Come biasimarli? Costretti a ingoiare l’amara pietanza, anche se soltanto a partire dalla prossima legislatura (mai che un taglio colpisca chi taglia), almeno l’hanno addolcita. Alle due e un quarto della scorsa notte, e non è certo il caso di domandarsi perché certe cose succedono sempre quando calano le tenebre, mentre la commissione Bilancio del Consiglio regionale del Lazio stava discutendo l’abolizione dei vitalizi decisa qualche settimana fa dall’assemblea delle Regioni italiane, è spuntato un emendamento furbetto del quale da tempo si vociferava nei corridoi. Ma che nessuno aveva ancora visto. Una norma che mentre toglie ai futuri consiglieri eletti per la prima volta nel 2015 il diritto alla pensione da «onorevole» regionale, lo estende agli assessori esterni dell’attuale giunta di Renata Polverini. Oltre, naturalmente, a quelli cessati dal mandato. A nulla sono purtroppo servite le proteste di buona parte dell’opposizione, con in testa i radicali Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita.
Il regalo della pensione dopo soli cinque anni per 14 dei 16 componenti dell’attuale giunta, tanti sono i componenti esterni, è semplicemente meraviglioso. Anche perché consentirà a un paio di assessori perfino di raddoppiare. Luciano Ciocchetti, ex senatore che nel governo regionale targato Polverini ha la responsabilità delle Politiche del territorio e dell’Urbanistica, avrà in futuro la possibilità di sommare il vitalizio regionale a quello parlamentare. Esattamente come Teodoro «er pecora» Buontempo, storico esponente della destra, attuale assessore alla Casa e già deputato per ben cinque legislature. Che potrà così andare ad arricchire il già folto gruppo dei titolari di doppia «pensione» istituzionale, già nel Lazio forte di ben 21 esponenti, ripercorrendo peraltro la via previdenziale tracciata da altri suoi camerati. Per esempio, Giulio Maceratini: il quale, grazie alla sua lunga militanza (sei legislature) alla Camera e al Consiglio regionale del Lazio, si porta a casa due sontuosi vitalizi. In base alle tabelle, dovremmo essere complessivamente intorno ai 19 mila euro lordi al mese. Oppure l’ex governatore Francesco Storace, che ha sperimentato anch’egli per un annetto (finché nel 2010 non è stato rieletto in Regione e gli assegni gli sono stati sospesi) il brivido del doppio vitalizio da ex consigliere regionale e da ex senatore. Incassati entrambi a partire dal 2009, quando aveva appena compiuto 50 anni.
Nessuno stupore. La Regione Lazio è quella in assoluto più generosa con i suoi ex consiglieri. Che finora potevano calcolare il vitalizio prendendo come base non soltanto l’indennità (l’80% di quella dei parlamentari), ma anche la diaria (la diaria!). E lo incassavano, come dimostra il caso di Storace, anche raggiunti i 50 anni. L’ex governatore non è stato certamente l’unico ad approfittare di regole tanto assurdamente favorevoli. Qualche esempio? A quell’età hanno iniziato a percepire il vitalizio regionale anche il nipote di Giulio Andreotti, Luca Danese, e Alessandro Forlani, figlio dell’ex segretario democristiano Arnaldo Forlani. E prima di compiere 52 anni ha ritirato il suo primo assegno anche il predecessore di Renata Polverini, Piero Marrazzo: rientrato, dopo un’esperienza politica conclusasi in un modo da dimenticare, nel grembo di mamma Rai. Caporedattore, ovviamente con stipendio adeguato.
Il Corriere della Sera 17.12.11