Anche i conduttori di carrozzelle a cavallo hanno messo Monti spalle al muro: tariffa protetta a cento euro a corsa. I farmacisti rilanciano: «Vogliamo l’esclusiva della vendita di mele cotte». Durissimi i taxisti: «No a nuove licenze, tanto er traffico è sempre bloccato». Davvero il governo Monti dovrà arrendersi, come tutti i governi precedenti, alle lobby professionali contrarie alle liberalizzazioni? Davvero in Italia il dinamismo sociale è impedito dalle resistenze corporative?
Farmacisti Indossando il caratteristico costume trecentesco della gilda dei farmacisti, e impugnando il pestello d’oro che è simbolo del loro ordine professionale, il portavoce dei farmacisti italiani ha spiegato ai giornalisti che le accuse di corporativismo sono destituite di ogni fondamento. Al termine della conferenza stampa ha consegnato il pestello d’oro a suo figlio, nominandolo Gran Maestro Galenico e suo successore alla carica di portavoce. Tra le richieste presentate al governo Monti dai farmacisti italiani, l’inserimento delle mele cotte tra i prodotti da vendere solo in farmacia. “Un dosaggio eccessivo di mele cotte”, spiega un comunicato dell’Ordine, “può provocare una spiacevole dissenteria. Solo la professionalità di un farmacista può indicare la corretta somministrazione di mele cotte e prodotti apparentati, come le prugne secche”.
Tassisti I tassisti romani, riuniti nel sindacato autonomo Occupy Muro Torto, sostengono che la concessione di nuove licenze sarebbe del tutto inutile. “I 5 mila taxi circolanti a Roma”, spiega uno studio del sindacato, “sono del tutto sufficienti a trasportare i 5 mila tassisti”. Vengono giudicate strumentali anche le polemiche sul parco macchine, costituito in larga parte da vecchie Fiat degli anni Ottanta, alcune con sole tre ruote a causa dell’usura. “Vanno ancora benissimo”, dice il leader storico dei tassinari, Ercole Scartaroli, “e cambiarle, specie in tempi di crisi, sarebbe uno spreco assurdo: il traffico è sempre bloccato, anche se ci hai la macchina nuova di pacca, ma ‘ndo vai?”. I tassinari romani possono comunque contare sull’appoggio del loro sostenitore di sempre, il sindaco Gianni Alemanno, che anche sabato scorso li ha accompagnati in un corteo di protesta, tenuto per le orecchie fuori dal finestrino del taxi che apriva il carosello.
Carrozzelle Anche le popolari carrozzelle a cavalli, che fanno la gioia dei turisti a Roma, sono contrarie alla liberalizzazione del settore, che ancora oggi è governato da una concessione papale del 1634. L’ordine dei Cocchieri, dei Fiaccherai e dei Palafrenieri, che in Parlamento è in grado di condizionare una ventina di deputati di tutti i partiti, chiede di togliere dalla manovra del governo l’imposizione di un tassametro da applicare al cavallo. La tariffa fissa di 100 euro per ogni minuto di corsa verrà mantenuta. In cambio, i cocchieri romani si sono impegnati a lasciare liberi i turisti di decidere se salire o no sulla carrozzella, rinunciando al tradizionale rapimento forzato del turista, con pasto obbligatorio nella trattoria del cognato per ottenere il rilascio.
Professori universitari Il settore è in una fase molto delicata. Con l’apertura, quasi in ogni quartiere italiano, di università cinesi che a tariffe molto modeste rilasciano la laurea in un paio di mesi, per giunta con messa in piega in omaggio, l’università italiana si trova costretta a ripensare se stessa. Attualmente, si diventa docente attraverso un concorso pubblico aperto a tutti i figli dei docenti già in carica. Il governo chiede di allargare l’ammissione ai concorsi universitari almeno fino ai parenti di secondo grado, in direzione di un nepotismo più democratico e dinamico. Da riformare, secondo il governo, anche il sistema delle pubblicazioni: molti docenti in carica, per rafforzare il loro curriculum, confezionano un book fotografico molto imponente, al cui interno i due brevi articoli pubblicati su riviste accademiche figurano come un modesto dettaglio. Il ministero, intenzionato a fare la voce grossa, chiede che almeno uno dei due articoli sia autentico, e possibilmente riguardi la materia insegnata dal docente.
da repubblica.it