Giorno: 30 Dicembre 2011

"Il genero tedesco", di Curzio Maltese

I fatti sono ancora pochi, ma lo stile è molto. Una delle richieste del mondo all´Italia, un cambiamento nello stile di governo, Monti l´ha garantita. Per chi ha seguito la decina di conferenze di fine d´anno di Berlusconi, è una rivoluzione. Sul piano dello humour, per cominciare, siamo passati da Bombolo a Oscar Wilde. Il professore dimostra una bella dimestichezza con alcune delle virtù meno frequentate dagli uomini pubblici italiani, l´ironia e l´understatement. Il suo incedere lento, a tratti meccanico, si apre di continuo a paradossi divertenti, perfino trovate surreali. Quando gli chiedono se riuscirà a rassicurare l´opinione pubblica tedesca, risponde citando la Suddeutsche Zeitung, «che mi ha definito il genero ideale, perché parlo poco e vesto in maniera banale. Un grande complimento per me e per i tedeschi. Direi che il più è fatto». Al lungo cahier de doleances dell´Ordine dei giornalisti, replica di conoscere la materia «avendo scritto due o tre articoli nella vita». Agli appelli degli economisti obietta «conosco anch´io un minimo di economia e capisco che la manovra ha molti inconvenienti». …

"I fuochi sul cammino del governo", di Mario Deaglio

Molti italiani saranno rimasti sbalorditi alla vista di un presidente del Consiglio che si esprime con grafici; altri avranno trovato, tutto sommato, grigia un’esposizione in cui volutamente non si sono toccate corde emotive ma si è enunciata una lunga serie di fatti e di intenzioni. I telespettatori non erano preparati a una lezione in diretta, a un tipo insolito di comunicazione politica e continuano a restare spaesati di fronte a una griglia di provvedimenti che incide su moltissimi aspetti della società italiana. Per superare lo sbalordimento occorre probabilmente mettersi nei panni del Professor Monti, nella condizione, incredibile per l’italiano medio, di un presidente del Consiglio che dichiara di non avere alcuna particolare ambizione politica e di trovarsi in una posizione da superchirurgo incaricato di tagliare e ricucire là dove è risultato impossibile, a chi ne aveva il mandato politico, di fare altrettanto. Agli occhi di un osservatore esterno, la manovra del presidente del Consiglio si svolge tra due fuochi. Il primo è rappresentato dalla crisi del debito pubblico italiano sui mercati finanziari internazionali. La sua …

"La lingua del disincanto", di Massimo Giannini

In questo gelido inverno del nostro scontento, è quasi inutile chiedere a Mario Monti conforto e calore. Il suo governo “di scopo” non è nato per questo. La sua forza, che è anche la sua debolezza, deriva dal vuoto pneumatico della politica che si autosospende momentaneamente per manifesta incapacità. Il suo compito è dire l´amara verità a un Paese che per tre anni e mezzo è vissuto nel Truman Show berlusconiano, convinto che la crisi non ci avrebbe colpito, o che l´avremmo superata senza traumi, prima e meglio degli altri. La sua missione principale è risanare un bilancio pubblico martoriato da una mistura di diffuso lassismo finanziario e di ottuso rigorismo da tagli lineari. Tutto il resto verrà dopo. Le riforme e la crescita, l´equità e le grandi opere. Nella sua prima conferenza stampa di fine d´anno, il presidente del Consiglio parla il linguaggio ruvido del disincanto. Il decreto Salva-Italia ha raggiunto l´obiettivo. «Eravamo sull´orlo del burrone, ma non ci siamo caduti». «Ora non siamo più vicini alla Grecia». «L´alternativa non era tra una manovra …