guadagnano meno degli italiani. E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’indagine Istat “I redditi delle famiglie con stranieri”, presentato stamattina dall’Istituto di statistica, congiuntamente con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La quota di stranieri che tra i 15 e i 64 anni percepiscono un reddito da lavoro è infatti più elevata di quella degli italiani: una differenza che si manifesta soprattutto tra i più giovani, visto che il 52,5% degli stranieri tra i 15 e i 24 anni percepisce un reddito, contro il 32,1% degli italiani. Differenza significativa anche tra i più anziani: il 67,8% degli stranieri tra i 55 e i 64 anni ha un reddito da lavoro, contro il 47,3% dei …

Per un anno migliore, di nuovo (Newsletter n. 11 dicembre 2011)

Gli italiani hanno la memoria corta, purtroppo. A questo vizio, poi, aggiungono quello di subire il fascino dell’uomo forte e solo al comando. In generale, è difficile tracciare il cammino per il futuro se si dimentica da dove si è partiti e se a illuminare la via è una guida non accorta. Se poi la smemoratezza e il leaderismo diventano categorie politiche, allora il rischio di sbagliare strada e di fare deragliare il Paese si fa concreto. Per questo motivo, parto dal mio editoriale di un anno fa ‘Per un anno migliore’, per svolgere alcune considerazioni sul periodo straordinario (nel senso di fuori dall’ordinario) che stiamo vivendo e che accompagna l’arrivo del nuovo anno con contrastanti sentimenti di speranza e di preoccupazione. Un anno fa commentavo, con rammarico, il superamento del voto di fiducia del 14 dicembre 2010 da parte di Berlusconi, reso possibile grazie all’acquisto indecente di alcuni deputati. Le dimissioni, così a lungo attese e sollecitate, sono arrivate quasi un anno dopo, il 12 novembre 2011. Undici mesi che hanno portato il Paese …

Ancora uno sfregio alla cultura: crollo negli scavi di Pompei

È caduto uno dei pilastri del pergolato esterno della Casa di Loreio Tiburtino (Regio II, Insula II) negli Scavi di Pompei. Lo comunica la soprintendente speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei. Il fatto si è appreso a seguito di una verifica. Sul posto è in corso un sopralluogo alla presenza delle forze dell’ordine. La casa, detta di Loreio Tiburtino, appartenne a D. Octavius Quartio, come prova l’anello-sigillo rinvenuto presso l’ingresso. In parte, come sottolinea la Soprintendenza archeologica, c’è l’impianto originario (II sec. a.C.): nell’atrio, fulcro dell’abitazione, si affacciano le stanze da letto e il triclinio. La parte verso l’Anfiteatro, ristrutturata dopo il 62 d.C., conserva un giardino immerso tra verde e specchi d’acqua, ad imitazione delle dimore fuori città, secondo la moda ‘del vivere in villa’. Lo spazio verde della casa si articola in due lunghe vasche (euripi) disposte a ‘T’. L’euripus superiore, porticato, era decorato da statue allusive all’Egitto, patria della dea Iside: al centro presenta un sacello con fontane, in fondo un doppio letto per pasti all’aperto ed una nicchia …

"Effetto-Napolitano: le liti sull’articolo 18 si sgonfiano", di Mariantonietta Colimberti

Tanto rumore per nulla. Giorni di polemiche, parole durissime e sindacalisti uniti in piazza, allarme rosso nel Partito democratico vittima designata delle riforme con difficili risvolti sociali, addirittura il presidente della repubblica che intima che «si blocchi sul nascere ogni esasperazione polemica». Tutto senza motivo, perché in realtà la ministro Fornero non ha in mente «nulla di particolare che riguardi l’articolo 18». È «caduta in trappola nell’intervista» rilasciata al Corriere della Sera, «a causa della mia inesperienza e ingenuità». Poi l’immancabile stoccatina ai giornalisti, che «sono bravissimi a tendere trappole». La colpa, quindi, di questi quattro giorni di nervi a fior di pelle è di Enrico Marro, che domenica ha intervistato la ministro. Se si sia trattato di marcia indietro suggerita da Mario Monti («è un falso problema», aveva mandato a dire), dalle reazioni dei sindacati, dalla moral suasion di sotterranee diplomazie partitiche, da tutti questi elementi insieme o davvero soltanto dal sincero rammarico per non essersi ancora dotata di un astuto addetto stampa, non è dato saperlo. Certo che le parole della Fornero a …

