Giorno: 30 Dicembre 2011

Editoria, il premier: «Ora criteri oggettivi per i contributi», di Virginia Lori

Sul Fondo, passato dai 138 milioni del 2011 ai 53 del 2012, il premier rassicura: «Non lo cancelleremo, ma per assegnarlo sarà valutato l’effettivo impegno dei giornalisti e la reale diffusione delle testate». I colleghi di Liberazione sono fuori, all’ingresso della sede del governo a Largo Chigi, in fila con le pettorina gialle e rosse, spiegano i loro volantini, raccontano la morte di un giornale di sinistra il cui editore, Rifondazione comunista (Mrc) ha deciso di chiudere prima ancora del taglio dei fondi per l’editoria fosse effettivo. Non si rassegnano, stanno occupando la redazione in un conto alla rovescia che sembra senza appello ancora tre numeri e poi fine e invitano ad andare da loro. Solidarietà ma non solo. Il collega del Manifesto è stato sorteggiato tra i primi, si assicura la domanda a nome di tante altre testate politiche e adesso a rischio pubblicazione: «Signor Presidente, tra un anno a questa stessa conferenza stampa ci saranno un centinaio di testate in meno in conseguenza dei tagli al fondo dell’editoria. Si tratta di quotidiani di …

"Meno flessibilità e contratto unico di inserimento", di Tiziano Treu e Cesare Damiano

Il tema del mercato del lavoro verrà affrontato dal governo entro la fine di gennaio, come annunciato da Monti. L’argomento sarà esaminato attraverso la concertazione con le parti sociali: questo per noi è un fatto estremamente positivo. Anche su questo tema il Pd deve avanzare le proposte e trovare la giusta sintesi. Vogliamo fornire di seguito prime indicazioni per una discussione di merito attraverso la esemplificazione di alcuni punti: 1) Occorre disboscare la giungla delle forme di impiego flessibili: oggi il mercato del lavoro è caratterizzato da una pluralità di lavori temporanei che anziché trasformarsi in impiego stabile,diventano nella maggior parte dei casi precarietà a vita. Noi pensiamo che accanto al lavoro a tempo indeterminato, siano sufficienti poche forme di lavoro flessibile: il contratto di apprendistato, il lavoro a termine, il lavoro interinale e, in alcuni specifici casi, il lavoro a chiamata. Questa semplificazione aiuterebbe lavoratori ed aziende. Va notato che non tutte le forme di impiego esistenti vengono utilizzate dalle imprese,come rilevato da numerose statistiche. Il governo Prodi aveva gia provveduto ad una loro …

Fassino: «Torino sforerà il patto di stabilità», di Fabrizia Bagozzi

La cosa era nell’aria. Ieri il sindaco di Torino Piero Fassino l’ha annunciata ufficialmente: il comune non rispetterà il patto di stabilità «perché è stupido e cieco. Non seleziona ciò che è giusto vincolare da ciò che è giusto derogare. Non distingue fra spesa corrente e investimenti». La città sforerà di 320 milioni di euro per evitare un taglio da 120 milioni di euro ai servizi e per non tardare pagamenti per 200 milioni ad aziende fornitrici. Un ritardo di questa entità avrebbe rappresentato «un colpo troppo duro per l’economia della città», già provata da una crisi di cui ancora non si vede la fine. Quella di Fassino è una bocciatura senza appello, il sindaco non esita a fare paragoni: «Catania ha un indebitamento procapite analogo a quello torinese. Ma a Catania non c’è la metropolitana, non c’è il termovalorizzatore, non c’è il passante ferroviario». La decisione di Torino dà corpo al fortissimo disagio di molti comuni che, tramite l’Anci, da molto tempo chiedono la possibilità di rivedere il patto di stabilità, cosa che il …

