"Se l'Europa non cambia", di Silvano Andriani
Pare sia stata Christine Lagarde, da ministro dell’Economia, a inventare l’espressione «contrazione espansiva» che significa che, se si seguono politiche di contrazione dei deficit pubblici con governi credibili, i privati aumentano investimenti e consumi e la crescita riparte. Ma la realtà si è premurata di smentire la teoria. Infatti da che questa politica si è affermata, un anno e mezzo fa, sono cambiati nell’area euro cinque governi, in Irlanda, Portogallo, Spagna, Grecia e Italia, tutti ora sostenuti da larghissime maggioranze, due addirittura composti da tecnici, ma le cose in Europa vanno sempre peggio. È la dimostrazione del fatto che «contrazione espansiva» è una contraddizione in termini non solo sul piano lessicale, ma anche nella concreta realtà. E ora è la stessa Lagarde, diventata nel frattempo capo del Fondo monetario internazionale, ad avvertirci che il mondo corre il rischio di una «crisi stile anni ‘30» e che l’Europa sarebbe l’epicentro di tale crisi. Stiamo parlando non più di una recessione, ma di una «grande depressione» e per fronteggiare tale situazione l’unica decisione concreta presa dal recente …