Bersani: “Il problema dell’Italia non è licenziare, ma far lavorare le persone"

“La riforma del mercato del lavoro ci vuole ma oggi il problema dell’Italia non è buttar fuori la gente, il problema è come si entra nel mondo del lavoro, come si crea lavoro, come si rende il lavoro meno precario, servono ammortizzatori sociali moderni, perciò bisogna partire da lì e poi fare la sintesi, non discutendo sui giornali. Il governo e le forze sociali si parlino”. Questa la posizione del PD, chiarita dal Segretario nazionale Pier Luigi Bersani. Riguardo la discussione sull’articolo 18, Bersani ha spiegato: “Nel PD la sintesi c’è, è nei documenti approvati in Assemblea, se nel PD si discute, non significa che ci si divida, questa tesi è destituita di fondamento. Il PD quando è ora c’è ed è solido”. La strada maestra è dunque quella del dialogo. “La querelle sull’articolo 18 è un falso problema”, come dice anche il presidente del Consiglio Mario Monti. “Il PD è unito sul fatto che l’articolo 18 non è l’elemento che non fa crescere l’economia”, ha detto il vicesegretario del Partito Democratico, Enrico Letta, intervenendo …

"Consumi, redditi e investimenti ecco gli effetti della recessione", di Luisa Grion

I dati Istat: -0,2% il Pil del terzo trimestre. La contrazione più forte da spesa pubblica e infrastrutture, ma anche le imprese faticano, resiste chi esporta. Secondo le stime dell’Associazione bancaria, il prossimo anno segnerà un rallentamento dello 0,7%. Le previsioni restano negative per tutto il 2012. E’ recessione: lo ha detto la Confindustria, lo ha predetto l’Abi. Manca solo il “sì” definito dell’Istat che, pur parlando di un Pil in declino, non ha ancora pronunciato “l’orrido” vocabolo per il semplice motivo che – ad essere precisi – per definire una recessione bisogna certificare un arretramento economico per sei mesi di fila. I primi tre sono già ufficiali: nel periodo luglio-agosto-settembre – segnala l’istituto di statistica – il Pil è diminuito dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente: non accadeva dalla fine del 2009. Ma tutto lascia pensare che non sia finita qui. Ne è sicura la Confindustria, che stima per il 2012 un prodotto interno lordo in calo dell’1,6 per cento (“ma la caduta potrebbe essere peggiore” ha detto la Marcegaglia). Lo teme …

"Inflazione e tasse pesano: busta paga ferma da dieci anni", di Enrico Marro

Le retribuzioni dei lavoratori italiani sono basse e tartassate. Negli ultimi 15 anni hanno perso terreno nei confronti internazionali. E la differenza tra i salari più ricchi e quelli più poveri è aumentata. Adesso, poi, con l’inflazione che ha ripreso a correre e con la stangata Monti appena decisa, la perdita di potere d’acquisto rischia di essere pesante. Partiamo dai raffronti con gli altri Paesi, utilizzando i dati 2010 dell’Ocse, l’organizzazione dei Paesi più industrializzati. L’Italia si colloca al 22esimo posto su 34 nella classifica dei salari netti: 25.155 dollari (19.350 euro al cambio di ieri). Mille euro in meno della media Ocse e quasi 4 mila in meno della media dell’Ue a 15. Nel Regno Unito la retribuzione netta è stata di 11 mila euro superiore a quella media italiana. In Germania hanno preso quasi 5 mila euro in più che da noi, in Francia 2 mila e perfino in Spagna ci hanno superato di circa 1.500 euro. L’Italia è comunque ultima per livello di salario netto tra i Paesi del G7. Volete una …