Giorno: 21 Dicembre 2011

"Un supermanager alla Rai", di Goffredo De Marchis

«La legge Gasparri non funziona, così la Rai è ingestibile». Da due settimane Mario Monti ha sul tavolo il corposo dossier che gli hanno consegnato il presidente Paolo Garimberti e il direttore generale Lorenza Lei durante il lungo incontro che precedette l´apparizione del premier a “Porta a porta”. Il Professore si è già fatto un´idea. È UN´IDEA che presto potrebbe diventare un´iniziativa del governo per cambiare il modello di governo della televisione pubblica. Per Monti la Rai ha due problemi fondamentali: i conti in rosso e la struttura gestionale. È soffocata dalla politica attraverso un consiglio di amministrazione elefantiaco e legato a doppio filo ai partiti. Su queste certezze, studia un intervento. Perché da sempre la Rai è lo specchio del governo, il suo biglietto da visita presso i cittadini-spettatori. Quella sera di quindici giorni fa, Monti fece solo brevi considerazioni. Ma il suo pensiero è abbastanza definito. Quello che conta in un´azienda è l´efficienza. Non si capisce come faccia la Rai, è l´analisi di Palazzo Chigi, a essere efficiente con un cda di nove …

"Scuola, tutti i dubbi sul concorsone", di Paola Fabi

Sulle nuove assunzioni qualche perplessità è fondata: quanti insegnanti andranno in pensione? La scuola riapre le porte agli insegnanti più giovani. Questo l’intento dichiarato dal neo ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, che ha annunciato, qualche giorno fa, l’intenzione di bandire un concorso nella scuola pubblica per il reclutamento dei nuovi insegnanti. Un annuncio, confermato anche dal sottosegretario Rossi Doria, e che è stato accolto da consensi ma anche da riserve. Prima fra tutti quelle dei sindacati che chiedono al titolare di viale Trastevere chiarezza e condivisione. Le preoccupazioni delle sigle confederali sono soprattutto quelle di non deludere le aspettative di coloro che sono ancora nelle graduatorie a esaurimento (circa 237mila precari) e le giuste aspettative dei più giovani (oggi l’età media dei docenti in cattedra è di 49 anni). Speranze che, secondo Mimmo Pantaleo della Flic-Cgil rischiano di essere «frustrate». «Il punto vero – spiega – è che prima bisogna fare un monitoraggio preciso dei posti disponibili perché tra tagli pregressi, tagli futuri e pensionamenti rischiamo di non averne». Quello che è certo è che il …

"Attenti a non cadere nel finto giovanilismo", di Mimmo Pantaleo*

Se non è uno spot pubblicitario è un’ottima intenzione. L’annuncio del ministro Profumo di un maxi concorso per 300mila candidati a un posto da docente nella scuola italiana è un’ottima notizia, perché reintrodurrebbe dopo 12 anni lo strumento del concorso pubblico come forma legittima di reclutamento, riconoscendone la valenza legislativa che gli conferisce la normativa vigente. Ma l’annuncio va declinato nel contesto attuale: una scuola deprivata di parti sostanziali di organico; una definizione dell’organico desueta, che alimenta il precariato senza dare continuità alle esperienze didattiche; la mancanza di ordinamenti che abbiano come fine il miglioramento del sistema dell’istruzione pubblica e non i tagli lineari del duo Gelmini-Tremonti. Su tutto campeggiano i numeri del precariato della scuola che ha nelle graduatorie a esaurimento il suo emblema, ma che si alimenta anche degli apporti di coloro che sono abilitati all’insegnamento e non iscritti nelle graduatorie e di coloro che pur non essendo abilitati, vantano un percorso professionale di interi anni scolastici. La Gelmini, tramite apposito regolamento del dicembre 2010, ha licenziato i percorsi abilitanti, i cosiddetti Tfa, …

"L'egosimo delle corporazioni", di Nadia Urbinati

Il Governo Monti è come altri governi in passato condannato a fare i conti con la più profonda anomalia italiana: uno stato di diritto moderno appoggiato su una società civile composita, in parte liberale e in parte strutturata per gilde di tipo feudale. La contraddizione è stridente ma diventa palese e pesante quando il Paese si trova a fronteggiare crisi di sistema, siano esse di tipo economico o politico; quando, in altre parole, la radicalità dei problemi richiede interventi che, se attuati, eroderebbero aggregazioni corporative e i privilegi di chi ne è parte. Nell´emergenza del primo dopoguerra il liberalismo perse insieme allo stato di diritto, di fronte a una società civile che non riuscì ad assorbire la liberalizzazione economica e a uno stato refrattario rispetto alla democratizzazione. In quegli anni furono pensatori “radicali” come Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Gaetano Salvemini e Luigi Einaudi a schierarsi contro il protezionismo e lo stato degli interessi corporativi, allora quelli agrari al Sud e al Centro, e quelli industriali al Nord: nel mezzo, una classe media che si assottigliava …