"La prova dei fatti", di Paolo Guerrieri

L’andamento dei mercati negli ultimi due giorni ha offerto segnali contrastanti sulla capacità di tenuta dei nostri conti pubblici, confermando il rischio molto elevato che permane sul futuro del nostro Paese. Di qui la rinnovata sfida per il governo Monti di varare al più presto misure per rilanciare il potenziale di crescita della nostra economia. Nelle aste dell’altro ieri, a fronte della forte domanda di titoli del Tesoro a sei mesi, il rendimento si è dimezzato, mentre un calo altrettanto significativo ha interessato le scadenze a tre anni. Sono diminuzioni che testimoniano una ritrovata fiducia, almeno nel breve termine, sulle prospettive dei nostri conti pubblici. Ma negli stessi giorni il tasso dei titoli di Stato a più lunga scadenza, pur registrando un lieve calo, è rimasto su livelli elevatissimi, e l’ormai famoso spread rispetto ai titoli decennali tedeschi ha superato abbondantemente la minacciosa quota di 500 punti. In questo caso il segnale è opposto, ovvero di una perdurante elevata incertezza e tensione che continuano a gravare sulla parte a medio-lungo termine del nostro debito. E …

"Si lavora al contratto prevalente", di Claudia Fusani

Ci sono i titoli e lascia intravedere solo i contenuti. Perché stavolta sarà tutto «negoziato» con i partiti e le parti sociali seppur «rapidamente». Ma la strada è segnata. Dopo il «salva-Italia» ora in agenda c’è il «cresci-Italia». «Nei prossimi mesi lavoreremo per la crescita» dice il premier Monti ma i tempi saranno «veloci perché non ci è dato di lavorare con calma». Ci sono scadenze serrate, l’euro-gruppo del 23 gennaio e il consiglio europeo del 30». E per quelle date le carte saranno calate sul tavolo: le liberalizzazioni nell’ambito del più vasto capitolo della concorrenza «su cui io, che ancora ricordo qualcosa sul tema, e il sottosegretario Antonio Catricalà saremo incalzanti» sono al primo posto insieme con «il cantiere del lavoro e gli ammortizzatori sociali», linee di sviluppo che Monti vede camminare insieme, intrecciate. Non c’è sviluppo senza lavoro e le chiavi per far progredire entrambi sono più concorrenza e vere liberalizzazioni. le priorità C’è molta Italia a passeggio in un Natale triste e sospeso che aspetta misure concrete. Il premier professore evita annunci …

"Caro ministro, sia davvero super partes", di Milena Gabanelli e Giovanna Boursier

«Se l’insalata costa di più perché l’Iva è aumentata, io ne vendo di meno, ma la benzina che metto nel furgone quando vado all’ortomercato adesso è più cara, anche se carico 10 cassette invece di 20!» mi dice il fruttivendolo. Lo stesso giorno, in ascensore, incontro il vicino del piano di sopra: «A fine gennaio non mi rinnoveranno il contratto alla Coop e quindi venderò la macchina perché non so con cosa pagare l’assicurazione». Siamo in recessione e sarà dura «quasi» per tutti. Le ragioni sono state spiegate e rispiegate, ma quel «quasi» fa la differenza e chi governa un Paese non può non sapere che, quando la maggior parte dei cittadini è allo stremo, prima di chiedere «ancora uno sforzo», occorre dare almeno l’impressione che i primi a «sforzarsi» siano proprio coloro decidono per tutti. Corrado Passera è ministro dello Sviluppo, Infrastrutture, Trasporti e i suoi ministeri dovranno, più di altri, partorire una crescita che per ora non si intravede. Considera giustamente prioritario saldare i debiti della Pubblica amministrazione e pensa di farlo con …

"I riformisti ascoltino Napolitano", di Debora Serracchiani

«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani». Non dubito che parecchi avranno riconosciuto la famosa frase spinelliana del manifesto di Ventotene, il pamphlet più antesignano dell’idea d’Europa che oggi, a leggere le cronache, sembra debba traslocare sullo scaffale della fantapolitica. Eppure il nodo è e resta tutto lì, e più si prova a rinviarne la soluzione o ad arrangiare pecette per tenere assieme i pezzi del puzzle continentale, più si avvicina la resa finale dei conti; con l’Europa degli stati che riprende definitivamente il sopravvento, si candida all’irrilevanza politicoeconomica, e si condanna ad essere un territorio in decadenza nella sfida globale. Dovrebbe dirci qualcosa la notizia che il Brasile ha superato la Gran Bretagna nella graduatoria mondiale del Pil piazzandosi al sesto posto tra le grandi economie. E un’altra spia dovrebbe accendersi quando veniamo a sapere che gli scambi fra la Cina e il Giappone avverranno in yuan e yen, senza far …